ANNO III - N° 30
Novembre 2008

Lettere alla Redazione
Archivio 2007

  
Luigi Aiello

Consigliere di minoranza del comune di Mormanno

Proviamo a riassumere brevemente il noto: non credo e mai crederò nella storicità della Rievocazione proposta ogni anno dall’Associazione Comunalia. Se mi si vuole dimostrare il contrario che lo si dimostri finalmente! Nonostante non possa vantare e ostentare una presunta cultura universitaria (magari di quelle molto approfondite, per le quali non bastano i normali 4 o 5 anni di corso, ma ce ne vogliono almeno 10…), sono comunque perfettamente in grado di leggere, esaminare e comprendere documenti e atti storici. E se proprio la mia modesta preparazione non lo dovesse consentire, sono perfettamente in grado di rivolgermi a studiosi degni di questo nome, che negli anni hanno realmente conseguito il titolo di Storico, perché mi offrano una consulenza.

Ed ora tralasciamo il noto per alcune considerazioni a mio avviso importanti e doverose su quanto detto e scritto .
Non trinceriamoci dietro l’entusiasmo dei partecipanti, sentimento verso cui ognuno di noi nutre profondo rispetto, ed entriamo una volta per tutte nel nocciolo della questione su cui mai mi è stata data risposta : la legalità , l’importanza che, all’interno di una comunità civile, esista dietro ogni manifestazione una procedura da rispettare, fatta di richieste, permessi e atti che ne diano testimonianza. E’ questo alla fine il senso di ogni mio intervento da Assessore prima, da Consigliere di minoranza ora, da cittadino prima, ora e sempre.
La legalità. Il principio che tiene le fila di una comunità, che impedisce a singoli personaggi vanesi di auto proclamarsi storici, custodi della cultura di un intero paese e decidere, così, di imporre tradizioni e usanze. Il principio che più di ogni altro può aiutare fenomeni attuali, quali immigrazione, coesistenza tra diverse religioni e integrazione, ad intraprendere percorsi concreti e pacifici.

Di tutto questo il Presidente dell’Associazione Comunalia non parla.
Si chiede a lui e all’Amministrazione Comunale se esistono dei permessi perché il paese sia bardato con settimane di anticipo rispetto alla manifestazione,se è stato assegnato un termine per la rimozione di tali bardature, e si ottiene una risposta che va per tutta altra strada. Che considera “fastidiosi ronzii” la libera espressione di pareri personali e la legittima richiesta di atti legali (fatta per lo più da un consigliere di minoranza). Che definisce “livore trasudante” il senso civico che anima e ha sempre animato i miei interventi sulla questione, che dichiara apertamente di poter accettare “volentieri un contraddittorio con persone competenti di Ricerca storica” e mi sembra di capire solo con queste.Se non fosse che tutto ciò mi preoccupa, mi verrebbe da chiedere : ma con quali storici ? Quelli veri o con imbonitori che si spacciano per tali e che con impudenza dichiarano di aver inventato di sana pianta cortei, costumi, giaculatorie ?

Rivedo nella risposta ricevuta la superbia di chi per anni ha considerato il paese un monopolio di pochi eletti, un affare da gestire all’interno di caste stabilite, un possesso esclusivo che autorizza comportamenti che in qualunque altro posto susciterebbero sdegno .
Mi preoccupa che nessuno si sia degnato di rispondere sul piano della liceità della manifestazione, ma che, al contrario, ci si sia infastiditi della critica in sé, che si accetti il contraddittorio solo con chi si ritiene “all’altezza”, che, come ho già avuto modo di dire , la comunità sia percepita e trattata come “il pubblico ammaestrato che non fa più paura”, chiamato ad applaudire la sfilata in costume, ma non accettato nella sua legittima espressione di pareri.

