Luigi Aiello
                                       Consigliere di minoranza 
                                        del comune di Mormanno  
                                      Proviamo a riassumere brevemente 
                                        il noto: non credo e mai crederò 
                                        nella storicità della Rievocazione 
                                        proposta ogni anno dall’Associazione 
                                        Comunalia. Se mi si vuole dimostrare il 
                                        contrario che lo si dimostri finalmente! 
                                        Nonostante non possa vantare e ostentare 
                                        una presunta cultura universitaria (magari 
                                        di quelle molto approfondite, per le quali 
                                        non bastano i normali 4 o 5 anni di corso, 
                                        ma ce ne vogliono almeno 10…), sono 
                                        comunque perfettamente in grado di leggere, 
                                        esaminare e comprendere documenti e atti 
                                        storici. E se proprio la mia modesta preparazione 
                                        non lo dovesse consentire, sono perfettamente 
                                        in grado di rivolgermi a studiosi degni 
                                        di questo nome, che negli anni hanno realmente 
                                        conseguito il titolo di Storico, perché 
                                        mi offrano una consulenza. 
                                      Ed ora tralasciamo il noto 
                                        per alcune considerazioni a mio avviso 
                                        importanti e doverose su quanto detto 
                                        e scritto .  
                                        Non trinceriamoci dietro l’entusiasmo 
                                        dei partecipanti, sentimento verso cui 
                                        ognuno di noi nutre profondo rispetto, 
                                        ed entriamo una volta per tutte nel nocciolo 
                                        della questione su cui mai mi è 
                                        stata data risposta : la 
                                        legalità , l’importanza 
                                        che, all’interno di una comunità 
                                        civile, esista dietro ogni manifestazione 
                                        una procedura da rispettare, fatta di 
                                        richieste, permessi e atti che ne diano 
                                        testimonianza. E’ questo alla fine 
                                        il senso di ogni mio intervento da Assessore 
                                        prima, da Consigliere di minoranza ora, 
                                        da cittadino prima, ora e sempre. 
                                        La legalità. Il 
                                        principio che tiene le fila di una comunità, 
                                        che impedisce a singoli personaggi vanesi 
                                        di auto proclamarsi storici, custodi della 
                                        cultura di un intero paese e decidere, 
                                        così, di imporre tradizioni e usanze. 
                                        Il principio che più di ogni altro 
                                        può aiutare fenomeni attuali, quali 
                                        immigrazione, coesistenza tra diverse 
                                        religioni e integrazione, ad intraprendere 
                                        percorsi concreti e pacifici. 
                                      Di tutto questo il Presidente 
                                        dell’Associazione Comunalia non 
                                        parla.  
                                        Si chiede a lui e all’Amministrazione 
                                        Comunale se esistono dei permessi perché 
                                        il paese sia bardato con settimane di 
                                        anticipo rispetto alla manifestazione,se 
                                        è stato assegnato un termine per 
                                        la rimozione di tali bardature, e si ottiene 
                                        una risposta che va per tutta altra strada. 
                                        Che considera “fastidiosi ronzii” 
                                        la libera espressione di pareri personali 
                                        e la legittima richiesta di atti legali 
                                        (fatta per lo più da un consigliere 
                                        di minoranza). Che definisce “livore 
                                        trasudante” il senso civico che 
                                        anima e ha sempre animato i miei interventi 
                                        sulla questione, che dichiara apertamente 
                                        di poter accettare “volentieri un 
                                        contraddittorio con persone competenti 
                                        di Ricerca storica” e mi sembra 
                                        di capire solo con queste.Se non fosse 
                                        che tutto ciò mi preoccupa, mi 
                                        verrebbe da chiedere : ma con quali storici 
                                        ? Quelli veri o con imbonitori che si 
                                        spacciano per tali e che con impudenza 
                                        dichiarano di aver inventato di sana pianta 
                                        cortei, costumi, giaculatorie ? 
                                      Rivedo nella risposta ricevuta 
                                        la superbia di chi per anni ha considerato 
                                        il paese un monopolio di pochi eletti, 
                                        un affare da gestire all’interno 
                                        di caste stabilite, un possesso esclusivo 
                                        che autorizza comportamenti che in qualunque 
                                        altro posto susciterebbero sdegno . 
                                        Mi preoccupa che nessuno si sia degnato 
                                        di rispondere sul piano della liceità 
                                        della manifestazione, ma che, al contrario, 
                                        ci si sia infastiditi della critica in 
                                        sé, che si accetti il contraddittorio 
                                        solo con chi si ritiene “all’altezza”, 
                                        che, come ho già avuto modo di 
                                        dire , la comunità sia percepita 
                                        e trattata come “il pubblico ammaestrato 
                                        che non fa più paura”, chiamato 
                                        ad applaudire la sfilata in costume, ma 
                                        non accettato nella sua legittima espressione 
                                        di pareri. 
                                      Tutto questo è a 
                                        mio avviso grave. Per cinque anni ho contributo 
                                        ad amministrare Mormanno puntando tutto 
                                        sulla trasparenza, pubblicando le delibere 
                                        in internet, presentando gli atti, richiesti 
                                        e non ,che muovevano le nostre azioni. 
                                        Cinque anni di cui non vedo traccia in 
                                        erudite quanto vuote citazioni latine 
                                        da parte di un novello Apelle, con cui 
                                        si ritiene di poter mettere a tacere chi 
                                        non la pensa nello stesso modo. 
                                        Cinque anni che vedo vanificati nella 
                                        pretesa che i propri comportamenti, leciti 
                                        o no, non recherebbero fastidio. 
                                        Non è sul recare o meno fastidio 
                                        che si può basare l’operato 
                                        di una manifestazione!  
                                        A quante conseguenze potrebbe portarci 
                                        un simile ragionamento!  
                                       
