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La vodka

Scritto da Piero Valdiserra il 1 settembre 2014
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Sul problema delle origini della vodka va detto che mito e tradizione storica tendono a confondersi. Di fronte ai russi che la difendono quale distillato nazionale in assoluto, i polacchi sostengono che la vodka è loro, che è nata in Polonia; ma anche alcuni popoli baltici rivendicano il diritto di paternità. Come che sia, la parola vodka (wodka in polacco) comparve per la prima volta in testimonianze scritte attorno al XVI secolo: a quel tempo, come del resto avveniva per le acquaviti occidentali, la vodka serviva esclusivamente da medicinale, sia per uso interno che esterno. Nel 1540 Ivan il Terribile dispose il primo monopolio governativo sulla vodka. Più tardi, con un decreto zarista del 1716, la distillazione venne sancita quale privilegio esclusivo dei nobili russi, unici autorizzati a possedere alambicchi e strumenti di filtraggio: in questo modo ciascun aristocratico si mise a produrre la propria vodka, spesso con l’aggiunta di erbe aromatiche, bacche, essenze vegetali, estratti di  betulla, di ciliegio, di quercia, di ginepro. Nel secolo dei lumi i russi cominciarono a consumare la vodka sempre più come bevanda e sempre meno come medicamento, e presero a farne oggetto anche delle loro esportazioni verso le ricche corti dell’occidente europeo, come prodotto inconsueto e prezioso.

Oggi la vodka viene prodotta fermentando e quindi distillando gli zuccheri semplici di un infuso di cereali o di altri prodotti vegetali. Le materie prime di provenienza sono tutte amidacee: cereali, appunto, fra cui spiccano per pregio il grano e la segale, patate, barbabietole da zucchero, melasse. Per la riduzione del grado alcolico, dopo la distillazione, viene aggiunta acqua: ed è proprio l’acqua che ne costituisce l’elemento essenziale e che le conferisce la tipica purezza. Una buona vodka si riconosce nella trasparenza cristallina, nel gusto finissimo, nel leggero aroma tipico e nel fatto che, anche se bevuta in robuste quantità, non lascia traccia nell’alito – una caratteristica, quest’ultima, che ne ha decretato il successo anche su molti mercati all’esportazione, primi fra tutti gli Stati Uniti.

La vodka va bevuta giovane: appena prodotta, viene imbottigliata e messa in vendita. Oltre alla vodka classica, trasparente, cosiddetta “bianca”, esistono decine di qualità di vodke aromatizzate con erbe, fiori, bacche, frutta. Le vodke aromatizzate sono nate all’inizio per mascherare, in molti casi, il sapore di distillati molto rozzi, ma in seguito si sono imposte come altrettante prove della maestria dei distillatori. Le più note, ancora oggi, sono quelle corrette con limone, arancia, ginepro, peperoncino, spezie assortite. Una parola a parte merita la particolarissima zubrovka (zubrowka in polacco), vodka aromatizzata con l’erba dei pascoli dei bisonti, un’erba aromatica molto gradita alle rare mandrie di bisonti europei che vivono ancora allo stato naturale nella grande pianura di confine fra Polonia e Russia.

Per apprezzarne il giusto valore, cioè aroma sottile e gusto finissimo, la vodka va bevuta liscia, negli appositi bicchieri simili a fiale allargate alla base o in piccoli bicchierini da liquore. Molti amano berla alla russa, svuotando cioè il bicchiere d’un sol colpo e intonando il tradizionale na zdorovie (alla salute). Meglio forse gustarla lentamente, a piccoli sorsi, distanziandoli l’uno dall’altro. L’uso generalizzato, da noi, è di berla molto fredda, come digestivo o come “stacco”, o di farne ingrediente insostituibile di moltissimi cocktail e long drink, particolarmente graditi in estate. Per i russi invece non esiste un preciso momento della vodka: l’accompagnano con spuntini a base di funghi, cetrioli sottaceto, pane, formaggio, salmone, e a pasto la sposano con bistecche alla tartara, piatti a base di salsicce, polpette con carne e cavoli, caviale rosso o nero.

Dalle tre grandi aree attuali di produzione mondiale provengono tutte le vodke più note che possiamo trovare oggi in Italia. Dalla zona d’origine russo-polacca provengono i nomi storici di Moskovskaya, Stolichnaya e Wyborowa, e novità intriganti come Akdov, Kauffman, Beluga e Sobieski. Dalla Scandinavia e dai Paesi baltici si sono recentemente affermate anche da noi marche quali Absolut e Finlandia. Infine fra le produzioni occidentali possono essere annoverate Smirnoff, Skyy, la tedesca Gorbatschow, la francese Grey Goose e, naturalmente, le italianissime Keglevic Artic.