Tutto questo è a mio avviso grave. Per cinque anni ho contributo ad amministrare Mormanno puntando tutto sulla trasparenza, pubblicando le delibere in internet, presentando gli atti, richiesti e non ,che muovevano le nostre azioni.
Cinque anni di cui non vedo traccia in erudite quanto vuote citazioni latine da parte di un novello Apelle, con cui si ritiene di poter mettere a tacere chi non la pensa nello stesso modo.
Cinque anni che vedo vanificati nella pretesa che i propri comportamenti, leciti o no, non recherebbero fastidio.
Non è sul recare o meno fastidio che si può basare l’operato di una manifestazione!
A quante conseguenze potrebbe portarci un simile ragionamento!

C’è un unico modo perché si possa essere inattaccabili: l’agire nel pieno rispetto delle regole di una comunità civile e non saranno offese gratuite che dimostrano, se ce ne fosse bisogno, tutta la fragilità delle argomentazioni,le ostentazioni non richieste e vuote di presunta cultura, gli ingenui trinceramenti dietro l’entusiasmo e l’impegno dei partecipanti, a fermare la mia richiesta di trasparenza. Esistono, in definitiva, le richieste di Comunalia e le relative indispensabili autorizzazioni allo svolgimento della manifestazione e al ripetuto mascheramento di Mormanno nei giorni a ridosso e successivi alla Festa dell’Assunta? Esistono le autorizzazioni della Soprintendenza per trasformare la Chiesa in “ castello medioevale” con la facciata principale ferita da staffe in ferro? Non sono domande difficili, in fondo. Ma nel nuovo corso intrapreso da Mormanno sembrano, ahimé, esserlo ri-diventate.

  

Nicola Regina

Caro direttore ho letto con il solito interesse il suo articolo pubblicato su FARONOTIZIE n°17 di Settembre 2007.
Le confesso,mio malgrado, di rilevare un accanimento esagerato ed a tratti tendenzioso verso il pur precario stato della nostra cittadina.
Mi ricorda molto quell’articolo apparso quasi un anno fa sulle pagine del corriere della sera,e condannato apertamente anche dalle pagine di FARONOTIZIE , nel quale un fantomatico giornalista travestito da conducente/turista di una storica topolino, dipingeva il nostro paese come il peggiore dei paesi del vecchio West.

In riferimento alla metafora del gambero infatti mi viene da rilevare che secondo i criteri oggettivi della scienza ogni fenomeno va osservato relativamente, dunque, cosi come un punto nello spazio può rappresentarsi come (x,y) lo stesso al mutare del sistema di riferimento può diventare (x+a; y+a) se gli assi sono traslati di una misura “a”.
Ritengo utile a tal proposito individuare tali giusti riferimenti al fine di inquadrare la condizione del nostro paese (magari prendere a riferimento il sistema paese e non tanto “ i paesi limitrofi” che trà l’altro non mi sembrano esempio né da tendere né da imitare) in modo più qualificato.

Per il resto concordo sostanzialmente su quanto lei dice: “Manifesti d’ogni dimensione che sporcano”; “Fili elettrici e cavi telefonici”; “Traffico”; “Insegne”; “Autobus”….un pò meno sulle tubature del metano, ma le ritengo un dettaglio trascurabile.
Giusto sollecitare gli organi competenti, giusto anche ricordare gli enormi sprechi della cosa pubblica. Ma serve davvero a Mormanno mortificarsi e montare tale condizione come fosse una condizione isolata ed esclusiva?

Sig. Direttore non ci conosciamo, ma vorrei domandarle già consapevole delle sue risposte:
- Da quanto tempo viene solo in vacanza (o quasi) a Mormanno?
- Vorrebbe tornare a vivere a Mormanno?
- E i suoi Figli?(se ha figli) vorrebbe che tornassero un giorno a vivere e lavorare a Mormanno?

