www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 222 - Ottobre

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Oltre 20000 Docenti Universitari di 82 Università italiane sono “in rivolta” contro il blocco delle classi e degli scatti stipendiali.

Le ragioni della “rivolta”
Nella legge di stabilità  in discussione alla Camera non è più reiterato per il 2016 il blocco delle classi e degli scatti stipendiali della Docenza Universitaria, rimasto in vigore per cinque anni, dal 2011 al 2015, ma non vengono riconosciuti gli effetti giuridici del quinquennio 2011-2015.

Invece per tutti gli altri dipendenti pubblici il blocco è cessato fin dal 1° gennaio 2015 e sono stati riconosciuti gli effetti giuridici del periodo 2011-2014.

La discriminazione è lampante e lesiva anche della dignità: la Docenza non è spesa improduttiva da tagliare! E ciò a prescindere dal danno economico, notevole soprattutto per i più giovani.

Per evitare equivoci e strumentalizzazioni i Docenti precisano che non chiedono nessuna restituzione né arretrati per il quadriennio 2011-2014. E non chiedono neanche aumenti di stipendio, ma solo di poter percepire dal 1° gennaio 2015, come tutte le altre categorie del pubblico impiego, le retribuzioni che sarebbero spettate loro in assenza del blocco del quadriennio 2011-2014.

Le richieste
Le classi e gli scatti stipendiali vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio 2015, la stessa data in cui sono stati rimossi blocchi analoghi per tutti gli altri dipendenti pubblici. Il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015, come avvenuto per tutti gli altri dipendenti pubblici.

Le azioni messe in atto dai Docenti
Hanno scritto una lettera  inviata al Presidente della Repubblica, firmata da oltre 14000 Docenti e consultabile, con nomi e sedi dei firmatari, sul sito web:

https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home/lettera-al-presidente-della-repubblica-2015

Sullo stesso sito è pubblicata la risposta del Presidente, giudicata molto positiva.

Stanno premendo sul Ministero, causando lo slittamento temporaneo dell’esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2011-14, promossa dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che valuta solo gli Atenei e permetterà, fra l’altro, al Ministero di distribuire nel 2016 fondi agli Atenei, operazione che usualmente avviene nell’arco dell’anno) fino a quando essi stessi non saranno valutati ai fini dell’ottenimento dell’avanzamento di classe o scatto. La legge Gelmini prevede infatti che l’avanzamento sia ottenibile solo previa valutazione positiva.

Sono l’unica categoria del pubblico impiego ad essere soggetti a valutazione e chiedono di essere valutati al più presto per ottenere gli avanzamenti dovuti, meglio non appena fra 15 giorni sarà approvata la legge di stabilità e le loro richieste accolte nella legge stessa. Se tra 15 giorni otterranno di essere valutati per i loro avanzamenti cesserà anche la pressione sulla VQR.

Nel frattempo la pressione sul Ministero ha già portato a 120 delibere di Consigli di Dipartimento e di Senati Accademici o lettere indirizzate ai Rettori in 40 Sedi Universitarie diverse (e crescono di giorno in giorno, sono pubblicate sul sito web sopra citato) e un primo slittamento della VQR.

Per chiarimenti e contatti:
Carlo Ferraro – Politecnico di Torino (334 8883070 oppure 347 8474842 carlo.ferraro@polito.it)
Paolo D’Achille  –  Università Roma Tre (333 8999803 paolo.dachille@uniroma3.it)