Cominciarono presto al mattino a sfibrare il legno, a dargli colpi d’accetta e poi a scorticarlo, a contare le nervature e a smussarle con colpi d’ascia, di pialla, di mani callose che l’accarezzavano quasi fosse un figlio. Gli occhi delle donne erano umidi e stanchi di lacrimare, di singhiozzare, d’imprimere bene lo sguardo su quel legno, di non dimenticare gli anni e i giorni passati… leggi tutto