Veda!! Chi le scrive, come si dice a Mormanno ( Fora Piccatu!) potrebbe essere suo figlio.
Vive a Mormanno ( Tutto l’anno) se pur spesso mendicante in giro per l’Italia per motivi di lavoro.
Desidera fortemente che un giorno i suoi figli possano vivere e risiedere a Mormanno e ama la propria cittadina.

Forse, caro direttore,a Mormanno servirebbe solo un pò di amore in più, un pizzico di ottimismo e tanta buona volontà per evitare di diventare oggetto delle critiche di chi purtroppo ritorna e ammira “ l’opera incompiuta di un artista sconosciuto” tanto per fare metafore.
Del resto,caro direttore ,la migliore medicina per il nostro male siamo noi stessi, smettere di piagnucolarsi, rimboccarsi le maniche ,cosi come facciamo quando ci esprimiamo fuori dalle nostre mura,è meglio che giudicare.
Per di più ,come il saggio Dr. Prof. Luigi Paternostro sottolineava nell’articolo del n° 15 di Giugno 2007, Cosa Manca a Mormanno?..

Forse solo questo!!!

Cordiali saluti.

  • risposta del Direttore, Giorgio Rinaldi

Domenico Crea


Presidente Associazione Culturale “Comunalia”

Da alcuni anni alcuni fastidiosi ronzii, con intenti volutamente denigratori, ad intervalli irregolari, pervengono all’orecchio di quest’ Associazione e del sottoscritto che ne è stato uno dei fondatori, attualmente Presidente pro-tempore, ai quali abbiamo sempre voluto contrapporre solo ed esclusivamente risultati, frutto di costante impegno e di proficuo lavoro.

Ma vedere in un articolo della “Provincia cosentina” , ed oggi sul sito Faronotizie, denigrati l’entusiasmo, la passione e l’impegno di tanti mormannesi, giovani e di ogni età, mi addolora molto ma non mi meraviglia più di tanto, provenendo da pseudo tuttologi, imbeccati da chissà quale grande ricercatore storico che, stranamente, non ha mai fornito al pappagallo di turno (pochissimi in verità) qualche prova concreta ( e come potrebbe?) delle insulse affermazioni denigratorie sulla non autenticità del documento, su cui ho ideato (deve essere questo che scatena il ricorrente blaterare) la Rievocazione, definita “un falso storico”, ed una “mascherata”.

Il livore trasudante dal contesto, dovuto forse ad un travaso copioso di bile, toglie all’ improvvido estensore della nota ogni possibilità di aggancio ad una realtà fiorente ed affermata come Comunalia.

Fino ad oggi, infatti, la mia risposta a questi improvvisati criticoni è stata unicamente il racconto di un aneddoto, trasmesso da Plinio, Valerio Massimo ed altri, sul pittore greco Apelle, che alle critiche ad un suo dipinto mosse da un calzolaio, cui aveva chiesto umilmente consiglio per i calzari, disse : “sutor, non ultra crepidam !”, cioè “calzolaio, non andare oltre la suola”.

Volendo con ciò ribadire che avrei accettato volentieri un contraddittorio con persone competenti di Ricerca storica, in possesso almeno della mia modesta esperienza in tal senso.

E non intendo cambiare atteggiamento, ma solo ricordare “si licet parvis componere magna” (se è lecito paragonare alle piccole le grandi cose) , come scriveva il Poeta latino Virgilio, che, come per la Rievocazione, dalla commistione tra “vero” e “verisimile”, sono nati i capolavori del Manzoni e poi di tantissimi altri grandi Scrittori, Sceneggiatori, Registi, ecc., come ben sanno coloro che hanno avuto la ventura di studiare critica letteraria o si sono dilettati di Letteratura, Teatro, Cinema..

Tutto ciò è in linea con gli scopi della nostra Associazione culturale, cioè riscoprire e riportare alla luce documenti, avvenimenti, tradizioni di Mormanno, per non disperdere un patrimonio storico-culturale che velocemente rischia di finire nell’oblio.