                                      C’è un unico 
                                        modo perché si possa essere inattaccabili: 
                                        l’agire nel pieno rispetto 
                                        delle regole di una comunità civile 
                                        e non saranno offese gratuite che dimostrano, 
                                        se ce ne fosse bisogno, tutta la fragilità 
                                        delle argomentazioni,le ostentazioni non 
                                        richieste e vuote di presunta cultura, 
                                        gli ingenui trinceramenti dietro l’entusiasmo 
                                        e l’impegno dei partecipanti, a 
                                        fermare la mia richiesta di trasparenza. 
                                        Esistono, in definitiva, le richieste 
                                        di Comunalia e le relative indispensabili 
                                        autorizzazioni allo svolgimento della 
                                        manifestazione e al ripetuto mascheramento 
                                        di Mormanno nei giorni a ridosso e successivi 
                                        alla Festa dell’Assunta? Esistono 
                                        le autorizzazioni della Soprintendenza 
                                        per trasformare la Chiesa in “ castello 
                                        medioevale” con la facciata principale 
                                        ferita da staffe in ferro? Non 
                                        sono domande difficili, in fondo. Ma nel 
                                        nuovo corso intrapreso da Mormanno sembrano, 
                                        ahimé, esserlo ri-diventate. 
                                         
                                            
                                      
