www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 216 - Aprile

Dopotutto sono solo 100

Scritto da Giuseppe Sola il 1 settembre 2014
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Qualche sera fa, con tutti gli amici di Faronotizie, ci siamo ritrovati a festeggiare la pubblicazione di questo numero 100.  Mi chiedevo cosa avrei potuto scrivere. Poi mi sono ricordato che quello che dovevo scrivere per festeggiare questi primi 100 numeri, lo avevo già fatto qualche anno fa e rivedendo i miei vecchi appunti ho capito che quei pensieri erano sempre validi e rappresentano ancora oggi il mio sentimento verso questo giornale. Il 100° numero non poteva capitare in periodo migliore, un mese ideale come settembre, quando tutti ritorniamo alla normalità della vita quotidiana. Sfogliare le nostre pagine di certo non vanificherà i benefici delle vacanze, anche per quelli che desistono a leggerci. Ci aiuterà a riflettere sul nostro futuro e sul futuro della nostra terra. Continuerò, e credo continueremo, a scrivere ogni volta che saremo preoccupati e indignati e su tutto quello che non va in questo mondo, ma in particolare su questa nostra terra malata. Molti degli amici che riempiono con le loro parole, con i loro pensieri, le pagine di questo giornale sottraendo del tempo al loro lavoro, alle loro cose, potrebbero farne sicuramente a meno, la loro vita non cambierebbe minimamente e di questo ne sono certo. Nessuno è alla ricerca di gloria, né di occupare un posto in prima fila nelle giornate che contano. Continuiamo a stare seduti molto spesso in disparte e sicuramente dalla parte del “torto” consapevoli che sottoscrivendo con le nostre firme, le nostre parole, che possono piacere o non piacere si diventa facili bersagli di chi non si mette mai in gioco. Scavare nella storia recente e passata di ognuno di noi è facile gioco per chi ne estrae un dettaglio e lo utilizza come elemento denigratorio. Restiamo al nostro posto con il nostro passato, mai da rinnegare, restiamo per colmare un piccolo vuoto, per un interesse per la vita, senza stipulare nessuna sorta di patto con nessuno, cerchiamo di fare la nostra parte, al meglio delle nostre possibilità. Politica, religiosità, spiritualità e attualità su queste pagine s’incontrano e si scontrano, la linea editoriale può andare aldilà della semplice comprensione perché è libera, e proprio questa libertà ci porta molto spesso sullo stesso binario. Guardiamo il mondo con gli occhi dei nostri corrispondenti, con le loro storie personali, con i loro timori, con i loro amori, con i loro dolori, per una terra lontana, dove noi abitiamo e ce ne preoccupiamo. Abbiamo conosciuto persone attraverso queste pagine che non avremmo mai incontrato. Abbiamo visitato luoghi che non avremmo mai visto. Abbiamo avuto la possibilità di aprire una piccola finestra sul mondo. E’ sbagliato tutto questo, è sbagliato interrogarsi, cercare di smuovere qualche coscienza? Credo di no, fa parte del nostro modo di essere, del nostro comprendere, del nostro non arrendersi.  Interpreti, forse a modo nostro, di quel sentimento di vera partecipazione e democrazia che è l’informazione.  Attraverso i pochi strumenti che abbiamo a disposizione, esercitiamo un diritto che diventa un preciso dovere per poter intervenire con cognizione di causa a commentare scelte d’interesse  generale. Incoraggiamo on line la partecipazione per condividere esperienze, battaglie in difesa di un diritto violato. Si tratta di senso di responsabilità, dove nessuno deve vergognarsi o retrocedere rispetto al proprio pensiero, si tratta di libera convivenza capace di valorizzare in pieno la dignità e le capacità di ogni singolo individuo. Tutto questo, è l’esperienza che posso testimoniare in questi anni di collaborazione, tutto questo è quello che ho potuto scrivere. Allora avanti, dopotutto sono solo 100.