www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 216 - Aprile

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Sabino Caronia

Caro Francesco,

ho letto con piacere il tuo volume “Memorie di alberi recisi” di cui ancora ti ringrazio.
In occasione del conferimento del Premio Strega 1972 al suo “Paese d’ombre” Giuseppe Dessì disse una frase che ancora ricordo: “Ho scritto un romanzo per salvare una foresta“.

E’ una considerazione che ben si adatta al tuo libro certo molto più che a tanti altri libri che hanno come oggetto l’attualità ecologica, un libro ‘necessario’, vorrei dire, che ben rende testimonianza della tua grande sensibilità e umanità.

La tematica foscoliana, riproposta nell’attualità drammatica di un tempo come il nostro che sembra voler rimuovere anche la memoria, è svolta con attenzione sia relativamente alla storia dell’incivilimento umano che a quel ‘privato’ modo di essere nella condizione umana che tutti ci deve riguardare se ancora vogliamo guardarci allo specchio e riconoscerci uomini , atleti di quella ideale staffetta che è il cammino delle generazioni, partecipi di quella comunione dei santi’ che per ogni individuo sensibile  non dovrebbe mai essere solo un semplice atto di fede.

Un libro religioso dunque, se è vero, come è scritto nell’attenta e partecipe introduzione di Francesco Aronne, che gli alberi e le piante del camposanto possiedono anche “un importante significato sacrale”, danno, meglio di tante altre cose, il senso di una fiera lotta contro l’oblio, contro quella tragica rimozione della morte che è una delle più gravi iatture della attuale società tecnologica.

Il tutto nella misura esatta del sonetto, in versi appassionati, nel cielo ad occhi aperti di quella poesia che sfida ogni barbarie e, per usare le parole di Foscolo, “vince di mille secoli il silenzio“.

Un caro saluto.
Tuo Sabino