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La Grande Mela

Scritto da Rosa Boni il 4 novembre 2011
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E’ il simbolo di New York.
Il figlio di Guglielmo Tell ha rischiato grosso mettendosene una in testa.
Ne è caduta una in testa ad Isaac Newton e intuì la legge di gravitazione universale.
Biancaneve ne mangiò una avvelenata.
Paride ne diede una d’oro ad Afrodite. E’ il frutto che fece cadere in tentazione Adamo ed Eva.
Era l’etichetta discografica dei Beatles.
Per sempre ci ricorderemo di Steve Jobs…..

La mela.

Ha origine in Asia centrale e la sua evoluzione risalirebbe al Neolitico.   In Italia è presente con duemila varietà e possiamo mangiarne tutto l’anno poichè è un frutto destagionalizzato anche se la maturazione naturale avviene da fine agosto fino a metà ottobre.  Ha potere antiossidante con l’apporto di vitamine importanti come la provitamina A, B1, B2, B6, E e C con niacina, acido folico, flavonoidi e carotenoidi.

Ricordiamo in modo particolare la mela annurca – prodotto di Indicazione Geografica Protetta (IGP) tipica della Campania. Riceve il riconoscimento perchè coltivata a Benevento nella Valle Caudina e Telese, a Napoli nella zona di Quarto, nel salernitano a San Mango Piemonte, ad Avellino nella zona di Montoro e a Caserta nella valle di Maddaloni e Aversa. 

Dopo la raccolta, necessità un periodo di ‘arrossamento’ in ‘melai’ di paglia visibili in autunno nelle zone di produzione. 

Negli scavi di Ercolano è rappresentata nei dipinti e si suppone che il suo nome derivi  da Mala Orcula zona attorno all’Oro (Lago d’Averno) vicino a Pozzuoli.

E’ la regina  delle mele  -  è antireumatica, diuretica, dissetante, apporta un’azione positiva sull’apparato muscolare e quello intestinale. Previene malattie cardiovascolari poichè depura le arterie e le protegge dall’attacco del colesterolo.   Non ne basta una al giorno ma ce ne vogliono due per prevenire l’insorgenza del tumore gastrico.

Veramente La Grande Mela!

Questa volta vi darò una ricetta originale….. per combattere l’anemia.

Per combattere la carenza di ferro, provate questo rimedio che risale al Medioevo.  Prendete 8 grossi choidi di ferro non zincati. Sterilizzateli per alcuni minuti in acqua bollente e poi inseriteli in una bella mela.  Dopo ventiquattro ore, liberate il frutto dai chiodi e consumate al più presto.  I punti neri dove erano inseriti i chiodi non alterano in alcun modo il sapore mentre gli acidi presenti nella mela avranno sciolto il ferro arricchendo il frutto delle proprietà del metallo.