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Fortana: vino delle sabbie

Scritto da Marino Forcellini il 1 aprile 2016
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Nella zona costiera di una parte della provincia di Ravenna, ma in modo particolare della provincia di Ferrara è diffusa la coltivazione di un vitigno a bacca rossa che ha caratteristiche particolari, il FORTANA.

Un tempo la coltivazione di questo vitigno era molto diffusa ed in zona veniva chiamata “uva d’oro”, poi gradatamente la coltivazione è andata lentamente a scendere fino a che nell’entroterra ravennate è praticamente scomparsa, ma è stata valorizzata dalla DOC Bosco Eliceo.

La Denominazione di Origine Controllata “Bosco Eliceo” è nata nel 1989 e delimita la zona di produzione dalle bocche del Po in provincia di Ferrara fino a Cervia in provincia di Ravenna e ha come riferimenti la SS Romea, la SS 16 Adriatica e la costa Adriatica; si trova all’interno del Parco Regionale del Delta del Po della Regione Emilia Romagna.

Il disciplinare prevede due vini bianchi e due vini rossi, ma quello che caratterizza particolarmente la DOC è il Fortana.

In queste zone la coltura della vite ha origini molto antiche e uno sviluppo notevole venne dato anche dagli Estensi nel XVI secolo. La leggenda vuole che Renata di Francia sposando Ercole II duca d’Este, abbia portato in dote dalla Cote d’Or della Borgogna anche un vitigno, l’uva d’oro, che trovò un ambiente molto adatto per svilupparsi sulle dune sabbiose del delta del Po.

I vigneti lungo la costa sono composti da vigne basse che hanno resistito per secoli (vi sono cloni di Fortana plurisecolari). Poiché i terreni sono prevalentemente sabbiosi hanno resistito alla filossera e ancor oggi vi sono dei vigneti a piede franco, cioè non vi è l’esigenza di innesto sulla vite americana e vengono pertanto definiti “Vini delle sabbie”.

L’ambiente dove viene coltivato il Fortana, caratterizzato da umidità, sabbia, nebbie, aria e terreno salmastro, dalla vicinanza del mare e dalla scarsità di acqua, è importantissimo per definire le caratteristiche del vino che viene prodotto.

Cerchiamo adesso di conoscere un po’ meglio questo vino.

E’ un vino di gradazione non troppo elevata, che può essere prodotto come vino fermo, anche se è molto più facile trovare la versione frizzante, in alcuni casi anche spumante.

Ha un colore rosso rubino non troppo intenso con note violacee, profumo caratteristico con note fruttate, è sapido asciutto e moderatamente tannico.

E’ da bere giovane e si accompagna ai piatti del territorio ferrarese come piatti d’anguilla, pesce di laguna, selvaggina e alla tradizionale salama da sugo.

Nella versione frizzante si abbina molto bene anche ai tradizionali piatti emiliani come cotechino e zampone.