www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 216 - Aprile

Qui Radio Amsterdam

Scritto da Carla Rinaldi il 1 ottobre 2011
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Eccoci qua, dopo una lunga pausa ( certa che la mia assenza si sia sentita fortemente), sono di nuovo con voi questa volta con una rubrica dedicata alla mia nuova vita ad Amsterdam. Mi sono trasferita il primo giugno nella cittá dei canali, del formaggio, degli zoccoli e delle palafitte. Per circa due anni mio marito ed io abbiamo studiato minuziosamente tutte le pagine economiche mondiali e, alla fine, la scelta é caduta su Amsterdam per i seguenti motivi che ora vi elencheró.

Primo e importantissimo, il reddito pro capite é molto alto, anche se svolgi manzioni di basso livello; secondo, i bambini, avendone noi uno di tre anni, sono considerati come un dono e a loro sono dedicati molti spazi, molte iniziative, e il nido che qui é solo privato, si paga pochissimo fino a quattro anni quando cioé inizia la scuola pubblica materna; terzo é piccola e si puó girare in bicicletta tranquillamente abituandosi agli acquazzoni improvvisi frequentissimi, basta abituarsi e cercare di imitare le facce degli olandesi che sotto il diluvio universale, sembrano pedalare come se fossero nelle assolate giornate ischitane ( su questo aspetto ci sto lavorando molto, devo dire la veritá, perché mi risulta ancora difficile riuscire a tenere gli occhi aperti quando la pioggia e il vento mi stanno sommergendo); quarto le ore settimanali lavorative sono poche ed é permesso di lavorare a casa o, quando c’é bel tempo, al parco; quinto é talmente bella che ti dimnetichi che é sempre brutto tempo.

Certo l’olandese non é proprio la lingua piú semplice del mondo ma il governo, forse ammmettendolo, prevede per i cittadini stranieri, un corso gratuito annuale cosí tra un anno anche io potró dire “mi dá un bicchiere d’acqua”con il classico suono gutturale che li contraddistingue. Attraverso le pagine di Faro notizie vi racconteró tutto ció che di diverso inconteró rispetto all’Italia e seguiró per voi i numerosi eventi che fanno di questa cittá un ombelico di mondi e culture. Prima di salutarvi vi racconto il rapporto che gli olandesi hanno con il cibo.

Non meravigliatevi mai, capitando da queste parti, se, per vedersi a cena, bisogna programmarlo circa un mese prima perché tutti, poveri e ricchi, non conoscono la parola dispensa, ogni giorno comprano esttamente il necessario per sfamarsi che consta spesso in pane in cassetta, un salume, una frutta e un succo d’arancia. Quando qualcuno passa per casa nostra, da buona italiana terrona, offro come minimo un caffé, un dolce e preaparo qualcosa. Quel qualcosa per loro é nouvelle cousine infatti a fine pasto mi chiedono se per caso non avessi lavorato mai in un ristorante italiano. Dico di no ma la tentazione di aprirne uno mi é venuta. Comunque buoni ristoranti ce ne sono, e che ve lo dico a fare, sono tutti italiani, gli stessi olandesi quando vanno a cena fuori evitano accuratamente quelli fiamminghi, provo molta tenerezza per un ristornate in pieno centro, sulla porta c’é scritto “qui solo cucina olanbdese” : é sempre vuoto.