www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 216 - Aprile

(S)COSTUME

Scritto da Francesco M.T.Tarantino il 2 febbraio 2012
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A Mormanno si può!

Ti piacerebbe essere al centro dell’attenzione, comportarti da sbruffone, contravvenire alle leggi e fare quello che vuoi?

Ebbene, perso tra i monti, sulla statale 19, nel Parco del Pollino, c’è un posto dove puoi realizzare il tuo sogno: è MORMANNO!

Non è un posto unico, dato che è accomunato con tutti quei postacci dove le leggi non sono applicate, anzi vengono dileggiate proprio da chi dovrebbe essere garante della legalità.

Pertanto chiunque ha voglia di rompere qualcosa, qualunque cosa (compresi i coglioni), a Mormanno lo può fare. Provare per credere!

Supponi che ti svegli una mattina e ti gira di rompere il muso a qualcuno che ti sta antipatico, lo puoi fare, l’unica accortezza che devi avere è quella di scrivere al Comune e dare delle motivazioni, anche se non c’entrano niente con l’accaduto; sta’ sicuro che a colui che ti stava antipatico e al quale hai rotto il muso, gli verrà recapitata una lettera dove lo “inviteranno” a non girare per il paese altrimenti tu glielo romperai di nuovo.

Un’altra mattina ti verrà in mente di tagliare le gomme di una macchina, regolarmente posteggiata, lo puoi fare perché nessuno infierirà contro di te, (ricordati sempre di scrivere qualche cazzata al Comune), vedrai che scriveranno al proprietario della macchina per “invitarlo” a non circolare, altrimenti tu gliele taglierai di nuovo. (Dimenticavo, quando scrivi, la lettera la puoi far firmare anche da qualcun altro, nessuno si chiederà se l’hai scritta tu!).

Una sera, sul far della sera, passeggiando con una ragazza vestita un po’ osé, decidi di stuprarla; lo puoi fare; tanto, scrivendo la solita letterina in cui motivi, approssimativamente, la tua scelta; sta’ certo che scriveranno alla ragazza e la “inviteranno” a non vestirsi più in modo spinto anzi, la “inviteranno” a non uscire più di casa, altrimenti la stupreranno di nuovo.

Metti ti viene voglia di fare una rapina in banca. Nessun problema! Si può fare; tanto “inviteranno” la banca a trasferire la sua sede, altrimenti la rapinerai di nuovo

Magari un pomeriggio ti viene la voglia di recarti al Camposanto e di distruggere qualcosa (un leggio, per esempio,) che ti infastidisce, nonostante trattasi di luogo sacro, potrai abbandonarti ad atti vandalici, ignorando il reato di danneggiamento, forse di vilipendio, ma di sicuro ignorando l’offesa ai morti, prima, ai vivi, dopo.

Tranquillo! Basta tu scriva una letterina e qualcuno, a sua volta, scriverà a chi ha posizionato quel qualcosa (il leggio), “invitandolo a non ricollocarlo” altrimenti il vandalo lo distruggerà di nuovo.

(Dimenticavo se hai difficoltà a motivare le tue “malefatte” può  richiedere la consulenza di qualche “funzionario” del Comune  e ti sbroglierà la matassa con argomentazioni che vanno dal fantasioso al ridicolo ma che saranno efficaci perché qui da noi impera l’idiozia).

E si! A Mormanno si può!

(SIC!)

Ahimè! I guasti nefandi del berlusconismo si insidiano, a prescindere dall’ideologia, ovunque; e anche il paesello non poteva restarne indenne; che volete!? Se un presidente del Consiglio (per fortuna ex), invita a non rispettare le leggi e dà esempio di come si può fare quello che si vuole, è chiaro che i sudditi cercano di imitarlo. Ecco il malcostume: lo SCOSTUME!

A onor del vero, qui da noi, resta ancora in piedi, e a testa alta, una istituzione che cerca di difenderci dagli abusi e dall’illegalità: è la benemerita Arma dei Carabinieri; che è sempre attenta alle istanze dei cittadini onesti che chiedono di essere tutelati nei loro diritti: non è poco!

In un paese che sta andando alla deriva, dove non si capisce bene l’intreccio tra interessi politici, economici, ortofrutticoli, dove la cultura viene ignorata, calpestata, dove gli interessi di bottega dominano sul bene comune, quando proprio il Comune dovrebbe essere la forza propulsiva di una rinascita per incentivare chi resta ad adoperarsi per migliorare la vita civile, economica e politica.

