Un poema sul silenzio di Abele che Lucianna Argentino indaga affrontando problematiche teologiche antiche e attuali. Nella Bibbia Abele compare muto ed è nominato poche volte, a differenza di Caino e la poetessa incentra il suo interesse su questo aspetto inventando un dialogo di Abele con la madre, in modo da restituire al personaggio la sua dimensione, tanto è vero che Alessandro Zaccuri, nell’introduzione, lo sottolinea: scommettendo con forza sulla necessità di rendere ad Abele e ad ogni vittima il ruolo centrale che da sempre hanno conquistato con il sangue… (leggi tutto)