ANNO III - N° 30
Novembre 2008

Lettere alla Redazione
Archivio 2006

Andrea Carenza

Una donna si ammalò. Si rivolse all’Ospedale di Milano, le vennero diagnosticati tumori all’intestino, ai polmoni, al fegato, ...

Le vennero rimossi da abili chirurghi e la donna pensò di essere guarita. Poi venne stabilito che quell’Ospedale non era competente ad asportare quei tumori e le vennero reimpiantati, in attesa che l’ospedale di Perugia, quello sì competente, ne ritenti la rimozione.

Tra pochi mesi la donna morirà, di prescrizione. Malasanità? No, malagiustizia. Ma solo per chi se lo può permettere.
Andrea Carenza

 

Vincenzo Sarno

Egregio Diretore,
informato da amici italiani, sul sito Faronotizie.it, invio congratulazioni per il nuovo periodico, realizzato con buona professionalità.
Da lontano possiamo leggere e sentire la nostra Mormanno.
Mi presento: mi chiamo Vincenzo Sarno, sono nato nel comune di Mormanno nel'41 ed emigrato con la famiglia nel 1949, ad 8 anni d'etá, a Salvador-Bahia, in Brasile.
Sono figlio di: Emilio Sarno e Francesca Fasano, i miei nonni paterni erano Fedele Sarno e Teresa Minervini ed i nonni materni incenzo Fasano e Teresa Oliva

Ho visitato Mormanno con tutta la famiglia nel 1987. Ho due zii viventi, uno a Mormanno e un'altro residente a Rossano e molti cugini.
Cordiali saluti, a presto.
Vincenzo Sarno

 

Antonio (tonis.a@libero.it)

Egregio Direttore,
mi congratulo per il suo giornale; questa e-mail otre alle congratulazioni è promotrice di un argomento che da qui a pochi mesi sarà sulla bocca di tutti i mormannesi: "ELEZIONI COMUNALI".

Aprendo una discussione, quale futuro ci può essere per una cittadina che vede con il passare degli anni una continua diminuizione di popolazione?

Caro Direttore il tema è vasto e spero che a rispondere siano le persone che avranno intenzione di candidarsi alle prossime elezioni. La ringrazio vivamente se questo tema potrà essere argomento di riflessione e proposte sul sito.
  

Luigi Paternostro

In risposta al Dr. Paolo Rumiz - Appennino, il Cuore Segreto - La Repubblica.

Mormanno, 24 agosto 2006

Egregio dott. Rumiz,

ho letto la cronaca del suo viaggio in Calabria soffermandomi sulla sua visita a Mormanno, da dove Le rispondo.
La ringrazio per aver suonato l’allarme circa la viabilità interna del paese.
Le assicuro che non è il solo ad aver constatato la situazione che è un problema antico, serio.
E’ una preoccupazione collettiva.
La tamponano, come possono, i servizi comunali e l’educazione degli utenti, non solo indigeni.
Quando questa è assente o il via vai assume aspetti diarroici, il traffico si blocca.
Lei è incappato in uno di questi momenti.

Un tempo le strade seguivano percorsi che si adattavano alle condizioni del terreno, alla natura dei luoghi e nel caso dell’attraversamento dei paesi, a tutti gli spazi disponibili. Quelle vie sono rimaste tali anche durante e dopo la loro statalizzazione.
Ormai siamo al punto in cui non bastano più le denunce. Ad esse va unita una progettualità che impegni le amministrazioni e le comunità a risolvere prontamente il problema.
Non può immaginare quante discussioni ha suscitato il Suo articolo!

In verità hanno pure suscitato un ampio dibattito alcuni Suoi giudizi che, sia pure nel rispetto e nella libertà delle Sue idee e valutazioni, mi sono sembrati veloci, momentanei ed epidermici.

1. Le montagne non sono aride. La ricchezza del verde è la caratteristica più pregevole oltre che il bene più considerato e conservato. Ritorni a Mormanno e si affacci alla Loggetta, vedrà una valle che le offre uno spettacolo unico; si affacci sul Pantano, salga sul Poio, giunga alla Casa Cacciatori, e poi ne riparleremo.

2. Non so cosa l’abbia spinto a definire funebri le nostre chiese. Tale effetto Le fa il serio aspetto del tardo barocco? Presumo troppo se L’invito a leggere la storia dell’arte sacra a Mormanno sul mio Mormanno un paese…nel mondo ?.
Dia anche uno sguardo a "Mormanno. La cattedrale di Santa Maria della Colla o del Colle: fede ed opere di popolo e clero in sette secoli (1183-1883)" di Domenico Crea e Francesco Regina (ed. IL COSCILE, Castrovillari, agosto 2000).

3. La filosofia greca, la pazienza buddista, il fatalismo islamico sono la minima percentuale di un impasto più consistente, duro, roccioso che ci permette di affrontare la vita, che ci inserisce in quel villaggio globale di cui ormai siamo partecipi e parte. Kantianamente liberi e dialettici abbiamo superato anche tante filosofie senza mai impastoiarci in nessuna di esse.

4. Circa poi il fatto che Trieste è come il Capo Nord, Le voglio precisare che ben 116 Mormannesi sono morti nella guerra del 1915-18 per liberare Trento e Trieste e che fra essi v’è pure una Medaglia d’oro che risponde al nome di Gaetano Alberti, che, benché Sindaco della cittadina, volle partire per il fronte immolando la sua vita per il bene della Patria. A Trieste visse ed insegnò, con stima ed onori, nella cattedra di filologia ed eloquenza della reale ed imperiale accademia di commercio e nautica il nostro sacerdote professore Lodovico Romano. Trieste è stata il sogno di tante generazioni. Oggi lì vivono concittadini impegnati a far crescere quella città che li accoglie come esemplari ed attivi lavoratori.

5. La sua chiacchierata con qualche indigeno assume un aspetto estemporaneo e folcloristico. Accanto alle rare “comari nere” (vedove e anziane concittadine rispettose della morte in tempi in cui nemmeno la vita ha valore) a Mormanno cresce e vive una gioventù che fa invidia alle più belle sventole che la televisione ci ammannisce. Hanno una freschezza, un sorriso, un calore, un sangue inadatto ad anemici proci.

Vestono anche di nero. E’ moda!

Ritorni a Mormanno, con calma: sarà un piacere ed averLa ospite .

Cordialmente.
Luigi Paternostro.


redazione@faronotizie.it

 

 
Faronotizie