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Basta con le sciocchezze!

Scritto da Giorgio Rinaldi il 5 novembre 2012
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Il terremoto che ha colpito l’area del Pollino e, principalmente, Mormanno, non è comparabile con gli altri terremoti che hanno flagellato negli ultimi tempi il nostro Paese: Abruzzo ed Emilia.

I danni, in termini di vite umane e distruzione di immobili che si sono verificati in quelle zone sono stati di enorme gravità.

I comuni calabro-lucani hanno patito, e patiscono, gli effetti di un terremoto particolarmente subdolo.

Tante piccole scosse che per anni hanno minato la stabilità delle case e la salute delle persone che le abitano, come le disgraziate popolazioni che vivono in Medio Oriente, sottoposte a continui attentati terroristici e bombardamenti: gutta cavat lapidem (dagli e dagli…).

Mormanno poggia su una faglia lunga 25 Km con direzione nord/nord ovest-sud/sud est, ad altissimo rischio sismico.

Con una economia disastrata, una popolazione in continuo esodo migratorio, dimezzatasi negli ultimi decenni, con tante vecchie case abbandonate, un mercato immobiliare pressoché inesistente, un terremoto che ha lasciato quasi il 50% delle abitazioni inagibili o quasi inagibili e con una montagna sovrastante la periferia del borgo che dà concreti segni di cedimenti franosi.

Un mio amico mi ha detto per telefono, abbandonando la sua casa insieme a tutta la famiglia perchè seriamente lesionata, che lui non aveva i soldi neanche per tinteggiarla, figurarsi per le impegnative e costose opere di ripristino e messa in sicurezza!

E’ di tutta evidenza che le immediate quanto prudenti dichiarazioni di verifica delle condizioni comportanti una vera e propria emergenza nazionale, come richiesto dalla legge 100/12, che porterebbero alle erogazioni di contributi per il risanamento delle case, sono state dettate al momento senza tener conto dello stato complessivo di degrado dell’intero borgo, ma soffermandosi solo all’evidenza del difetto di crolli e alla mancanza di morti e feriti.

Queste dichiarazioni dei responsabili della Protezione Civile hanno innescato, per contro, reazioni da parte di giornalisti-salottieri che hanno cianciato di una presunta “anticalabresità” (a tacere la panzana dei “terremotati di serie B”),  come se l’Italia fosse pervasa da sentimenti ostili alla Calabria (e la Basilicata dove la mettiamo?).

Nulla di più falso!

Anzi, il sentimento collettivo nazionale è di piena solidarietà nei confronti di intere popolazioni che sono prigioniere della più potente criminalità organizzata del mondo e vittime della più ottusa, famelica e rapace classe politica della Terra.

Questo giornale ha ricevuto tante manifestazioni di sincera solidarietà e di apprezzamento per la compostezza, la serietà e la civiltà rilevate anche solo dalle immagini televisive trasmesse continuamente in tutti i telegiornali di quasi tutte le reti televisive per giorni e giorni.

Non crederanno i soliti professionisti del vittimismo regionale (se ne trovano tutti i giorni e di tutte le regioni: alle loro manifeste incapacità oppongono sempre una congiura di forze misteriose che vive solo per danneggiare i calabresi o i campani o i siciliani o i molisani e così via) che il terremoto del Pollino possa occupare sempre la prima pagina di stampa e televisione e sia più importante dell’uragano che ha colpito duramente milioni di persone della costa orientale degli Stati Uniti ?

Nessuna persona vittima del terremoto del 26 ottobre ha bisogno dell’invio di cappotti, scarpe e pannolini.

Per inciso,  è pure capitato che i terremotati abbiano sfamato qualcuno della protezione civile…

Si chiede solo che “chi di dovere” decida se Mormanno debba continuare ad esistere oppure no.

E, si chiede a chi ha responsabilità istituzionali di solo imitare gli omologhi di altre zone vittime di terremoti che non si sono limitati a bussare alle porte di chi i quattrini li deve dare, ma hanno minacciato di buttare giù la porta per essere ascoltati e spiegare le proprie ragioni.

Se la scelta è quella di far vivere il borgo, occorrerà che da qualche parte si finanzi la messa in sicurezza dell’abitato ( i cittadini che ancora vi risiedono è escluso che lo possano fare da soli: la maggior parte delle case sono attaccate l’una all’altra e la messa in sicurezza non può riguardare un singolo immobile ma ha caratteristica globale) in modo serio: la faglia è sempre sotto l’abitato, e lì resterà, talchè si può fare solo della prevenzione rendendo quanto più sicure possibili le case.

Questo comporterebbe anche una ripresa dell’economia locale con una conseguente rivitalizzazione di tutta la società cittadina e zonale.

Lo Stato è giusto che intervenga e subito, ma anche gli altri devono fare la loro parte e dare l’esempio.

Innanzitutto la Regione potrebbe cominciare a vendere la “sede di rappresentanza” che ha a Roma, a dismettere quella di Bruxelles, se ancora attiva (240.000,00 euro annui) e forse altre… che non servono a nulla e a nessuno, se non a pagare stipendi d’oro, e con il ricavato dare un apprezzabile contributo al risanamento di questo piccolo ed operoso borgo e di quant’altri nell’area ha avuto il medesimo dramma.

In attesa della “sveglia”, facciamo nostro l’appello del Comune di Mormanno alla concreta e tangibile solidarietà “via bonifico bancario o bollettino postale” ed invitiamo tutti i nostri lettori a fare ciascuno la propria parte, come sente di farla, piccola o grande che sia.