In un paese così il primo impegno di un’Amministrazione Comunale dovrebbe essere il rispetto della legalità; il rispetto delle regole del vivere civile.

Non basta cambiare la toponomastica per rifondare il paese; così come non basta mettere all’ingresso del Comune la locandina che recita: “Qui la mafia non entra” quando di fatto sono tollerati, se non incentivati, atteggiamenti omertosi.

Basta coi sotterfugi, col politichese, con l’arroganza che nasconde l’ignoranza.

Basta con le minchiate, con l’assistenzialismo, con le farse.

Se ci sta a cuore il Pio Borgo, meno Padre Pio e più coraggio!

Coraggio nel denunciare tutto ciò che ostacola la rinascita culturale, sociale e politica di un paese moribondo attorniato da iene e sciacalli che aspettano il decesso per gettarsi sulla carogna.

Se prendessimo coscienza che l’orizzonte va ben al di là dei monti che ci circondano, e se in piena umiltà cominciassimo ad apprendere e ad apprezzare i rapporti umani, e che la politica è un servizio da rendere all’altro, allora, forse, potremmo guardarci in faccia e smetterla con le “verità bugiarde” che mirano a dividere anziché unire.

È finito il tempo delle illusioni! Bisogna rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani con la realtà; altro che il villaggio globale e virtuale!

Se un’Amministrazione vuole lasciare traccia del suo passaggio nella storia di un Comune, deve preoccuparsi di fare le cose legalmente, dando esempio di correttezza, e provare ad incidere le coscienze, soprattutto giovanili, affinché il futuro possa realizzare il progetto di cui si lascia traccia.

Il problema da affrontare, da elaborare, non è tanto il consenso, perché in fondo anche il dissenso può rendere un buon servizio facendo si che si rifletta su ciò che non si è capito e che qualcun altro ha intuito; il problema vero è il senso di ciò che viene messo in cantiere, occorre quindi domandarsi continuamente qual è il senso di ciò che si intende fare in una dinamica di relazioni tra l’eletto e l’elettore, o se si preferisce, tra il rappresentante e il rappresentato.

Questa è l’unica prassi possibile, se si vuole ridare credibilità alla politica, se ci si vuole liberare dalla gabbia del malaffare e rendere un servizio reale alla collettività.

P.S. Caro G e caro L, siccome ogni tanto vi incontro nella locale sala cinematografica, presumo, che vi piace qualche film; vorrei consigliarvene uno, si intitola “Mezzanotte nel giardino del bene e del male”, è un film del 1997, di Clint Eastwood. Senza raccontarvi la trama vi riporto qualche frase pronunciata da una vecchia di colore (quasi una strega) di nome Minerva che di mestiere faceva la mediatrice fra i vivi e i morti, la quale sapeva benissimo che, a differenza dei vivi, i morti non mentono. Ebbene, costei nel vecchio cimitero dei neri di Savannah, in piena notte, avanza da lontano facendosi luce con una vecchia lanterna e dirà a Kelso (un personaggio del film):

‹‹Inciditi queste parole nel cuore: per riuscire a capire i vivi, bisogna saper frequentare i morti››.

E dopo averlo osservato con attenzione gli dirà ancora:

‹‹Mi fai una gran pena, figlio mio››.

E quando Jim (un altro personaggio del film), le chiederà perché, Minerva risponderà:

‹‹È convinto che nessuno lo ami››.

E quando in lontananza si sentiranno i rintocchi di un orologio di un campanile Minerva si affretterà a svolgere i preparativi per la sua mediazione in quanto è poco il tempo che resta per l’ora dei morti; John Kelso chiede: ‹‹Cos’è l’ora dei morti?››

Minerva risponde (dando la spiegazione del titolo del film):

‹‹Dura un’ora esatta, da mezz’ora prima di mezzanotte a mezz’ora dopo. Mezz’ora prima per lavorare per il Bene, mezz’ora dopo per il Male. E “per riuscire a capire i vivi, bisogna saper frequentare i morti” noi abbiamo bisogno di un po’ di tutti e due››.

Questo post scriptum, caro G e caro L, vuole soltanto essere un imput per la comprensione di cosa può significare un luogo, un ceppo, un leggio.