                                        Nicola Regina 
                                        Caro direttore ho letto con il solito 
                                          interesse il suo articolo pubblicato 
                                          su FARONOTIZIE n°17 di Settembre 
                                          2007. 
                                          Le confesso,mio malgrado, di rilevare 
                                          un accanimento esagerato ed a tratti 
                                          tendenzioso verso il pur precario stato 
                                          della nostra cittadina. 
                                          Mi ricorda molto quell’articolo 
                                          apparso quasi un anno fa sulle pagine 
                                          del corriere della sera,e condannato 
                                          apertamente anche dalle pagine di FARONOTIZIE 
                                          , nel quale un fantomatico giornalista 
                                          travestito da conducente/turista di 
                                          una storica topolino, dipingeva il nostro 
                                          paese come il peggiore dei paesi del 
                                          vecchio West. 
                                        In riferimento alla metafora del gambero 
                                          infatti mi viene da rilevare che secondo 
                                          i criteri oggettivi della scienza ogni 
                                          fenomeno va osservato relativamente, 
                                          dunque, cosi come un punto nello spazio 
                                          può rappresentarsi come (x,y) 
                                          lo stesso al mutare del sistema di riferimento 
                                          può diventare (x+a; y+a) se gli 
                                          assi sono traslati di una misura “a”. 
                                          Ritengo utile a tal proposito individuare 
                                          tali giusti riferimenti al fine di inquadrare 
                                          la condizione del nostro paese (magari 
                                          prendere a riferimento il sistema paese 
                                          e non tanto “ i paesi limitrofi” 
                                          che trà l’altro non mi 
                                          sembrano esempio né da tendere 
                                          né da imitare) in modo più 
                                          qualificato. 
                                        Per il resto concordo sostanzialmente 
                                          su quanto lei dice: “Manifesti 
                                          d’ogni dimensione che sporcano”; 
                                          “Fili elettrici e cavi telefonici”; 
                                          “Traffico”; “Insegne”; 
                                          “Autobus”….un pò 
                                          meno sulle tubature del metano, ma le 
                                          ritengo un dettaglio trascurabile. 
                                          Giusto sollecitare gli organi competenti, 
                                          giusto anche ricordare gli enormi sprechi 
                                          della cosa pubblica. Ma serve davvero 
                                          a Mormanno mortificarsi e montare tale 
                                          condizione come fosse una condizione 
                                          isolata ed esclusiva? 
                                        Sig. Direttore non ci conosciamo, ma 
                                          vorrei domandarle già consapevole 
                                          delle sue risposte: 
                                          - Da quanto tempo viene solo in vacanza 
                                          (o quasi) a Mormanno? 
                                          - Vorrebbe tornare a vivere a Mormanno? 
                                          - E i suoi Figli?(se ha figli) vorrebbe 
                                          che tornassero un giorno a vivere e 
                                          lavorare a Mormanno? 
                                        Veda!! Chi le scrive, come si dice 
                                          a Mormanno ( Fora Piccatu!) potrebbe 
                                          essere suo figlio. 
                                          Vive a Mormanno ( Tutto l’anno) 
                                          se pur spesso mendicante in giro per 
                                          l’Italia per motivi di lavoro. 
                                          Desidera fortemente che un giorno i 
                                          suoi figli possano vivere e risiedere 
                                          a Mormanno e ama la propria cittadina. 
                                        Forse, caro direttore,a Mormanno servirebbe 
                                          solo un pò di amore in più, 
                                          un pizzico di ottimismo e tanta buona 
                                          volontà per evitare di diventare 
                                          oggetto delle critiche di chi purtroppo 
                                          ritorna e ammira “ l’opera 
                                          incompiuta di un artista sconosciuto” 
                                          tanto per fare metafore. 
                                          Del resto,caro direttore ,la migliore 
                                          medicina per il nostro male siamo noi 
                                          stessi, smettere di piagnucolarsi, rimboccarsi 
                                          le maniche ,cosi come facciamo quando 
                                          ci esprimiamo fuori dalle nostre mura,è 
                                          meglio che giudicare. 
                                          Per di più ,come il saggio Dr. 
                                          Prof. Luigi Paternostro sottolineava 
                                          nell’articolo del n° 15 di 
                                          Giugno 2007, Cosa Manca a Mormanno?.. 
                                        Forse solo questo!!! 
                                        Cordiali saluti. 
                                         
                                       
                                      