Ma in definitiva mi chiedo, (ed insieme a me tantissimi mormannes): A chi giova questa incomprensibile reiterata aggressione ? Di quali interessi o gruppi ci si erge a paladini (sic!)?
A chi o a cosa abbiamo arrecato fastidio? Alla Chiesa ? Non credo, anzi abbiamo avuto sempre scambi e collaborazione ed il Vescovo non ha avuto nulla da ridire alla Processione dell’Assunta.
Evidentemente soltanto a chi si lamenta, che fa parte di quella schiera di zelanti non richiesti difensori , che vogliono sentirsi più realisti del Re!

Ma ciò che invece soprattutto mi preme sottolineare è la grande forza di volontà e l’entusiasmo di tanti mormannesi intorno a questa Rievocazione di un preciso fatto storico, la Donazione del 1101, che sarà poi così determinante (spero di dimostrarlo quanto prima) per la storia del nostro Castrum, che qualcuno inconsciamente, in un lapsus freudiano, definisce “il nulla”.


Ricordo che nel 2000 Mormanno si trasformò in una grande sartoria per creare, su bozzetti di Pina Capalbi, circa 80 costumi, diventati oggi oltre 100, nonchè bandiere, drappi, stendardi, ecc., favorendo esaltanti momenti di socializzazione, con entusiasmo ed allegria prima impensabili, che insieme alle “Cantine di Perciavutti” rappresentano all’occhio di ogni persona, non visceralmente ed inutilmente prevenuta, l’orgoglio di questa Associazione ( in cui tutti lavorano senza un euro di compenso !), e di (purtroppo quasi!) tutta Mormanno.


Un grazie di cuore a tutti coloro che partecipano alle nostre attività ed a quanti (Politici, Amministratori, Imprenditori) ne hanno intuito le future potenzialità ed in questi anni hanno creduto e credono in “Comunalia” .

Noi continueremo imperterriti, anche con l’eco di qualche appena fastidioso gracidìo, cercando, con l’entusiasmo dei Quartieri e, ce lo auguriamo, col sostegno di sempre più numerosi Operatori economici, di rendere migliori ed apprezzate le nostre ricerche ed iniziative storico-culturali ed enogastronomiche per Mormanno.

Mormanno 2/09/07

Elisabetta Coniglio

Cari amici di FARONOTIZIE, alcune sere fa dopo avere seguito l’ennesimo programma televisivo politico, presa dallo sconforto ho scritto una e.mail al Sig. Prodi della quale vi invio copia nella speranza che voi possiate pubblicarla come lettera aperta.

Sig. Prodi,

mi chiamo Elisabetta, ho 31 anni e faccio parte della percentuale di cittadini che ha votato per lei dall'estero, quei voti insomma che molti hanno detto essere decisivi per la sua vincita alle ultime elezioni.
Sono tornata ad abitare in Italia da pochi mesi dopo 7 anni di lontananza sperando di trovare un Italia diversa da quella che avevo lasciato.

Inutile dirvi che la situazione politica attuale non soddisfa nessuno... le scrivo oggi perché volevo ricordarle che tante persone come me hanno votato per lei anche se la loro ideologia politica non corrispondeva alla sua nella speranza che il Sig.Berlusconi smettesse di dirigere il paese, e nella speranza che lei potesse dare una svolta a questa Italia dove sembra non esserci più spazio per crescere e sognare.
Spero di riuscire a restare a casa mia questa volta e a non essere obbligata ancora una volta ad andare in un altro paese dove sicuramente troverò una situazione politica e sociale di gran lunga migliore ma senza il sorriso, l'affetto dei miei familiari e la forza e la voglia di vivere che solo la mia terra, le mie radici possono darmi.

Mi auguro che lei apprezzi la sincerità, perché le dico con tutto il cuore che il vostro lavoro dalle elezioni ad oggi mi ha solo fatto pentire della scelta di dedicarle il mio voto; nonostante la mia ultima affermazione continuo a sperare nei prossini mesi e ad incoraggiarla a stupirci e a catalizzare tutta la forza e la speranza che abbiamo riposto in voi....la prego NON CONSEGNATE IL GOVERNO ALLE DESTRE!

