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Spigolature -Giovanni Battista -

Scritto da Francesco M.T.Tarantino il 5 ottobre 2011
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Giovanni Battista

Di lui è scritto, nel Cantico di Zaccaria, all’interno del Vangelo di Luca, cap.1, verso 76: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo”. Più avanti al cap.7, verso 26 e 28; Gesù ribadirà che Giovanni “…è uno più di un profeta. […] fra i nati di donna nessuno è più grande di Giovanni”.

Anche il Vangelo di Matteo riporta le stesse affermazioni riguardo a Giovanni il Battista (cfr. cap.11, versi 9 e 11).

Dopo tali autorevoli credenziali andiamo a vedere  quale fu la missione svolta dal Battista.

Seguitando col citato Cantico di Zaccaria (sacerdote, padre di Giovanni), possiamo leggere: “… andrai davanti al Signore per preparare le sue vie, per dare al suo popolo conoscenza della salvezza mediante il perdono dei loro peccati,” (verso 77).

Giovanni predicava un battesimo di ravvedimento e invitava la gente a pentirsi e farsi battezzare e lungo il fiume Giordano svolgeva il suo compito redarguendo tutti coloro che andavano da lui e gli chiedevano cosa dovevano fare, e diceva: “Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (vedi il Vangelo di Luca al cap.3, verso 16). Con queste parole Giovanni riconosce che uno più grande di lui avrebbe battezzato con lo Spirito. Gesù stesso si recherà da Giovanni per farsi battezzare, rendendogli, così, testimonianza della validità del suo ministero.

In tutti e quattro i Vangeli è ben delineata la figura di Giovanni Battista, che è visto come il precursore della missione che svolgerà Gesù di Nazareth; la relazione che intercorre tra i due ci viene chiarita nel Prologo del Vangelo di Giovanni, cap.1 versi da 6 a 9: “Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo”.

In considerazione del fatto che il ministero del Battista era di grande impatto, e onde evitare che il suo ruolo si confondesse con quello del Nazareno, gli evangelisti con meticolosità chiariscono la differenza dei loro ministeri e la diversità dei ruoli: Giovanni compare sì, ai tempi di Gesù e si presenta come un profeta che richiama alla purezza dei costumi; egli è precursore e testimone del Cristo ma non è il Messia, non va quindi confuso o sovrapposto ad esso. Non a caso Erode, dopo aver fatto decapitare Giovanni, sentendo parlare del ministero di Gesù, pensò che Giovanni era tornato in vita; cfr. il Vangelo di Matteo cap.14, versi 1-2: “In quel tempo Erode il tetrarca udí la fama di Gesù, e disse ai suoi servitori: ‹‹Costui è Giovanni il battista! Egli è risuscitato dai morti; perciò agiscono in lui le potenze miracolose››.” e anche il Vangelo di Marco cap.6, verso 14: “Il re Erode udí parlare di Gesù (poiché la sua fama si era sparsa) e diceva: ‹‹Giovanni il battista è risuscitato dai morti; è per questo che agiscono in lui le potenze miracolose››”.

Che il ministero di Giovanni il Battista fosse dirompente è attestato, oltre che dagli evangelisti, anche dallo storico Giuseppe Flavio che narra di Giovanni fatto giustiziare da Erode nella fortezza di Macherunte presso il Mar Morto. Il fatto che tutti i capi di Israele, ed Erode, un re, ritenessero necessario uccidere il Battista a causa del suo richiamo alla giustizia della legge, nonché la sua predicazione finalizzata alla conversione e il battesimo somministrato in vista dell’imminente giudizio escatologico, attesta l’efficacia e la storicità della sua missione; anche la sua morte è figura della morte in croce di Gesù di Nazareth.

Giovanni rappresenta il confine tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, egli è uno tra i primi discepoli di Cristo, quasi un cristiano ante litteram. Il ritratto che viene fuori dai Vangeli canonici è quello, come già detto, di un profeta che annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita gli uomini e le donne al pentimento; a tal proposito possiamo leggere il Vangelo di Luca, cap.3, versi 7-17: “Giovanni dunque diceva alle folle che andavano per essere battezzate da lui: ‹‹Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l’ira futura? Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento, e non cominciate a dire in voi stessi: ‘Noi abbiamo Abraamo per padre!’ Perché vi dico che Dio può da queste pietre far sorgere dei figli ad Abraamo. Ormai la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero dunque che non fa buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco››. E la folla lo interrogava dicendo: ‹‹Allora che dobbiamo fare?›› Egli rispondeva loro: ‹‹Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto››. Vennero anche dei pubblicani (esattori delle tasse per conto dei Romani) per essere battezzati e gli dissero: ‹‹Maestro, che dobbiamo fare?›› Ed egli rispose loro: ‹‹Non riscotete nulla di più di quello che vi è ordinato››. Lo interrogarono pure dei soldati dicendo: ‹‹E noi, che dobbiamo fare?›› Ed egli a loro: ‹‹Non fate estorsioni, non opprimete nessuno con false denunzie, e contentatevi della vostra paga››. Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il Cristo. Giovanni rispose, dicendo a tutti: ‹‹Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte di me,[…] Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile››.” Anche i Vangeli di Matteo, cap.3, versi 1-12; e di Marco cap.1, versi 4-8; riportano lo stesso testo.

