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Cambiare in dieci fiabe in compagnia di Aylin

Scritto da Carlo Di Stanislao il 1 maggio 2013
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Proporre ai bambini una fiaba è un’esperienza comune, all’ordine del giorno. Ma il mondo incantato delle favole può avere anche uno scopo aggiuntivo a quello ricreativo: affrontare una situazione spiacevole, per esempio la malattia, o anche un trauma. Ha scritto Kast Verena nel suo libro: “Le fiabe che curano. Racconti popolari e psicoterapia”, edito da Red , nel 2006,  che i genitori, i fratelli, gli amici e gli amanti non sono i soli a svolgere un ruolo determinante nelle nostre vite, a influenzare i destini, nel bene e nel male. Ci sono personaggi che, magari incontrati su un libro o ascoltati in un racconto orale, hanno rappresentato per noi dei reali modelli inconsci di comportamento. Figure che è bene conoscere e ascoltare, per poi decidere se continuare a seguirne le orme o cambiare direzione.  Le storie possono giocare un ruolo importante nella terapia con bambini e adolescenti, perché li aiuta a focalizzare meglio gli obiettivi e ad affrontare con serenità le difficoltà della vita. In alcuni casi, addirittura, le favole risultano essere l’unico modo per far loro affrontare determinati temi di cui non vogliono parlare direttamente. Ha scritto nel 2001  in “Finzioni occidentali. Fabulazione, comicità e scrittura” Gianni Celati, che l’errore principale commessi dalla cultura moderna, è stato quello  di creare una cesura fra miti e razionalità in un processo della critica razionalista contro i supposti errori o le ingenuità dei miti,  romanzi e delle fiabe. E crede la scrittrice ed esperta di filosofia orientale, praticante di tuina ed educatrice Anna Capurso, che la parola possa guarire e che un libro possa avere una forza, una potenza che contengono un’energia generatrice di rinnovamento: una sveglia, uno slancio per uscire dal torpore, dallo stato ipnotico e andare verso il riconoscimento di chi si è davvero. Questa collana in dieci volumi illustrati, fatta di dieci favole, ciascuno su un sentimento, una emozione bloccata, intende dimostrare che è possibile educare il bambino e l’adulto tramite la fiaba, favorendone la cooperazione e agevolandone la guarigione. Con una ulteriore novità, quella di associare i racconti, editi dalla casa editrice etica Leggere per Cambiare (http://www.leggerepercambiareedizioni.com/) ai complessi floreali Psicophyt Remedy di Biogroup (http://www.biogroup.it/ ), giovane azienda di Medicina Biointegrata, all’avanguardia nella produzione di rimedi a base di piante officinali e di estratti vegetali con una formulazione assolutamente originale. Ogni difficoltà trattata nei vari episodi può essere curata con questi preparati, entrambi studiati per attivare stimoli psicologici capaci di agire sulle barriere dei tabù, dei non detti e delle paure che il bambino vive e non esprime, o che il genitore non si permette di affrontare. E’ questa la straordinaria innovazione che viene presentata e che mostra le inaspettate potenzialità di un approccio terapeutico sinergico che associa un rimedio ad un racconto. L’uso della fiaba nella terapia dei disturbi fisici ed emotivi è il tema affrontato nove anni fa da Paola Santagostino nel testo “Guarire con una fiaba”, rieditato da Feltrinnelli nel 2006. In quel libro l’autrice, illustrava il significato simbolico dei vari personaggi delle fiabe: l’eroe, la strega, la fata , la matrigna e così via e il percorso allegorico della fiaba tra alleati ed ostacoli, portando come esempio dei casi clinici che dimostravano che i pazienti, di ogni età, mettendo in campo il loro immaginario, senza nemmeno rendersene conto, in qualche modo investono il racconto dei loro problemi e delle loro difficoltà e poiché quasi mai riescono a concludere la fiaba ma si bloccano e non riescono a dare una risoluzione, mostrano a loro stessi il contenuto delle loro “interruzioni” esistenziali. Qui Anna Capurso va oltre e non solo perché inventa fiabe nuove, ma perché ci fa a comprendere come riproducano le tappe fondamentali dello sviluppo individuale e dell’evoluzione collettiva, ogni fiaba diviene salvifica nei rapporti individuali e genitoriali ed anche metafore della storia dell’umanità. Profonde come il celebre saggio (del 1988) di Maria Varano: “Guarire con le fiabe: come trasformare la propria vita in un racconto” (edito da Moltemi), le storie sono scritte in modo semplice, acuto ed attento, vergate soppesando immagini e parole, capaci di creare un humus ed un “mood” che risveglia la coscienza di giovani ed adulti e la voglia di cambiare per comprendersi e realizzarsi al meglio.