E’ da poco passato il Natale e faccio delle considerazioni su questa importante e famosa festa. Ricordo ai miei tempi l’atmosfera particolare che ne anticipava l’arrivo, la preparazione dell’albero, il presepe, il profumo delle cose buone da mangiare solo quel giorno, i regali, come i miei genitori e quelli dei miei amici preparavano l’evento.
E’ appunto da questo che prendo spunto e guardo quello che succede ora. Trovo una notevole differenza con i bambini di oggi, il non vedere in loro la stessa gioia che provavo io e i bambini di allora. Adesso sono abituati ad un Natale giornaliero, non devono aspettarlo e meritarsi determinati oggetti, hanno tutto e subito e raramente lo apprezzano. Dopo due secondi il nuovo giocattolo non dà più nessuna gioia, sono alla ricerca continua di emozioni. I bambini hanno le sembianze di piccoli manager sballottati a destra e sinistra, hanno gli stessi impegni di un adulto, il quotidiano passa talmente veloce che non lascia traccia.
Sono assenti, stressati, la televisione, i giochi elettronici e la mancanza di dialogo con i genitori li rende estranei alla presenza delle persone, non salutano, non sono incuriositi dal prossimo vivono in un mondo loro. Babbo Natale, la letterina, l’albero, sono rimaste tradizioni esercitate più per copione che altro e con una scenografia quasi assente. I genitori sono i primi colpevoli di questa situazione, si sono adeguati ai tempi moderni nella maggior parte dei casi sono incapaci di costruire un atmosfera tale da rendere partecipe il bambino di una fiaba incantata. Parlando con alcuni miei coetanei ho trovato totale condivisione di queste mie osservazioni, avrei preferito il contrario e provo dispiacere.
Mi viene spontaneo chiedermi che ricordi avranno quando saranno grandi, cosa trasmetteranno ai loro figli. Senza dubbio preferivo i tempi passati quando dovevo scrivere la letterina, quando avevo l’ansia per l’arrivo di Gesù Bambino, Babbo Natale, la paura di ritrovarmi in casa la Befana e i Re Magi con i cammelli. Ci sono dei momenti in cui chiudo gli occhi e riavvolgo il nastro della memoria per non dimenticare quelli che sono stati momenti felici.
Riesco a riviverli tanto intensamente che sembrano veri, sento il profumo dei cibi, rivedo casa mia, l’albero, gli oggetti, le persone care.
Sono stato fortunato a mantenerli e a non perderli, sono una grande soddisfazione.