                                      Domenico Crea
                                       
                                      Presidente Associazione Culturale “Comunalia”
Da alcuni anni alcuni fastidiosi ronzii, 
                                        con intenti volutamente denigratori, ad 
                                        intervalli irregolari, pervengono all’orecchio 
                                        di quest’ Associazione e del sottoscritto 
                                        che ne è stato uno dei fondatori, 
                                        attualmente Presidente pro-tempore, ai 
                                        quali abbiamo sempre voluto contrapporre 
                                        solo ed esclusivamente risultati, frutto 
                                        di costante impegno e di proficuo lavoro. 
                                      Ma vedere in un articolo della “Provincia 
                                        cosentina” , ed oggi sul sito Faronotizie, 
                                        denigrati l’entusiasmo, la passione 
                                        e l’impegno di tanti mormannesi, 
                                        giovani e di ogni età, mi addolora 
                                        molto ma non mi meraviglia più 
                                        di tanto, provenendo da pseudo tuttologi, 
                                        imbeccati da chissà quale grande 
                                        ricercatore storico che, stranamente, 
                                        non ha mai fornito al pappagallo di turno 
                                        (pochissimi in verità) qualche 
                                        prova concreta ( e come potrebbe?) delle 
                                        insulse affermazioni denigratorie sulla 
                                        non autenticità del documento, 
                                        su cui ho ideato (deve essere questo che 
                                        scatena il ricorrente blaterare) la Rievocazione, 
                                        definita “un falso storico”, 
                                        ed una “mascherata”. 
                                      Il livore trasudante dal contesto, dovuto 
                                        forse ad un travaso copioso di bile, toglie 
                                        all’ improvvido estensore della 
                                        nota ogni possibilità di aggancio 
                                        ad una realtà fiorente ed affermata 
                                        come Comunalia. 
                                      Fino ad oggi, infatti, la mia risposta 
                                        a questi improvvisati criticoni è 
                                        stata unicamente il racconto di un aneddoto, 
                                        trasmesso da Plinio, Valerio Massimo ed 
                                        altri, sul pittore greco Apelle, che alle 
                                        critiche ad un suo dipinto mosse da un 
                                        calzolaio, cui aveva chiesto umilmente 
                                        consiglio per i calzari, disse : “sutor, 
                                        non ultra crepidam !”, cioè 
                                        “calzolaio, non andare oltre la 
                                        suola”. 
                                      Volendo con ciò ribadire che avrei 
                                        accettato volentieri un contraddittorio 
                                        con persone competenti di Ricerca storica, 
                                        in possesso almeno della mia modesta esperienza 
                                        in tal senso. 
                                      E non intendo cambiare atteggiamento, 
                                        ma solo ricordare “si licet parvis 
                                        componere magna” (se è lecito 
                                        paragonare alle piccole le grandi cose) 
                                        , come scriveva il Poeta latino Virgilio, 
                                        che, come per la Rievocazione, dalla commistione 
                                        tra “vero” e “verisimile”, 
                                        sono nati i capolavori del Manzoni e poi 
                                        di tantissimi altri grandi Scrittori, 
                                        Sceneggiatori, Registi, ecc., come ben 
                                        sanno coloro che hanno avuto la ventura 
                                        di studiare critica letteraria o si sono 
                                        dilettati di Letteratura, Teatro, Cinema.. 
                                      Tutto ciò è in linea con 
                                        gli scopi della nostra Associazione culturale, 
                                        cioè riscoprire e riportare alla 
                                        luce documenti, avvenimenti, tradizioni 
                                        di Mormanno, per non disperdere un patrimonio 
                                        storico-culturale che velocemente rischia 
                                        di finire nell’oblio. 
                                      Ma in definitiva mi chiedo, (ed insieme 
                                        a me tantissimi mormannes): A chi giova 
                                        questa incomprensibile reiterata aggressione 
                                        ? Di quali interessi o gruppi ci si erge 
                                        a paladini (sic!)?  
                                        A chi o a cosa abbiamo arrecato fastidio? 
                                        Alla Chiesa ? Non credo, anzi abbiamo 
                                        avuto sempre scambi e collaborazione ed 
                                        il Vescovo non ha avuto nulla da ridire 
                                        alla Processione dell’Assunta.  
                                        Evidentemente soltanto a chi si lamenta, 
                                        che fa parte di quella schiera di zelanti 
                                        non richiesti difensori , che vogliono 
                                        sentirsi più realisti del Re! 
                                      Ma ciò che invece soprattutto 
                                        mi preme sottolineare è la grande 
                                        forza di volontà e l’entusiasmo 
                                        di tanti mormannesi intorno a questa Rievocazione 
                                        di un preciso fatto storico, la Donazione 
                                        del 1101, che sarà poi così 
                                        determinante (spero di dimostrarlo quanto 
                                        prima) per la storia del nostro Castrum, 
                                        che qualcuno inconsciamente, in un lapsus 
                                        freudiano, definisce “il nulla”. 
                                       
                                        Ricordo che nel 2000 Mormanno si trasformò 
                                        in una grande sartoria per creare, su 
                                        bozzetti di Pina Capalbi, circa 80 costumi, 
                                        diventati oggi oltre 100, nonchè 
                                        bandiere, drappi, stendardi, ecc., favorendo 
                                        esaltanti momenti di socializzazione, 
                                        con entusiasmo ed allegria prima impensabili, 
                                        che insieme alle “Cantine di Perciavutti” 
                                        rappresentano all’occhio di ogni 
                                        persona, non visceralmente ed inutilmente 
                                        prevenuta, l’orgoglio di questa 
                                        Associazione ( in cui tutti lavorano senza 
                                        un euro di compenso !), e di (purtroppo 
                                        quasi!) tutta Mormanno. 
                                       
                                        Un grazie di cuore a tutti coloro che 
                                        partecipano alle nostre attività 
                                        ed a quanti (Politici, Amministratori, 
                                        Imprenditori) ne hanno intuito le future 
                                        potenzialità ed in questi anni 
                                        hanno creduto e credono in “Comunalia” 
                                        . 
                                      Noi continueremo imperterriti, anche 
                                        con l’eco di qualche appena fastidioso 
                                        gracidìo, cercando, con l’entusiasmo 
                                        dei Quartieri e, ce lo auguriamo, col 
                                        sostegno di sempre più numerosi 
                                        Operatori economici, di rendere migliori 
                                        ed apprezzate le nostre ricerche ed iniziative 
                                        storico-culturali ed enogastronomiche 
                                        per Mormanno. 
                                      Mormanno 2/09/07 
                                         
