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Incontro a Curaçao

Scritto da Massimo Palazzo il 1 dicembre 2015
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Non molti anni fa decisi per le vacanze estive di  visitare le Antille Olandesi Curaçao Aruba e Bonaire. Ero  incuriosito dalla storia e dalla posizione geografica delle stesse,  non avevo conosciuto nessuno che le avesse visitate e non volevo stressarmi. Poco prima della partenza partecipai ad una riunione di marketing aziendale dove si parlava  di un prodotto che trova impiego nella mamma durante la gravidanza e il futuro  nascituro. Si chiama Zymafluor ed  è molto efficace per salvaguardare i  dentini del bambino, se ben utilizzato farà risparmiare parecchi soldi ai genitori. In questo incontro vennero presentate le nuove linee  pediatriche, furono distribuiti le confezioni omaggio, le brochure con  le indicazioni per le nuove mamme e, venne mostrata  la  campagna pubblicitaria.  Il responsabile marketing preparò anche una simpatica iniziativa  coinvolse tutti in un concorso fotografico interno, con  ovviamente  Zymafluor come tema. Venimmo tutti omaggiati di una maglietta e cappellino con il nome del prodotto, chi più chi meno cominciò a scavare nella fantasia per trovare qualcosa di interessante. Misi tutto in valigia e partii, arrivato a destinazione ero più occupato da altro che  pensare al concorso. Un giorno incontrai  un bambino giapponese,  gli misi il cappellino e lo fotografai  più per la bellezza che per il concorso . Per il resto della vacanza non trovai niente di interessante, dopo aver visitato tutte e tre le isole ritornai per qualche giorno a Curaçao da dove  sarei ripartito per ritornare a casa, quando nella piazza centrale di Willemstad vidi quello che faceva al mio caso, la soluzione per il concorso. Me lo trovai di fronte e capii subito che non potevo farmi scappare il soggetto. Un uomo purtroppo con il tasso alcolico alle stelle,  sporco poco connesso con la realtà , stava frugando nei cestini delle immondizie e beveva il fondo delle bottiglie di birra, parlava ad alta voce da solo  e rideva. Lo fermai e provai ad attirare la sua attenzione, a parlargli, la situazione era leggermente critica non potevo nemmeno   offrirgli qualcosa sarebbe stato un delitto. Barcollava, mi ascoltava ma all’inizio non sapevo se fosse in grado di capirmi, a volte mi guardava poi cominciò a parlare, peccato fosse sbronzo perché era simpatico. Senza andare troppo per le lunghe gli chiesi se la mattina  seguente potevamo incontrarci nella stessa piazza che lo volevo  fotografare. Mi rispose senza nessun dubbio di sì, non sapendo quanto fosse in sé gli dissi che se fosse venuto gli avrei offerto il pranzo. Mi guardò perplesso quasi con sospetto cercando di  capire se fossi pazzo o lo prendessi in giro. Lo rassicurai dicendogli che era vero quello che dicevo, se ci fossimo trovati alle undici nello stesso posto l’ avrei fotografato e gli avrei offerto  il pranzo. Mi disse ok my friend e se andò barcollando e ridendo. La mattina seguente mi presentai all’ appuntamento con poche speranze e  lo aspettai. Lo vidi arrivare dieci minuti dopo le undici a passo spedito, sembrava sano, si era cambiato era un po’ più presentabile, poco prima che si accorgesse della mia presenza prese un giornale da un cestino dei rifiuti e lo mise sotto il braccio per darsi importanza. Quando mi vide fece un sorriso con i  pochi denti rimasti  dinoccolandosi tutto come per una danza e come se avesse incontrato il suo miglior amico. Mi diede i cinque all’infinito ancora un po’ e avremmo ballato il mambo, rideva molto forte perché era allegro e inoltre lo faceva ridere la situazione, un turista che lo voleva fotografare e pagargli il pranzo quando mai gli sarebbe capitato a suo parere un occasione del genere con un pazzo o forse avrà anche pensato stupido? Chiesi se era pronto, gli porsi la maglietta e il capellino invitandolo ad  indossarli. Smile  smile chiedevo,  lui rideva io fotografavo, la sua risata era contagiosa facevo io stesso fatica a contenermi e a mantenere ferma la macchina fotografica. Attorno a noi si erano fermate parecchie persone, ridevano  e guardavano la scena incuriositi dal soggetto e dal turista che lo fotografava. Il servizio durò poco, scattai dei   primi piani e  chiesi al modello dove voleva lo portassi a pranzo. Mi rispose che se non fosse stato un problema lui avrebbe preferito Mc Donald. Era contento come un bambino, ancora prima di entrare mi chiese cosa poteva prendere, tutto quello che vuoi gli dissi, la felicità era ai massimi livelli. Non smetteva di ridere, quando parlava mischiava un po’ di inglese al dialetto locale. Si giravano tutti  a guardarlo, ordinò un hamburger, patatine, birra e gli aggiunsi un gelato. Restai con lui finché non ebbe finito, lo spettacolo non fu molto bello poiché rideva parlava e masticava a bocca piena,  dovetti lentamente arretrare dal tavolo perché ogni tanto qualche pezzo di hamburger partiva nella mia direzione. Gli regalai maglietta e cappellino i ringraziamenti, my dear friend e cinque alti e bassi etc  si sprecarono. Al ritorno dal viaggio sviluppai le foto e ne diedi una all’organizzazione del concorso. Dopo un mese quando la proiettarono  tutti i presenti scoppiarono a ridere io per primo perché ricordavo la sua e il momento passato con lui . Vinsi il primo premio ed oltre alla soddisfazione mi consegnarono una  bicicletta da città . il mio tema  diceva : ecco cosa succederà a chi non userà   Zymafluor .