L’evangelista Luca nel primo capitolo del suo Vangelo si sofferma su un parallelismo tra Giovanni e Gesù che ci riporta alla storia di Abramo e Sara narrata nel Libro della Genesi al cap.17, versi 15-21.

Corre l’obbligo citare una ipotesi che gli studiosi riportano circa la possibilità che Giovanni conoscesse gli esseni di Qumran (i rotoli del Mar Morto), anzi che fosse uno di loro; si deduce dal suo stile di vita, dalla predicazione e dalla purificazione con l’acqua. Tutti aspetti, questi, che lasciano intravedere somiglianze tra Giovanni e gli esseni. Sempre come ipotesi è possibile che Gesù prima di iniziare il suo ministero sia stato un seguace di Giovanni. Ribadisco che sono solo ipotesi.

Un’ultima informazione che apprendiamo dai Vangeli riguarda l’alimentazione e il modo di vestire di Giovanni. Narrano i Vangeli di Matteo (cap.3, verso 4) e di Marco (cap.1, verso 6): “Giovanni aveva un vestito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; e si cibava di cavallette e di miele selvatico”.

Certamente Giovanni era coperto di peli, ma di sicuro, come abbiamo potuto leggere, non aveva peli sulla lingua infatti non esitò a dire ad Erode, ben sapendo a che cosa poteva andare incontro: “Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello!” (cfr. Vangelo di Marco cap.6, verso18). Infatti Erode aveva sposato Erodiada, moglie di suo fratello Filippo. Lo stesso episodio lo possiamo leggere anche nel Vangelo di Matteo al cap.14, verso 4.

Forse oggi più che mai ci sarebbe bisogno di qualche credente, di una chiesa, che come Giovanni il Battista, dicesse a qualcuno:

“NON TI È LECITO”:

-ignorare le regole più elementari del vivere civile

-usare il potere per fare approvare leggi ad personam

-possedere tre-quattro-più reti televisive per imbrogliare la gente

-indurre alla prostituzione ragazze (escort o non)

-far eleggere al Parlamento servi, lacchè e sudditi fedeli (siano essi avvocati o faccendieri)

-trafficare ingenti quantità di denaro per speculazioni di borsa

-finanziare istituzioni o favorirle (pubbliche, private, ecclesiastiche) per avere un tornaconto

-far approvare leggi contro le intercettazioni rivendicando la privacy dei cittadini quando quest’ultimi     non hanno nulla da nascondere e quindi li si può intercettare quanto si vuole

-possedere ingenti ricchezze, farne sfoggio e usarle per corrompere giudici e testimoni in vari processi

-avere una moglie e andare con altre donne

-non avere coscienza della grave crisi che stiamo attraversando ed illudersi che non ci sia

-recare all’estero una immagine degradante del nostro paese

-mettere in ridicolo la nostra democrazia

-non avere rispetto della Costituzione

-accompagnarsi con compagni di merenda che minano l’Unità d’Italia

-svendere la nazione per favorire comitati d’affari e faccendieri (furbetti o non furbetti)

-non avere nessun principio etico

-circondarsi di mafiosi e affini

-dire idiozie e minchiate

-dichiararsi cristiano

-ecc. ecc. ecc. (l’elenco potrebbe continuare ma per limiti redazionali sono costretto a fermarmi)

Sua Eminenza il Cardinal Bagnasco aveva avuto un rigurgito affermando, giustamente, che “NON ERA LECITO” a qualcuno ammorbare l’aria. Ahimè! Immediatamente i politici cattolici e tutti i sepolcri imbiancati, si sono spesi in una difesa d’ufficio strumentalizzando Cristo e i santi (la Madonna l’avevano già svenduta), ed è bastato l’accenno al non finanziamento delle scuole cattoliche per indurre Monsignor Crociata (già il nome è un programma), a rettificare e rendere vano il discorso di Bagnasco: bontà loro!

Non so perché ancora una volta mi sovviene quel verso del Vangelo di Matteo nel cap.5, che recita: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini”. Il versetto è il N° 13.