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(Italiano) Il poeta della Memoria!

Scritto da Nunzia Pasturi il 1 July 2013
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5 Responses so far.

  1. È una ben triste vicenda dei giorni nostri ma Francesco Tarantino non si arrende e pubblica un libro di versi dove dà la parola agli alberi recisi, dove gli alberi recisi gridano di dolore e di vendetta, e lo gridano in poesia e distribuisce ai cittadini di Mormanno il libro di poesia. Ecco alcune poesie di Francesco Tarantino cittadino di Mormanno con una lirica di Dante Maffìa come prefazione.

  2. È una ben triste vicenda dei giorni nostri ma Francesco Tarantino non si arrende e pubblica un libro di versi dove dà la parola agli alberi recisi, dove gli alberi recisi gridano di dolore e di vendetta, e lo gridano in poesia e distribuisce ai cittadini di Mormanno il libro di poesia. Ecco alcune poesie di Francesco Tarantino cittadino di Mormanno con una lirica di Dante Maffìa come prefazione.

  3. Non si tratta certo di un caso se il titolo del libro inizia con la parola Memoria, anzitutto di e per sé stessi, come la cura minuziosa e diffusa del proprio testamento del funerale e della sepoltura personali, dappertutto del resto, si muore “veramente” allorquando si è abbandonati e dimenticati, quando non c’è più memoria di sé. I componimenti scritti dal poeta, servono a consegnare la memoria agli alberi recisi.

  4. Francesco M.T. Tarantino, dopo aver avversato il taglio degli alberi secolari nel camposanto di Mormanno, paese dove vive, è ideatore, promotore e realizzatore di “Memorie di Alberi recisi”, mostra permanente di poesie sulla memoria, allestita sulle ceppaie degli alberi tagliati. Ha pubblicato tre raccolte di poesie: Cose mie, Disturbi del cuore e Noli me tangere.

  5. gold price says:

    La comunità deve riconciliarsi con i propri cari: riempiamo questo cimitero di fiori, piantiamo siepi di colori nella buona terra; riportiamo, tra i viali e lì dove vi è un sito, dei giovani alberi. Ridaremo così voci e occhi ai defunti e, soprattutto, senso e ragione ai vivi, che non possono vivere con quest’orrendo peso sullo stomaco. E assegniamo un nome all’albero che piantiamo, a cominciare da quello di un nostro caro che lì aspetta di rivedere, attraverso le chiome dell’albero, il sole, la luna, le stelle, a risentire la tenerezza di una mano affettuosa con la carezza a un tronco, a un ramo, a una foglia. Il cimitero non è solo il luogo della vita che lascia la vita, ma anche il luogo-simbolo del consolidamento della memoria; la memoria, tanto temuta dalla morte, perché veicola ricordi, affetti, immagini, perfino suoni, e canti, e colori; e, con la sua ostinazione, uccide la morte.