                                        
                                      
                                      Elisabetta Coniglio
                                       Cari amici di FARONOTIZIE, 
                                        alcune sere fa dopo avere seguito l’ennesimo 
                                        programma televisivo politico, presa dallo 
                                        sconforto ho scritto una e.mail al Sig. 
                                        Prodi della quale vi invio copia nella 
                                        speranza che voi possiate pubblicarla 
                                        come lettera aperta. 
                                       
                                      Sig. Prodi,  
                                      mi chiamo Elisabetta, 
                                        ho 31 anni e faccio parte della percentuale 
                                        di cittadini che ha votato per lei dall'estero, 
                                        quei voti insomma che molti hanno detto 
                                        essere decisivi per la sua vincita alle 
                                        ultime elezioni. 
                                        Sono tornata ad abitare in Italia da pochi 
                                        mesi dopo 7 anni di lontananza sperando 
                                        di trovare un Italia diversa da quella 
                                        che avevo lasciato. 
                                       Inutile dirvi che la situazione politica 
                                        attuale non soddisfa nessuno... le scrivo 
                                        oggi perché volevo ricordarle che 
                                        tante persone come me hanno votato per 
                                        lei anche se la loro ideologia politica 
                                        non corrispondeva alla sua nella speranza 
                                        che il Sig.Berlusconi smettesse di dirigere 
                                        il paese, e nella speranza che lei potesse 
                                        dare una svolta a questa Italia dove sembra 
                                        non esserci più spazio per crescere 
                                        e sognare. 
                                        Spero di riuscire a restare a casa mia 
                                        questa volta e a non essere obbligata 
                                        ancora una volta ad andare in un altro 
                                        paese dove sicuramente troverò 
                                        una situazione politica e sociale di gran 
                                        lunga migliore ma senza il sorriso, l'affetto 
                                        dei miei familiari e la forza e la voglia 
                                        di vivere che solo la mia terra, le mie 
                                        radici possono darmi. 
                                       Mi auguro che lei apprezzi la sincerità, 
                                        perché le dico con tutto il cuore 
                                        che il vostro lavoro dalle elezioni ad 
                                        oggi mi ha solo fatto pentire della scelta 
                                        di dedicarle il mio voto; nonostante la 
                                        mia ultima affermazione continuo a sperare 
                                        nei prossini mesi e ad incoraggiarla a 
                                        stupirci e a catalizzare tutta la forza 
                                        e la speranza che abbiamo riposto in voi....la 
                                        prego NON CONSEGNATE IL GOVERNO ALLE DESTRE! 
                                       
                                      Martin Aiello 
                                      Animali e civiltà 
                                      Le recenti notizie di aggressioni da 
                                        parte di cani a malcapitati individui 
                                        ha scosso l’opinione pubblica tanto 
                                        che si inizia a guardare con occhi nuovi 
                                        gli amici a quattro zampe che iniziano 
                                        a parere molto meno fedeli di quanto vorrebbe 
                                        la tradizione. 
                                        È del 21 dicembre 2006 l’ordinanza 
                                         del Ministro Livia Turco che regola 
                                        in materia del trattamento di tali animali 
                                        e del comportamento che i possessori devono 
                                        necessariamente tenere. Vengono inoltre 
                                        definite le razze cosiddette “a 
                                        rischio di aggressività” 
                                        tristemente note anche ai non esperti 
                                        perché spesso nominate dai notiziari 
                                        o da proprietari troppo orgogliosi.  
                                        A chi ama gli animali (ma nei limiti dettati 
                                        dalla ragione umana) viene spesso da chiedersi 
                                        per quale ragione si voglia possedere 
                                        un cane pericoloso per sé e (soprattutto) 
                                        per gli altri.  
                                      Forse per la difesa della proprietà? 
                                        Siamo fortemente convinti che il ladro 
                                        più sprovveduto penserà 
                                        per prima cosa a munirsi di qualche prodotto 
                                        in grado di sedare l’animale prima 
                                        di scavalcare il cancello della villa 
                                        che ha deciso di svaligiare. E poi, chi 
                                        non teme le pistolettate delle forze dell’ordine 
                                        e quelle dei proprietari furiosi, sicuramente 
                                        non si fermerà davanti ad un cane. 
                                         
