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War games

Scritto da Giorgio Rinaldi il 1 ottobre 2014
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La situazione politica ed economica dell’Italia nelle ultime settimane si è ingarbugliata notevolmente.

Tutti i punti fermi che ciascuno di noi aveva si sono inesorabilmente dissolti.

Quelle granitiche certezze di un tempo non esistono quasi più.

Distinguere tra i “buoni” e i “cattivi”, come i vecchi film western ci avevano abituato a fare, è oggi impresa ardua.

Gli schieramenti sono diventati magmatici, chi ieri era un prezioso alleato oggi è un temibile avversario, e viceversa.

 

Il tuo compagno di viaggio spesso parla la medesima lingua di chi ti sgambetta, e viceversa.

Non parliamo poi dei dati, degli indici e degli indicatori economici.

Una vera babele: un giorno stiamo per uscire dalla crisi economica e la stessa sera, invece, ci avvertono che siamo in piena recessione.

Come dimenticare le dichiarazioni del ministro-commercialista di zù Silvio che annunciava l’avvenuta ripresa e solo dopo qualche settimana ci diceva che eravamo sull’orlo del baratro?

E, l’affannosa lettura sui giornali del mattino dell’indice“spread”?

Sembrava che il nostro destino fosse legato a qualche punto percentuale in più o in meno di questo indice che ci aveva reso tutti economisti (nei bar la mattina prima di parlare della squadra di calcio del cuore si parlava dello “spread): oggi è sceso a livelli ordinari e la disoccupazione è a livelli stratosferici…

Piove e grandina nelle località balneari, ma il fatturato aumenta del 10%…

Il famoso art. 18 dello Statuto dei Lavoratori da un po’ di tempo (Fornero piangente e regnante) esiste solo sulla carta, perché sostanzialmente svuotato di reale efficacia, ma dalla mattina alla sera si parla solo di questo.

Imprenditori di fama, come se danzassero il minuetto, si danno colpi bassi e meno bassi alleandosi o rompendo alleanze con il Premier, ora osannandolo, ora buttandolo, metaforicamente, dalla finestra.

Giornalisti di fama, rischiando il ridicolo, difendono a spada tratta l’operato dell’attuale governo, oppure ne criticano l’azione anche laddove non ha fallito (emblematico il caso della ministra Mogherini assurta all’alto scranno di vice presidente della Commissione Europea e Commissaria agli Affari Esteri dell’Europa).

Sindacalisti che boccheggiano perché la “foglia di fico” che li proteggeva si è fatta troppo piccola e molte magagne (anche i lunghi e assordanti silenzi sono tali) vengono a galla.

Ex magistrati prestati, in via perenne, alla politica, ma spesso mai dimessisi dal proprio impiego, per l’ovvia quanto previdente e prosaica ragione di assicurarsi una bella e proficua doppia pensione, che dimenticano troppo presto che certi favori fatti al “nemico” qualcuno non li ha dimenticati.

Ex magistrati che tuonavano contro chi, a malapena indagato, non si dimetteva dal proprio incarico istituzionale, mentre quando è toccato a loro di essere condannati, dichiarano di non pensarci neanche a lasciare la poltrona, perché di certo gli ex colleghi hanno sbagliato per l’evidente propria innocenza.

A parte il dott. Cusani, l’unico agnello sacrificale dell’inchiesta “mani pulite”, hai visto mai che qualcuno abbia dichiarato di essere colpevole?

E, l’art. 3 della Costituzione ? No, non vale per tutti: solo per i nemici la legge si applica, per gli amici, e soprattutto per se stessi, la legge si interpreta, come da nota battuta popolare.

Avvocati che in Parlamento si sono coperti di ridicolo sostenendo parentele istituzionali di puttanelle, oggi si presentano impavidi a candidarsi all’alto seggio della Corte Costituzionale.

Economisti della prima e dell’ultima ora che non si capacitano di avere sbagliato una dopo l’altra ogni previsione, ma hanno ancora l’ardire di fornire le ricette per la crisi.

Perfino i meteorologi non ci azzeccano più col tempo, facendo arrabbiare non poco gli operatori turistici.

Che dire dei forza-italioti che devono denigrare gli ex amici di NCD perché stanno al governo con il PD mentre loro lo appoggiano dall’esterno ?

Senza poltrone, senza guida, senza politica: un vero dramma psichiatrico.

Il Premier che ogni giorno mette carne a cuocere e scompiglia tutti i giochi: da un lato fa uscire allo scoperto gli “amici del giaguaro”, i settaroli di sempre, quelli che mentre ti sorridono ti sfilano il portafogli dalla giacca, dividendone poi il ricavato con i complici nascosti (emblematiche le levate di scudi sul bonus mensile di 80 euro e le difese d’ufficio dell’art. 18 di tanti paladini senza tavola rotonda); dall’altro mette a dura prova i fans che temono il bluff, come in ogni gioco che si rispetti.

E, se quelli che hanno a cuore per  davvero le sorti di questo povero Paese per un po’ (ma solo per un po’) mettessero da parte i discorsi sul sesso degli angeli e parlassero un po’ meno (ma solo per un po’) di macroeconomia e un po’ più di microeconomia ?

Forse qualche bolletta della luce, del telefono, dell’acqua o del gas, anziché aumentare, come sta avvenendo in questi giorni, potrebbe diminuire (per ogni kw/h di corrente elettrica realmente consumato se ne pagano di tasse l’equivalente di 5 Kw/h) e tantissime persone riuscirebbero, di certo, ad arrivare con meno ansia alla fine del mese.

E’ difficile, si sa, perché il sazio non crede mai a chi è digiuno.

Ma, non disperiamo, nei war games spesso i ruoli cambiano.