Martin Aiello

Animali e civiltà

Le recenti notizie di aggressioni da parte di cani a malcapitati individui ha scosso l’opinione pubblica tanto che si inizia a guardare con occhi nuovi gli amici a quattro zampe che iniziano a parere molto meno fedeli di quanto vorrebbe la tradizione.
È del 21 dicembre 2006 l’ordinanza del Ministro Livia Turco che regola in materia del trattamento di tali animali e del comportamento che i possessori devono necessariamente tenere. Vengono inoltre definite le razze cosiddette “a rischio di aggressività” tristemente note anche ai non esperti perché spesso nominate dai notiziari o da proprietari troppo orgogliosi.
A chi ama gli animali (ma nei limiti dettati dalla ragione umana) viene spesso da chiedersi per quale ragione si voglia possedere un cane pericoloso per sé e (soprattutto) per gli altri.

Forse per la difesa della proprietà? Siamo fortemente convinti che il ladro più sprovveduto penserà per prima cosa a munirsi di qualche prodotto in grado di sedare l’animale prima di scavalcare il cancello della villa che ha deciso di svaligiare. E poi, chi non teme le pistolettate delle forze dell’ordine e quelle dei proprietari furiosi, sicuramente non si fermerà davanti ad un cane.
Infine, il fatto che ci sia il rischio che attacchino membri della stessa famiglia del proprietario costituisce un’ottima ragione per desistere dal possederne. Vale davvero la pena di rischiare una figlia sfigurata e traumatizzata per sempre o l’aggressione della propria madre (si pensi ai recenti casi di cronaca nel Nord-Est del Paese)?

Forse allora si compra un cane pericoloso per difesa personale? Dati i tempi non è un’ idea assurda, ma chi sarebbe capace di aizzare il proprio cane contro un’altra persona e magari aspettare che finisca di sbranarla sebbene che questa volesse farci del male?
Eccettuata qualche metropoli, poi, dalle nostre parti non c’è un’ emergenza criminalità tale da dover essere scortati da due fila di fauci! Eppure anche nei nostri piccoli comuni sono presenti dei cani che rientrano nella “scientifica” descrizione di “a rischio di aggressività”, e molti altri che pur non appartenendovi sembrano davvero poco rassicuranti.

La parte più interessante del decreto Turco è, tuttavia, quella relativa alle direttive su come tenere il proprio cane quale che sia la razza di appartenenza. Si è, ad esempio, tenuti a far indossare la museruola ed il guinzaglio all’animale quando questo si trova in luoghi chiusi o per strada, pena una multa costosissima.
Quanto avrebbero da fare le forze dell’ordine mormannesi se facessero rispettare tale legge!!!
Nessuno vede che i bambini del nostro paese corrono per le strade guardati di sottecchi da cani con una statura che è almeno il doppio della loro? Bisogna aspettare che qualcuno venga aggredito perché si inizi a far indossare museruola e guinzaglio?
A pensarci bene non è nemmeno una questione di leggi, ma di civiltà. È mai possibile che in ogni ambito dobbiamo essere fanalino di coda del nostro Paese?
Infine, per dirla proprio tutta, nessuno si è accorto dei chili di escrementi “equini”che ricoprono le strade della nostro bel centro storico? In quanti sono stati multati per questo? D’accordo che a Mormanno da qualche anno piace sentirsi un po’ “medievali”, ma dobbiamo cominciare proprio dagli odori dei tempi che furono?!
Chi invoca (ossessivamente) un cambiamento, e magari nei suoi discorsi prende ad esempio il Nord Italia o gli altri Paesi europei, dovrebbe iniziare da queste piccole norme, rispettandole o, se ne ha il potere, facendole rispettare.

