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Passeggiate romane: dalla Domus Aurea a San Pietro

Scritto da Emanuela Medoro il 1 gennaio 2015
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Un’ora e mezza dura la visita all’interno della Domus Aurea.  Questa villa urbana fu voluta dall’imperatore Nerone subito dopo l’incendio del 64 d. c., su un’area di 250 ettari, che comprendeva le pendici dell’Esquilino (Colle Oppio), il Palatino e parte del Celio. Successivamente la villa fu interrata, in pratica cancellata dalla superficie della terra in un singolare processo di damnatio memoriae da parte degli imperatori che seguirono, processo dagli imprevedibili esiti rovesciati, visto che   oggi Nerone è  uno degli imperatori più famosi, senz’altro più popolare di quelli che lo cancellarono.

Le visite sono tutte rigorosamente guidate, riporto dunque ciò che ho sentito dalla guida che mi è toccata, una giovane ungherese coltissima e precisa nella descrizione del luogo e nei tempi di percorrenza dei locali.

Da quello che è stato ritrovato, riportato alla luce ed anche aperto al pubblico si ha l’impressione di una grandiosità architettonica spinta al massimo possibile data la tecnologia dell’epoca, per altezza dei locali, fasto delle decorazioni e rivestimenti. Sebbene cancellata dalla superficie terrestre per volontà dei successori, la casa di Nerone era ben nota anche parecchi secoli fa. Infatti una buca enorme sul soffitto testimonia che nel passato quegli spazi furono esplorati. E’ noto che artisti del rinascimento scesero con le torce per studiarne le decorazioni, molto simili a quelle trovate sulle mura di ville pompeiane, e che addirittura Raffaello ed il Pinturicchio vi abbiano lasciato la firma. Se è vero, quanto è antica la voluttà italica di lasciare tracce personali sulle mura! Ricordo in modo particolare una immagine decorativa di un soffitto chiaramente ispirata alla forma ed alle linee di una conchiglia; mi è sembrata la base della Nascita di Venere del Botticelli.

Attraverso corridoi e stanze altissime ed anche decorate, si giunge alla sala ottagonale, il locale più famoso e sbalorditivo della residenza. Ha la volta a cupola, la parte centrale di essa aperta al cielo, fonte di luce per tutto lo spazio.  Una quindicina di anni fa visitai già la Domus, e ricordo che la guida disse che lì c’era un sistema rotante, azionato da schiavi, che spargeva nell’ambiente petali di rose. Particolare che ancora ricordo, come il colmo della stravaganza di un potere politico geniale, ricchissimo, eccentrico ed incontrollato, da far invidia ai satrapi attuali, populisti arricchitisi chissà come. Oggi   il sistema rotante lo stanno cercando altrove, ha detto la guida.

Stupita da tanta grandiosità architettonica, e soprattutto ammirata per la competenza dei nostri antenati in materia di costruzioni, con un bel   taxì in dieci minuti mi sono trovata a Piazza San Pietro, arricchita di presepio e albero di Natale. Il presepio, con i personaggi a grandezza naturale è stato costruito a forma di un semicerchio avente il suo centro nell’obelisco della piazza. Semplicissima, efficace e suggestiva la disposizione delle figure. Accanto, un bell’abete illuminato. Discreta ed elegante l’illuminazione della facciata della basilica. Ad arricchire sensazioni ed emozioni, Andrea Bocelli interpreta canti natalizi.

Diverse le reazioni individuali difronte alla scena: popolarissima per tutti, scatti e fotografie in continuazione, commovente e toccante per alcuni, stupefacente per me, che l’ho vista come il risultato della altissima sapienza scenografica e teatrale del Bernini e di tutti quelli che hanno messo in piedi basilica e dintorni.

Tantissima gente proveniente da tutto il mondo, pazientemente in fila   per visitare l’interno della basilica e stupirsi della sua grandiosità.   La misura degli spazi interni della basilica, la impossibilità di coglierne con una semplice visita tutti gli aspetti dell’architettura, scultura e pittura, insomma la sensazione di piccolezza e sperdimento che dà ai comuni mortali, deve essere simile a quella che davano i locali della Domus Aurea a chi ebbe la fortunata sorte di vederla nel suo splendore originale, duemila anni fa.

Insomma, con questa passeggiata romana ho visto con i miei occhi e quindi  ho sentito  nel profondo il fatto arcinoto che il potere politico ed economico esprime la sua forza sui comuni mortali anche con la misura ed il fasto delle architetture.