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Guai per il sesso

Scritto da Carlo Di Stanislao il 1 marzo 2012
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Si chiama dipendenza da sesso o satiriasi o in molti altri modi (ipesessualità, sex-adduttion) ed ha riguardato, nel passato più o meno recente,  molti potenti.

Dicono gli psicologi che trattasi di un disturbo nel quale il soggetto ha l’ ossessione di avere rapporti sessuali o comunque di pensare al sesso, sviluppando, quindi, una dipendenza identica a quella che si può avere per un qualsiasi tipo di droga.

La dipendenza  è in  taluni casi progressiva, aumentando di intensità col presentarsi concomitante di una forma di saturazione sessuale.

Sicchè, per poter soddisfare la propria pulsione può verificarsi nel soggetto la ricerca sempre più intensa di rapporti sessuali tendenti all’osceno o al perverso.

E, a quanto si legge, pare che la cosa riguardi ancora un ex-potente del mondo, l’ex direttore del Fondo monetario internazionale e candidato in pectore della sinistra francese per la corsa al’Eliseo,  Dominique Strauss-Kahn, di nuovo, dopo l’incresciosa vicenda della cameriera di New York, in stato di fermo per “sfruttamento della prostituzione” e “appropriazione indebita”, in una sordida  vicenda di escort all’Hotel Carlton di Lille.

L’inchiesta è puntata su una rete di prostituzione organizzata nella cittadina francese,  di cui Strauss-Kahn avrebbe beneficiato tra il 2010 e il 2011. Ed in più beneficiando di soldi “aziendali”.

Ora capita che in Francia sia legale pagare delle donne per sesso, ma ciò che è imputato a Strauss-Kahn, è di averlo fatto  attraverso imprese di suoi due amici, che poi avrebbero presentato il conto come spese societarie.

L’ex potente di nuovo nel mirino, dovrà rispondere sulle serate a luci rosse alle quali avrebbe partecipato a Parigi e Washington, chiarendo in particolare se sapesse che le ragazze che vi prendevano parte erano delle prostitute.

L’ultimo dei viaggi in questione avvenne dall’11 al 13 maggio a Washington, proprio la vigilia del suo arresto  per la vicenda del Sofitel.

Strauss-Kahn sarà incriminato se il magistrato riterrà che era consapevole che le donne coinvolte nei festini a Lille erano prostitute e venivano pagate con fondi illeciti dal manager di una società di costruzioni. L’ex ministro avrebbe anche partecipato a un party in un hotel di Parigi insieme al capo della polizia di Lille e al presunto organizzatore del giro di prostitute, “Dodo la Saumure”, titolare di alcune saune e sale per massaggi in Belgio.

Per l’ex numero uno dell’Fmi, uscito indenne dalle accuse di stupro di una cameriera del Sofitel di New York e da quelle della scrittrice Tristane Banon,  c’è ora il rischio di nuovi e ancora più seri guai giudiziari.

Finora, la sua difesa ha sempre negato lui fosse al corrente che le serate organizzate presupponessero il pagamento delle ragazze come prostitute e, fossimo in Italia, troveremmo anche molti deputati pronti a giurarlo.

Tornando più seriamente al disturbo di cui il francese (e non solo) soffre,  si dice che la causa  può derivare da traumi e che, comunque, esso va  affrontato con psicoterapia individuale o di gruppo, all’interno della quale viene applicato un metodo leggermente diverso da quello usato nell’astinenza (utilizzato ad es. nelle dipendenze da alcol e droghe), un procedimento che si prefigge l’obiettivo di spingere il soggetto a superare l’ossessiva percezione del bisogno e ritornare ad avere un sano rapporto con la sessualità.

Ora speriamo che oltre che un nutrito team di avvocati, Strauss-Kahn abbia anche un buon gruppo di medici.

Ciò che mi colpisce, in questa come in altre più cruente vicende, è l’immagine delle donne coinvolte: sempre colpevoli, riprovevoli e da disprezzare.

Le autorità occidentali, attraverso i media, denunciano spesso i comportamenti discriminanti e vessatori, contro la donna, presenti all’interno della cultura islamica.

Ma davvero, mi chiedo,  la cultura occidentale tutela i diritti delle donne?

Ad esempio, nel caso della cameriera del Sofitel, in quanti (anche donne) hanno pensato che Strauss-Kahn è caduto in una trappola sessuale ed in quanti pensano che, in fondo, in ogni abuso ci sia stata la complicità colpevole della abusata?

Possiamo tranquillamente  dire che la violenza sulle donne non è mai venuta meno nel corso della storia ma possiamo anche dire che i diritti acquisiti, una maggiore consapevolezza della condizione umana , una maggiore attenzione a ciò che riguarda l’essere persona in termini di rispetto e di scelte ha fatto si che la questione della violenza emergesse in tutta la sua portata. Anche se poi, quanto a pene comminate ci sarebbe ancora da discutere.

Volendo tentare di rintracciare le cause da un punto di vista psicoanalitico potremo focalizzare l’attenzione su un aspetto che ci sembra stia venendo meno nella nostra società, vale a dire il declino della Legge, cioè tutti quei principi che nel contesto della cultura delle relazioni familiari fungevano da puntelli, da regolatori rigidi rispetto ai vari ruoli, alle varie funzioni inerenti i diversi componenti la famiglia.

E se oggi si assiste ad una recrudescenza di violenza nei confronti della donna , ci sembra di poter sostenere che una delle cause principali possa essere individuata nella decadenza del limite, della’etica, della morale, della coscienza, individuale e collettiva.

Il consumismo sfrenato a cui siamo continuamente sollecitati porta in via immaginaria a riproporre il godimento tutto, senza limiti, con la tragica conseguenza dell’eliminazione dell’Altro, laddove la felicità è appannaggio dell’acquisizione di un avere totale, esclusivo, se vogliamo autistico non condivisibile.

Come ha scritto Maria Rita Cingolani, esperta della questione, se perseguire il godimento-tutto comporta il consumo sfrenato e mai esaustivo degli oggetti, (laddove anche l’altro-donna è concepito come oggetto da consumare),nell’utopica idea immaginaria di una possibile conquista della felicità, è solo nell’accettazione dell’esistenza dell’alterità dell’Altro, che sarà possibile accedere ad una soddisfazione che scaturisca dal suo riconoscimento e ricongiungimento.

Scriveva Lou Andreas Salomè in “La materia erotica”: Nell’amore avvertiamo questa spinta, diversa da ogni altra, ad unirci l’uno nell’altro proprio sotto l’impulso della novità, dell’estraneità, di un qualcosa che è stato forse presentito e desiderato ma mai realizzato…

Nell’amore, appunto, e non nel sesso sfrenato che porta allo stupro o al consumo, come in un supermarket.

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