Al quartier Paradiso c’erano tre bar poco distanti l’uno dall’ altro, il Bar Roma nella posizione più centrale, alla sua sinistra quello del Signor Cosimo, il terzo dalla parte opposta della strada.
Rispetto ai primi due quest’ultimo, aveva un aspetto esterno e interno infelice come i loro proprietari, sfortunatamente colpiti dalla disgrazia della perdita del figlio Giancarlo in un incidente d’auto.
Il poco lavoro e il dolore tolse loro la voglia di farlo funzionare e tenerlo aperto. Tra i tre il Bar Roma era il più frequentato e più grande. L’arredamento tipico di quei tempi era accogliente, aveva le sigarette e i valori bollati , il biliardo, gioco delle bocce, fu’ il primo a mettere la televisione e il juke box, mancava il Totocalcio che aveva il bar Cosimo.
Lo gestivano padre e madre, aiutati dal figlio e dalla figlia maggiore. Il grosso del lavoro lo svolgevano i genitori, brava gente, poco propensa ai pettegolezzi. Il padre meridionale, aveva un carattere chiuso con idee a volte strane. Una tra le più discusse riguardava i capelli rossi molto lunghi della figlia più piccola. Secondo lui non li poteva tagliare poichè facendolo si sarebbero attirati il malocchio. A parte queste bizzarre e rare manifestazioni che i frequentatori poco consideravano, svolgevano come già accennato il loro lavoro in modo egregio. La moglie era tranquilla , tutti avevano una buona opinione di lei, la figlia maggiore era la sua fotocopia morfologicamente e caratterialmente, il figlio aveva un carattere strano, sembrava molte volte sul punto di avere una crisi di nervi, l’altra sorella era piccola e la si vedeva poco. Il bar funzionò bene per tanti anni fino a quando venne assunto un cameriere con precedenti esperienze in bar del centro città. Cominciò a collaborare con loro e non si e’ mai capito come in poco tempo, riuscì a convincere la coppia a trasformare l’antico locale in uno completamente nuovo e di lusso, senza che ce ne fosse bisogno visto che gli affari andavano bene. Non era difficile immaginare l’ inutilità‘ della scelta.
Partirono i lavori di ristrutturazione, comperarono un arredamento nuovo e moderno superiore in qualità ed estetica ai migliori bar del centro. In una sala misero numerosi e costosi biliardi , l’ambiente cambiò totalmente, l’ideatore di questa trasformazione lavorava in giacca bianca con le spalline dorate. Dopo la fastosa inaugurazione e un piccolo periodo dove la gente entrò più per curiosità che altro, il bar cominciò a lavorare sempre meno. Avevano snaturato le caratteristiche del locale, più adatto ad una posizione del centro città, I prezzi stessi non erano più in linea con le tasche degli abituali frequentatori. I proprietari non ci misero molto a rendersi conto dell’errore commesso , provarono un grande dolore nel vedere anni di sacrifici andare in fumo per una scelta azzardata ed infelice. Inevitabile fu’ la chiusura, tutto l’arredamento svenduto , dopo qualche mese al posto del Bar Roma subentrò un altra attività.
I figli, dopo un breve periodo, presero in affitto un piccolo locale a pochi metri di distanza dal loro precedente bar, cercarono di ripartire ma senza successo. Dopo pochi anni i genitori morirono, la figlia maggiore si sposò, il fratello trovò lavoro come guardia notturna. Negli anni seguenti al posto del Bar Roma subentrarono diverse attività che aprirono e chiusero in rapida successione.
I vecchi abitanti del quartiere lo ricordarono per molto tempo con nostalgia.