Domenico Armentano

In merito all’ultimo francobollo apparso su Faronotizie, vorrei fare alcune brevi considerazioni.
Il filatelico è tornato a colpire. Questa volta vestendo i panni non più del censore che dispensa patenti di moralità o del filosofo che insegna ad essere liberi e ad avere la schiena sempre dritta, ma quelli del clinico medico con specializzazione in psichiatria che, con disinvoltura, azzarda diagnosi, ahimè, viziate dalla paranoia di cui questo signore probabilmente è affetto. Ricordo a me stesso e pertanto non voglio impartire lezioni al filatelico onnisciente, che la personalità paranoica è caratterizzata, tra l’altro, da una sopravvalutazione dell’io, dal fatto di essere giudici severi ed infallibili nei confronti degli altri. E allora, dopo aver definito ottusa quella gioventùche si trastulla “tra fischi e lazzi” (evidentemente il nostro in età adolescenziale amava trastullarsi con Kant, Socrate e quant’altro), il filatelico mi descrive come un tribuno solitario e triste che (e qui l’elucubrazione “sul ritorno alla casa del padre” è da manuale di tecniche di onanismo mentale) approda sul versante opposto e, all’indomani della vittoria, cade in depressione.
Constato, innanzitutto, che, alla stregua del più pettegolo frequentatore di piazza, il filatelico si limita a raccogliere il gossip e, con estrema superficialità, giudica e condanna.
Diventa così, forse inconsapevolmente, l’icona di una confraternita che in questi ultimi giorni si è andata ingrossando per le adesioni di nani e ballerine, di tanti sepolcri imbiancati, belli fuori, ma luridi dentro, di qualche maldestro intellettuale che si concede sortite poco eleganti, di tanti personaggi che in queste ore danno sfogo alle reazioni più scomposte.
L’opera di demolizione di uomini e cose messa in campo prima e durante la campagna elettorale non e’ riuscita. Evidentemente anche qualche altro cittadino di Mormanno ha condiviso e ritenuto credibili le argomentazioni e motivazioni da me addotte a sostegno delle scelte effettuate.
Non si preoccupi il filatelico di assicurarmi alla “misericordiosa cura” dei vincitori. Vivo questo tempo con tranquillità e serenità certo di poter continuare a dare il mio modesto contributo per la causa di Mormanno.


Rebecca Giacomelli

Un mondo dietro le sbarre
  

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di una ragazza quattordicenne a proposito di carceri.
..

Lo scorso 17 maggio,io e i miei compagni di classe, insieme ai professori, abbiamo visitato il carcere di Castrovillari.

Entrare in un simile luogo è stata per me un'esperienza indimenticabile e ricca di emozioni.

Il direttore dell'Istituto Penitenziario ci ha presentato cinque detenuti, persone normali e ben vestite, ma capaci di compiere reati.

Dopo un po' di paura abbiamo avuto il coraggio di porre ai prigionieri alcune domande e con molta serenità quest'ultimi si sono raccontati: chi ha chiesto come si vivesse in un carcere, chi come me, ha pensato di formulare domande inerenti il rapporto con la propria famiglia. Maria, una delle ospiti del carcere, ha risposto con enorme tristezza che per lei la famiglia non esistite; chi lo sa, un tempo forse sì, ma nel momento in cui ha commesso....la colpa, è stato il buio completo.

Essere rinchiusi, per pochi o tanti anni anche se per giuste ragioni, è veramente drammatico.

C'è chi come Maria non ha nemmeno la consolazione di un affetto fuori dalle sbarre ed allora, cosa ne sarà della vita che le rimane?

Devo però dire, che il personaggio più affascinante ed allo stesso tempo inquietante che mi ha particolarmente colpito, è un detenuto di origine francese, molto garbato e pieno di speranze.

