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Segreto di Stato

Scritto da Giorgio Rinaldi il 1 dicembre 2013
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Il segreto di Stato, spesso, è come il segreto di Pulcinella: tutti lo conoscono, ma nessuno può dire con certezza che è vero sino a quando il coperchio del pentolone delle vergogne non è tolto.

In genere, si ricorre a questa classificazione quando uno Stato ha commesso cose inconfessabili oppure qualche alleato, o nemico che è bene non stuzzicare, ne ha fatte di peggio.

Altre volte, ma marginalmente, sono in corso operazioni di intelligence molto delicate e non si vogliono allarmare le prede.

Ciò è quello che è accaduto, per esempio, a proposito dell’interramento di rifiuti tossici in Campania.

I fatti sono noti.

Un “pentito” di camorra una ventina di anni fa ha confessato uno dei crimini più spaventosi mai commessi dalla criminalità organizzata: l’occultamento nella propria regione di tonnellate e tonnellate di materie ad alto contenuto velenoso che negli anni avrebbero distrutto terreni, acque, piante e qualsiasi altra forma di vita, persone comprese, condannate a contrarre malattie gravissime.

I segreti, come le mozzarelle, hanno scadenza, diversa a seconda delle malefatte.

Altre volte, anche prima della scadenza imposta, per autonoma decisione delle più Alte Autorità dello Stato il segreto può essere tolto.

Alcune volte il tempo ha reso obsoleta la notizia secretata e se ne parla appena, altre, come nel caso dei rifiuti ad alta tossicità, sono una vera bomba.

Delle rivelazioni di questo “pentito” di camorra se ne parla, certo, ma si ha la sensazione di riferirsi a cose che non possono suscitare più alcuna sorpresa e nulla aggiungono a quanto già si sa.

Eppure, non è così.

Già la classificazione che si è voluto dare ai luoghi scempiati  (“terra dei fuochi”)  è errata, perché è stata mutuata un’espressione, poetica, che i primi esploratori avevano attribuito, per la presenza di innumerevoli fuochi che punteggiavano la costa e accesi dagli indigeni, a quella che noi tutti conosciamo come “Terra del Fuoco”, estrema propaggine del Sud America.

La terribile gravità di quanto è successo risiede non nella semplice spazzatura abusivamente collocata, di per sé dannosa per l’inquinamento atmosferico e delle falde acquifere, quanto dalla natura dei rifiuti: da quelli ospedalieri a materiali a contenuto radioattivo.

L’apposizione del segreto di Stato all’indagine che le forze investigative stavano portando avanti, come dichiarato alla Stampa dall’allora Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, era probabilmente giusta.

Ma, poi cosa è successo?

Quali provvedimenti sono stati assunti dallo Stato per impedire che intere popolazioni si allocassero nelle zone pericolose?

L’indagine, che avrebbe dovuto sanzionare in modo esemplare tutte le aziende che prevalentemente dal nord Italia e –pare- anche da parte dell’Europa, in stretto accordo con le cosiddette eco-mafie, hanno interrato migliaia e migliaia di tonnellate di sostanze velenose nei territori campani (e non solo…), che fine ha fatto?

Al momento, nonostante siano trascorsi 20 anni dalle rivelazioni (verificate? certe?) nulla pare sia avvenuto, se non un moltiplicarsi di morti per neoplasie, un’economia distrutta, popolazioni abbandonate alle chiacchiere di chi doveva fare e nulla ha fatto.

Nessun segreto può essere giustificato da questo che è un vero e proprio crimine contro l’Umanità.

Se in venti e passa anni non sé riusciti a raggiungere dati certi, sarà sicuramente un bene che i responsabili siano tolti di torno e se si accertassero collusioni, complicità, favoreggiamenti.., chi deve pagare paghi.

La Stampa, più di tutti, è chiamata a non lasciare le notizie tra le pieghe dei giornali o dei servizi televisivi, ma abbandoni all’ultima pagina, se proprio non si può fare diversamente, le love story di Silvio, che non interessano, queste si, a nessuno, se non alla magistratura qualora commessi reati.

A proposito del  Silvio nazionale, in tema di segreti di Stato, gli esperti potrebbero chiarire il perché fu apposto il segreto di Stato su alcuni lavori effettuati nella di lui villa in Sardegna, ritenuta la notorietà degli stessi e la facilità di averne contezza, specialmente per gli 007 di tutto il mondo che, come tutti sanno, come lavoro di copertura fanno gli impiegati del Catasto, come un tempo si chiamava, ma ora non più e non si sa perché, forse perché anche questo è un segreto da tutelare.