Di un unico pensiero ho pieno il cuore:
la tua ascesa in un cielo diverso
che non ha confini e neanche fragore,
dove puoi dettarmi l’ultimo verso.
Hai ricongiunto ogni latitudine
nell’attimo in cui hai spiccato il volo
lasciando i tuoi cari nell’inquietudine,
gli amici sbigottiti e me da solo.
Eri il conforto e la consolazione,
il punto fermo delle passeggiate
infrante da un’eterna discussione
sulle tesi diverse e scombinate.
Non volevamo lasciarti andar via
perché avevamo paura del vuoto,
senza di te non c’è eucaristia
ma lo smarrimento verso l’ignoto.
Quel che mi resta è un sorriso e una traccia
da percorrere e sottolineare
ogni volta che mi darai le braccia
e io allora mi lascerò cullare.
Posso chiamarti fratello o anche amico,
versare ancora un’ultima lacrima
mentre vai di spalle nel tuo vico
e mi lasci un sigillo dentro l’anima.
*Questo estremo omaggio a Gaetano per volontà della famiglia e degli amici doveva essere letto in chiesa. L’arroganza feudal-cattolica, l’insensibilità ela partigianeria di un prete gretto e inadeguato, con la faccia da prete, non lo ha permesso, recando offesa alla memoria di Gaetano, che avrebbe meritato non una, ma cento poesie, alla sua famiglia e ai suoi amici.