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Il maestro delle elementari

Scritto da Massimo Palazzo il 1 aprile 2012
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Il maestro delle elementari arrivava dalla Sicilia, si era trasferito al nord da solo, era  magro, alto, con pochi capelli bianchi, elegante, espressione sempre malinconica, la famiglia sempre nei suoi pensieri, era rimasta al paesino ad aspettarlo. Ci accompagnò dalla seconda alla quinta con grande senso del dovere e affetto come un padre, diventammo in breve tempo tutti figli suoi. L’accoglienza purtroppo per lui non fu delle migliori, le disquisizioni dei genitori riguardo la provenienza erano molto colorite, non era il maestro ma il terrone parola molto in voga in quel periodo. Io  non capivo perché venisse apostrofato in quel modo, a casa mia non sono mai state fatte tali distinzioni, a una mia innocente richiesta di spiegazione a mamma e papà mi venne detto di non badare a queste cattiverie, lui era e sarebbe rimasto il Signor maestro e lo dovevo rispettare. Da parte sua, senza tener conto di queste inutili discriminazioni, cercò in tutti i modi di preparare e seguire i suoi alunni nel migliore dei modi, in poco tempo conquistò la nostra fiducia, l’atmosfera in classe diventò veramente piacevole. Era il nostro maestro, guai a chi ce lo toccava, ci vantavamo di averlo e per lui eravamo la sua famiglia. Oltre alle normali lezioni a scuola  quando volevamo potevamo andare a casa sua al pomeriggio, ci aiutava a fare i compiti, seguiva quelli in difficoltà, giocavamo, ci insegnava molte cose al di fuori di quelle che erano le materie didattiche. Andavamo a fare la spesa, ci spiegava le differenze dei vari articoli, i prezzi, molti altri insegnamenti utili che pochi ancora oggi applicano, senza chiedere mai niente. Con  la maggior parte dei genitori ci volle, e non per tutti, molto tempo prima che capissero il valore di questo uomo umile che nascondeva la tristezza per la lontananza della famiglia e della sua terra. Un giorno gli portai la verdura fresca del nostro orto, si emozionò non la voleva, era abituato a dare non a ricevere, la tenne con soddisfazione quando gli dissi che saremmo stati molto contenti se l’avesse accettata. Passammo quattro anni stupendi insieme, fece del suo meglio per portarci agli esami preparati, voleva fossimo pronti per affrontare le scuole medie, andammo molte volte a casa sua a simulare gli esami, non ci pesava nonostante la giovane età, lui rendeva tutto semplice, interessante, divertente sapeva come coinvolgerci. Fummo tutti promossi e lui era il più contento, questo grande signore aveva dato il meglio di sé per preparare i figli degli imbecilli a convivere con tutti senza pregiudizi e, senza chiedere niente in cambio.

Grazie di cuore Signor maestro.

                                                                                       [STAMPA]