                                        Infine, il fatto che ci sia il rischio 
                                        che attacchino membri della stessa famiglia 
                                        del proprietario costituisce un’ottima 
                                        ragione per desistere dal possederne. 
                                        Vale davvero la pena di rischiare una 
                                        figlia sfigurata e traumatizzata per sempre 
                                        o l’aggressione della propria madre 
                                        (si pensi ai recenti casi di cronaca nel 
                                        Nord-Est del Paese)? 
                                      Forse allora si compra un cane pericoloso 
                                        per difesa personale? Dati i tempi non 
                                        è un’ idea assurda, ma chi 
                                        sarebbe capace di aizzare il proprio cane 
                                        contro un’altra persona e magari 
                                        aspettare che finisca di sbranarla sebbene 
                                        che questa volesse farci del male?  
                                        Eccettuata qualche metropoli, poi, dalle 
                                        nostre parti non c’è un’ 
                                        emergenza criminalità tale da dover 
                                        essere scortati da due fila di fauci! 
                                        Eppure anche nei nostri piccoli comuni 
                                        sono presenti dei cani che rientrano nella 
                                        “scientifica” descrizione 
                                        di “a rischio di aggressività”, 
                                        e molti altri che pur non appartenendovi 
                                        sembrano davvero poco rassicuranti.  
                                      La parte più interessante del 
                                        decreto Turco è, tuttavia, quella 
                                        relativa alle direttive su come tenere 
                                        il proprio cane quale che sia la razza 
                                        di appartenenza. Si è, ad esempio, 
                                        tenuti a far indossare la museruola ed 
                                        il guinzaglio all’animale quando 
                                        questo si trova in luoghi chiusi o per 
                                        strada, pena una multa costosissima.  
                                        Quanto avrebbero da fare le forze dell’ordine 
                                        mormannesi se facessero rispettare tale 
                                        legge!!! 
                                        Nessuno vede che i bambini del nostro 
                                        paese corrono per le strade guardati di 
                                        sottecchi da cani con una statura che 
                                        è almeno il doppio della loro? 
                                        Bisogna aspettare che qualcuno venga aggredito 
                                        perché si inizi a far indossare 
                                        museruola e guinzaglio?  
                                        A pensarci bene non è nemmeno una 
                                        questione di leggi, ma di civiltà. 
                                        È mai possibile che in ogni ambito 
                                        dobbiamo essere fanalino di coda del nostro 
                                        Paese?  
                                        Infine, per dirla proprio tutta, nessuno 
                                        si è accorto dei chili di escrementi 
                                        “equini”che ricoprono le strade 
                                        della nostro bel centro storico? In quanti 
                                        sono stati multati per questo? D’accordo 
                                        che a Mormanno da qualche anno piace sentirsi 
                                        un po’ “medievali”, 
                                        ma dobbiamo cominciare proprio dagli odori 
                                        dei tempi che furono?! 
                                        Chi invoca (ossessivamente) un cambiamento, 
                                        e magari nei suoi discorsi prende ad esempio 
                                        il Nord Italia o gli altri Paesi europei, 
                                        dovrebbe iniziare da queste piccole norme, 
                                        rispettandole o, se ne ha il potere, facendole 
                                        rispettare. 
                                       
                                      Domenico Armentano
                                      In merito all’ultimo 
                                        francobollo apparso su Faronotizie, 
                                        vorrei fare alcune brevi considerazioni. 
                                         
