È così che va
il primo ha l’oro in bocca
la seconda l’argento vivo
il terzo una pacca sulla chiappa
la poesia scende goffa dal podio
inciampa nei sofismi, ruzzola tra le angherie e si rialza
con la faccia tosta di chi è avvezzo
a fare finta di niente
rido dei suoi acciacchi
e della mia ipocrisia
perché anch’io ho mangiato prugnoli e capretto a tradimento
e presto, fisco permettendo,
infilerò l’assegno nelle Trebisacce
non son fiera di versi che un padre non possa leggere
senza maledire il giorno in cui il suo sperma mi ha eruttata
ma non rinnego la rabbia con cui ho sputato veleno
condito di rammarico e annegato nel sangiovese
sono qui per questa terra a lungo ignorata
che ora si vendica riempiendomi la bocca di oleandri e il naso di lucciole
sono qui per quel quarto di sangue calabro
che mi porto dentro come un ordigno impaziente di esplodere in silenzi
poeti e giurati
finiremo tutti nel limbo dei senza fede
la pancia gonfia di vanita’
le orecchie sature di cerume insindacabile
venissero i briganti, i mafiosi e i fratelli massoni
a fare piazza pulita di medaglie e allori
a radere al suolo premiopoli
e a bruciarne i tentacoli
qui il mare è troppo vecchio di bellezza
per tollerare l’affronto di versi sciatti e spettinati
e la montagna onora i latitanti ma non i venduti
comunque sia
neanche qui si riesce a dormire
dietro il muro di destra il Poeta russa come un unno
dietro quello di sinistra due galli mannari se le cantano di santa ragione
e dietro quello di mezzo i tasti picchiettano parole maldestre
pur di non dire grazie
Roseto Capo Spulico
1 giugno 2012