Un uomo dai grandi occhi azzurri luccicanti come laghi, dai capelli biondi, alto ed elegante ha raccontato della sua "ultima" avventura in modo allegro e senza vergogna o timore.

Ha parlato con profondità dei veri significati della vita e della tolleranza , della pazienza che una persona deve portare nell'attesa di tornare libera.

La libertà è una cosa importantissima, essenziale: se la perdi, beh, hai perso tutto anche il significato di esistere.

Aver avuto la possibilità di conoscere e parlare con persone diverse da quelle che incontri tutti i giorni, ti invita a riflettere e a capire che il mondo non è solo quello tuo dorato e protetto, ma che ne esiste anche uno dietro le sbarre.

Domenico Aiello

Egregio Direttore,
mi chiamo Domenico Aiello, nato e cresciuto a Mormanno o meglio alla "salivera"!
Da anni vivo fuori e nonostante ritorni in Calabria due/tre volte l'anno mi manca molto la vita quotidiana di Mormanno.
A tal proposito vi scrivo complimentandomi per l'iniziativa del giornale online che mi consente di vedere le "cantine " o altre iniziative paesane.
Ho scritto però per inviare un suggerimento che poi è una mia preferenza.
Stando lontano, i cambiamenti del paese si rilevano al ritorno, ma nel frattempo sono successe tantissime cose e quindi volevo chiederle di inserire notizie più specifiche possibili, magari di poco conto, ma di Mormanno.
Penso alle prossime elezioni comunali di cui ovviamenete si starà parlando in piazza ma che voi non rilevate, oppure alle opere decise dal consiglio comunale che destano sempre commenti positivi e negativi che mi piacerebbe leggere, l'economia locale e da ultimo info sulla locale squadra di calcio.
Credo che per noi che stiamo fuori sia importante conoscere la quotidianità del paese piuttosto che quello che pensa un paesano della legge finanziaria.
Vi ringrazio per l'attenzione e buon lavoro.

Egr. Sig. Aiello, grazie dei suoi suggerimenti.
Ci sforziamo anche di fare un magazine internazionale...

Antonio De Luca, Mormanno

Le radici sono importanti

Disincantata. E' così che definirei la mia generazione. Lontana,e forse è un bene, da tutto quello che ha mosso i movimenti del '68, lontana dalla politica e dagli ideali e, soprattutto, assuefatta dalla quotidianità.
Stanca di promesse e stanca di credere... e forse hanno ragione i nostri genitori a dire che "un tempo era diverso" il loro modo di vedere le cose. Chissà se poi è un bene o un male. E poi non parlateci di futuro… il futuro è un buco nero per noi… ciò che è sicuro, è che per trovare lavoro, la maggior parte di noi dovrà andare via… che bel futuro lasciare tutto e tutti e trasferirsi chissà dove! ! !... e di chi è la colpa? Di certo non nostra… Chissà perché non pensiamo al futuro e a quello che ci aspetta ! ! !... è meglio non pensarci ! ! !

Saremo anche disincantati e senza ideali, ma un cuore l’abbiamo…e questo cuore soffre nel sapere che dobbiamo andare via, lontano… a parole è facile… ma poi, quando vai via davvero ti trovi davanti a realtà molto diverse da quella in cui sei nato, cresciuto e hai vissuto i tuoi anni migliori… e ti viene il cuore in gola solo a pensare cosa hai lasciato: amici, parenti, magari anche la ragazza… e poi ci sono sempre quelle domande a cui nessuno darà mai risposta… perché non posso restare? Di chi è la colpa?

Simone Perrone

Mi chiamo Simone Perrone. mio padre è mormannolo e io amo profondamente il
paese... purtroppo viviamo a Sanremo e inoltre io studio a Genova, quindi sono ormai 9 anni che non scendiamo in calabria. Grazie al vostro sito,
però, posso sentirmi quasi come "a casa" ogni momento. GRAZIE DI CUORE!
Continuate così !!

simoneperrone@hotmail.com


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