                                        Il filatelico è tornato a colpire. 
                                        Questa volta vestendo i panni non più 
                                        del censore che dispensa patenti di moralità 
                                        o del filosofo che insegna ad essere liberi 
                                        e ad avere la schiena sempre dritta, ma 
                                        quelli del clinico medico con specializzazione 
                                        in psichiatria che, con disinvoltura, 
                                        azzarda diagnosi, ahimè, viziate 
                                        dalla paranoia di cui questo signore probabilmente 
                                        è affetto. Ricordo a me stesso 
                                        e pertanto non voglio impartire lezioni 
                                        al filatelico onnisciente, che la personalità 
                                        paranoica è caratterizzata, tra 
                                        l’altro, da una sopravvalutazione 
                                        dell’io, dal fatto di essere giudici 
                                        severi ed infallibili nei confronti degli 
                                        altri. E allora, dopo aver definito ottusa 
                                        quella gioventùche si trastulla 
                                        “tra fischi e lazzi” (evidentemente 
                                        il nostro in età adolescenziale 
                                        amava trastullarsi con Kant, Socrate e 
                                        quant’altro), il filatelico mi descrive 
                                        come un tribuno solitario e triste che 
                                        (e qui l’elucubrazione “sul 
                                        ritorno alla casa del padre” è 
                                        da manuale di tecniche di onanismo mentale) 
                                        approda sul versante opposto e, all’indomani 
                                        della vittoria, cade in depressione.  
                                        Constato, innanzitutto, che, alla stregua 
                                        del più pettegolo frequentatore 
                                        di piazza, il filatelico si limita a raccogliere 
                                        il gossip e, con estrema superficialità, 
                                        giudica e condanna. 
                                        Diventa così, forse inconsapevolmente, 
                                        l’icona di una confraternita che 
                                        in questi ultimi giorni si è andata 
                                        ingrossando per le adesioni di nani e 
                                        ballerine, di tanti sepolcri imbiancati, 
                                        belli fuori, ma luridi dentro, di qualche 
                                        maldestro intellettuale che si concede 
                                        sortite poco eleganti, di tanti personaggi 
                                        che in queste ore danno sfogo alle reazioni 
                                        più scomposte. 
                                        L’opera di demolizione di uomini 
                                        e cose messa in campo prima e durante 
                                        la campagna elettorale non e’ riuscita. 
                                        Evidentemente anche qualche altro cittadino 
                                        di Mormanno ha condiviso e ritenuto credibili 
                                        le argomentazioni e motivazioni da me 
                                        addotte a sostegno delle scelte effettuate. 
                                        Non si preoccupi il filatelico di assicurarmi 
                                        alla “misericordiosa cura” 
                                        dei vincitori. Vivo questo tempo con tranquillità 
                                        e serenità certo di poter continuare 
                                        a dare il mio modesto contributo per la 
                                        causa di Mormanno.  
                                       
                                        Rebecca Giacomelli 
                                      Un mondo dietro le sbarre 
                                            
                                        Riceviamo e volentieri pubblichiamo una 
                                        lettera di una ragazza quattordicenne 
                                        a proposito di carceri...  
                                        
                                      Lo scorso 17 maggio,io e i miei compagni 
                                        di classe, insieme ai professori, abbiamo 
                                        visitato il carcere di Castrovillari. 
                                      Entrare in un simile luogo è stata 
                                        per me un'esperienza indimenticabile e 
                                        ricca di emozioni. 
                                      Il direttore dell'Istituto Penitenziario 
                                        ci ha presentato cinque detenuti, persone 
                                        normali e ben vestite, ma capaci di compiere 
                                        reati. 
                                      Dopo un po' di paura abbiamo avuto il 
                                        coraggio di porre ai prigionieri alcune 
                                        domande e con molta serenità quest'ultimi 
                                        si sono raccontati: chi ha chiesto come 
                                        si vivesse in un carcere, chi come me, 
                                        ha pensato di formulare domande inerenti 
                                        il rapporto con la propria famiglia. Maria, 
                                        una delle ospiti del carcere, ha risposto 
                                        con enorme tristezza che per lei la famiglia 
                                        non esistite; chi lo sa, un tempo forse 
                                        sì, ma nel momento in cui ha commesso....la 
                                        colpa, è stato il buio completo. 
                                      Essere rinchiusi, per pochi o tanti anni 
                                        anche se per giuste ragioni, è 
                                        veramente drammatico.  
                                      C'è chi come Maria non ha nemmeno 
                                        la consolazione di un affetto fuori dalle 
                                        sbarre ed allora, cosa ne sarà 
                                        della vita che le rimane? 
                                      Devo però dire, che il personaggio 
                                        più affascinante ed allo stesso 
                                        tempo inquietante che mi ha particolarmente 
                                        colpito, è un detenuto di origine 
                                        francese, molto garbato e pieno di speranze. 
                                       
                                      Un uomo dai grandi occhi azzurri luccicanti 
                                        come laghi, dai capelli biondi, alto ed 
                                        elegante ha raccontato della sua "ultima" 
                                        avventura in modo allegro e senza vergogna 
                                        o timore.  
                                      Ha parlato con profondità dei 
                                        veri significati della vita e della tolleranza 
                                        , della pazienza che una persona deve 
                                        portare nell'attesa di tornare libera. 
                                       
                                      La libertà è una cosa importantissima, 
                                        essenziale: se la perdi, beh, hai perso 
                                        tutto anche il significato di esistere. 
                                      Aver avuto la possibilità di conoscere 
                                        e parlare con persone diverse da quelle 
                                        che incontri tutti i giorni, ti invita 
                                        a riflettere e a capire che il mondo non 
                                        è solo quello tuo dorato e protetto, 
                                        ma che ne esiste anche uno dietro le sbarre. 
                                       
