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Il governo tassa e la sinistra si abbassa

Scritto da Giuseppe Sola il 6 gennaio 2012
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Credo che nessuno in Italia si aspettasse da Monti e dai suoi professori miracoli. Nemmeno credo che c’era bisogno di luminari per alzare le accise sul gasolio. Le misure prese sono inique e squilibrate.

E’una manovra che colpisce per far cassa la parte più debole del paese. Una classe sociale che ha già pagato in termini di precarietà, di diritti sociali, che da anni non vede un aumento del proprio stipendio.

Nel nostro bel Paese il 10% della popolazione è in possesso del 45% della ricchezza. E’ un dato vergognoso, se pensiamo che non c’è traccia di una vera imposta patrimoniale per riequilibrare un po’ le cose. Sono d’accordo con chi ritiene recessiva questa manovra che mette il paese in ginocchio.

Per questo oggi è essenziale il pieno sostegno a chi si oppone a questa manovra, a tutti quelli che vogliono essere punto di riferimento per chi vuole fare una battaglia di sinistra; ma non di una sinistra qualunque: di una sinistra incardinata in una prospettiva di socialismo democratico.

Per questo motivo occorre che il malcontento non sia gestito da forze demagogiche (Lega e IdV).

Occorre costruire un rapporto serio tra le forze di sinistra, un rapporto serio con l’ala del PD che non si è entusiasmata con questi provvedimenti.

La scelta di Bersani e del suo gruppo dirigente di seguire i banchieri Monti e Passera porterà all’inevitabile scioglimento di questo Partito, se non altro perché ha accentuato le profonde contraddizioni che in esso albergano. Il segretario del PD ha messo in atto la premessa per la sua prossima estinzione, appoggiare così incondizionatamente il governo dei banchieri è l’inizio della fine perché è un governo voluto, preteso e appoggiato dai vaticanisti Casini-Fini-Rutelli e dalla parte più ambigua dei filo berlusconiani. Insomma un bel miscuglio di spazzatura indifferenziata dell’attuale classe politica senza identità e anima.

Re Giorgio facendo nascere questo governo di banchieri che non tocca i poteri forti, che non liberalizza un bel niente a partire dalle farmacie ai notai, che non impone che l’8xmille sia devoluto solo allo Stato, che non pretende che la chiesa paghi l’ici (imu), ha solo lasciato liberi i ricchi di fare quello che vogliono ma ha ridotto i lavoratori e i pensionati a schiavi, che devono pagare la crisi e sostenere la ricchezza dei pochi. Lupi rapaci che hanno il coraggio di definirsi cattolici. Una congiura per liquidare ogni prospettiva di governo di sinistra. Anche se dobbiamo riconoscere che la situazione attuale è il corollario di una profonda crisi della politica che ha caratterizzato tutta la seconda Repubblica, colpe che vanno attribuite in egual misura sia al centro destra che al centro sinistra.

E comunque non tutti i mali vengono per nuocere, perché proprio la rottura del più grosso soggetto politico del centro sinistra sarà la via maestra per ricostruire una sinistra che richiede un patto di unità di azione tra le forze politiche di sinistra, un patto che va attivato al più presto, con una chiara identità socialista democratica.