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Quando recitare diventa passione

Scritto da Anna Cava il 1 giugno 2015
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<<La performance non è un’illusionistica copia della realtà, né la sua imitazione. Non è una serie di convenzioni accettate come un gioco di ruolo, recitato in una separata realtà teatrale. L’attore non recita, non imita, o pretende. Egli è se stesso >>. Così scrive Jerzy Grotowski a proposito dell’arte teatrale, ed è proprio questo che sei giovani ragazzi sono riusciti a trasmettere ad un’intera platea. Davide Fasano, Mariella Rotondaro, Andrea De Luca, Sara Galizia, Marco Maradei, Maria Pia Perrone, hanno portato in scena con la loro spontaneità e con l’aiuto di registi, tecnici audio e assistenti di scena, conciliando impegno e passione, l’esilarante commedia di Neil Simon, Il prigioniero della 2nda strada.

Protagonista della commedia è una famiglia di New York. Mel (Davide Fasano) non riesce a dormire a causa di una serie di irresistibili nevrosi. La grande città, con il suo traffico, i suoi umori e i suoi odori, diventa insopportabile per il protagonista, ma che nonostante tutto non vuole abbandonare.

In realtà, il malessere di Mel, da ventidue anni dirigente di un’azienda, ora in piena crisi economica, è dovuto al suo licenziamento. Trovandosi così, senza più certezze, si lascia andare in uno stato di sconfortante depressione, nonostante le cure amorevoli e il tentativo di infondergli coraggio della moglie Edna (Mariella Rotondaro).
Quest’ultima tenterà di riprendere il lavoro di segretaria , ma il suo successivo licenziamento marcherà la “tragicità” di questa condizione di sospensione materiale ed umana.

L’alternarsi dei toni riflessivi e dei momenti di humor hanno determinato il successo della commedia, e conquistato il pubblico che ha accolto a suon di applausi, a fine spettacolo, i giovani attori.