                                      Domenico Aiello 
                                      Egregio Direttore, 
                                        mi chiamo Domenico Aiello, nato e cresciuto 
                                        a Mormanno o meglio alla "salivera"! 
                                        Da anni vivo fuori e nonostante ritorni 
                                        in Calabria due/tre volte l'anno mi manca 
                                        molto la vita quotidiana di Mormanno. 
                                        A tal proposito vi scrivo complimentandomi 
                                        per l'iniziativa del giornale online che 
                                        mi consente di vedere le "cantine 
                                        " o altre iniziative paesane. 
                                        Ho scritto però per inviare un 
                                        suggerimento che poi è una mia 
                                        preferenza. 
                                        Stando lontano, i cambiamenti del paese 
                                        si rilevano al ritorno, ma nel frattempo 
                                        sono successe tantissime cose e quindi 
                                        volevo chiederle di inserire notizie più 
                                        specifiche possibili, magari di poco conto, 
                                        ma di Mormanno.  
                                        Penso alle prossime elezioni comunali 
                                        di cui ovviamenete si starà parlando 
                                        in piazza ma che voi non rilevate, oppure 
                                        alle opere decise dal consiglio comunale 
                                        che destano sempre commenti positivi e 
                                        negativi che mi piacerebbe leggere, l'economia 
                                        locale e da ultimo info sulla locale squadra 
                                        di calcio.  
                                        Credo che per noi che stiamo fuori sia 
                                        importante conoscere la quotidianità 
                                        del paese piuttosto che quello che pensa 
                                        un paesano della legge finanziaria. 
                                        Vi ringrazio per l'attenzione e buon lavoro. 
                                      Egr. Sig. Aiello, grazie dei suoi 
                                        suggerimenti.  
                                        Ci sforziamo anche di fare un magazine 
                                        internazionale... 
                                      Antonio De Luca, Mormanno 
                                      Le radici sono importanti 
                                      Disincantata. E' così che definirei 
                                        la mia generazione. Lontana,e forse è 
                                        un bene, da tutto quello che ha mosso 
                                        i movimenti del '68, lontana dalla politica 
                                        e dagli ideali e, soprattutto, assuefatta 
                                        dalla quotidianità.  
                                        Stanca di promesse e stanca di credere... 
                                        e forse hanno ragione i nostri genitori 
                                        a dire che "un tempo era diverso" 
                                        il loro modo di vedere le cose. Chissà 
                                        se poi è un bene o un male. E poi 
                                        non parlateci di futuro… il futuro 
                                        è un buco nero per noi… ciò 
                                        che è sicuro, è che per 
                                        trovare lavoro, la maggior parte di noi 
                                        dovrà andare via… che bel 
                                        futuro lasciare tutto e tutti e trasferirsi 
                                        chissà dove! ! !... e di chi è 
                                        la colpa? Di certo non nostra… Chissà 
                                        perché non pensiamo al futuro e 
                                        a quello che ci aspetta ! ! !... è 
                                        meglio non pensarci ! ! !  
                                      Saremo anche disincantati e senza ideali, 
                                        ma un cuore l’abbiamo…e questo 
                                        cuore soffre nel sapere che dobbiamo andare 
                                        via, lontano… a parole è 
                                        facile… ma poi, quando vai via davvero 
                                        ti trovi davanti a realtà molto 
                                        diverse da quella in cui sei nato, cresciuto 
                                        e hai vissuto i tuoi anni migliori… 
                                        e ti viene il cuore in gola solo a pensare 
                                        cosa hai lasciato: amici, parenti, magari 
                                        anche la ragazza… e poi ci sono 
                                        sempre quelle domande a cui nessuno darà 
                                        mai risposta… perché non 
                                        posso restare? Di chi è la colpa? 
                                      Simone Perrone
                                      Mi chiamo Simone Perrone. mio padre è 
                                        mormannolo e io amo profondamente il  
                                        paese... purtroppo viviamo a Sanremo e 
                                        inoltre io studio a Genova, quindi sono 
                                        ormai 9 anni che non scendiamo in calabria. 
                                        Grazie al vostro sito,  
                                        però, posso sentirmi quasi come 
                                        "a casa" ogni momento. GRAZIE 
                                        DI CUORE!  
                                        Continuate così !! 
                                       simoneperrone@hotmail.com 
                                       
                                        Scrivi a: 
                                        redazione@faronotizie.it 
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