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All’insaputa

Scritto da Giorgio Rinaldi il 1 agosto 2013
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Scrivo questo articoletto a mia insaputa, come, a loro insaputa, tanti altri giornalisti avranno fatto in queste settimane, e –forse- anche prima, allorché un Ministro della Repubblica Italiana lanciò questa singolare moda quando dichiarò alla stampa di trovarsi, a sua insaputa, proprietario di un bellissimo appartamento a Roma, che era stato pagato da terzi, a lui sconosciuti, a sua insaputa.

Da quel momento, non si sono più contate le caterve di dichiarazioni di importanti uomini politici, dette e subito dopo smentite perché frutto di esternazioni a propria insaputa, producendo (spesso il cervello non si collega alla bocca) effetti a dir poco esilaranti.

Un cavadenti delle valli bergamasche, nel tempo diventato Deputato, Ministro, Senatore e vice presidente del Senato, ha usato espressioni di eccezionale portata offensiva e razzista nei confronti di una Ministra sol perché, per il nostro, ha la grave colpa di avere la pelle di un colore diverso dal suo, che è notoriamente,  di un rubinazzo tendente all’equivoco.

Rimbrottato alla bell’e meglio, ha subito invocato l’attenuante del caso: offese pronunciate…a sua insaputa, la sua volontà era ben altra.

Non stentiamo a credergli, seppur per ragioni diverse da quelle invocate dal galantuomo.

Già nel passato si era distinto con la presentazione di una legge di riforma elettorale, ovviamente scritta a sua insaputa, che, quando se ne accorse, definì, a sua insaputa, una “porcata”.

O quell’altra volta, quando esibì una t-shirt, con raffigurazioni offensive per il mondo islamico, che suscitò una pericolosa rivolta in nord-africa: anche nell’occasione il capo di vestiario fu indossato, si seppe dopo per bocca dei suoi padrini, a sua insaputa.

Solo quando portò a spasso un maiale su un terreno dove doveva sorgere una moschea, così dissacrandolo per l’impurità che comporta l’animale per quei credenti, anche il quadrupede pascolò a sua insaputa.

La travolgente moda non ha lasciato indenne neanche il Ministro dell’Interno che, a sua insaputa, è stato scavalcato nel governo del suo ministero da suoi sottoposti di gabinetto, da funzionari di polizia e, addirittura, da un Diplomatico di un altro Paese.

Le figuracce che stiamo collezionando all’estero (a tacere la gravità degli episodi avvenuti all’insaputa di lor signori) da qualche anno a questa parte oramai non si contano più.

Per anni abbiamo avuto leader che andavano in giro a fare cucù ad altri capi di governo, a guardare le terga di prime ministre, a fare le corna nelle foto di gruppo di premier mondiali… sempre però, a dire il vero, a loro insaputa.

Da ultimo, anche i feroci soldatini penta-stellati hanno trovato utile vestire l’insaputa casacca all’ultima moda quando i giudizi emessi sul nostro Capo dello Stato, o altri su argomenti a piacere, necessitavano di strategiche ritirate, effettuate, al solito, a propria insaputa.

Certo è che quando le cose avvengono a propria insaputa è una bella comodità.

Se è di tuo interesse approfitti, altrimenti sconfessi !

Ma, oltre alla decenza e all’intelligenza ci sono altri limiti a questa moda pret a porter : la responsabilità politica.

Espressione pressoché sconosciuta al nostro ceto politico che è irresponsabile per definizione e natura.

Laddove nessuna persona con un minimo di senso del dovere e di pudore avrebbe resistito nell’incarico pubblico per più di un nanosecondo, in Italia il precetto morale non viene ritenuto neanche come mera ipotesi.

Paese che vai, usanze che trovi.

Possibile che da noi le usanze sono sempre le peggiori ?

A nostra insaputa, s’intende !

One Response so far.

  1. Caro GIorgio, ai tempi invece che a nostra insaputa, ci si parava dicendo “…nom c’ero, e se c’ero dormivo…”. Cambiano le generazioni ma i furbetti hanno sempre in mano il microfono… O no?
    Comunque gli altoparlanti spesso sono alternati alla mancanza di sonoro…

    Buona estate.