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Il negozio del pane

Scritto da Massimo Palazzo il 1 aprile 2013
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Il negozio del pane, il più frequentato di tutto il quartiere  paradiso a Varese si trovava  tra la merceria e il negozio di biciclette. Non aveva nè insegna nè vetrina, se si voleva acquistare e gustare dell’ottimo pane  bastava farsi guidare dall’olfatto per trovarlo. Una volta entrati l’ impatto visivo non era dei migliori  poichè  la  caratteristica di questo piccolo locale era il disordine. Lavoravano e lo facevano funzionare a modo loro due sorelle simpatiche e socievoli, con un senso dell’ordine che aveva poco a che fare con un esercizio pubblico. Ad eccezione del pane,  suddiviso nelle ceste per categoria e formato, tutto il resto era ammassato ed  introvabile. Gli scaffali non avevano un’ esposizione degna di essere chiamata tale, arrivarci era quasi  impossibile perchè davanti agli stessi c’era un enorme quantità di scatoloni in attesa di essere sistemati. Quando la merce arrivava i corrieri la scaricavano e prima di finire al loro posto, cosa che raramente avveniva,  vagava per il negozio e ci restava fino allo svuotamento dei cartoni da parte dei  clienti, se avevano voglia di cercare quello di cui avevano bisogno. Il retro era indescrivibile, solo loro potevano addentrarsi e,  non sempre, riuscire nell’impresa  di trovare quello di cui avevano bisogno. Era nonostante i difetti opinione diffusa  piacevole passarci, per la bontà del pane,  la loro allegria, simpatia e   generosità.

Ogni volta che mi vedevano mi regalavano le  caramelle  della Dufour, famose per il carosello delle gemelle Kessler “du ,du, du, du, dufour ” . Restarono  a gestirlo per tanti anni  poi una sorella non venne più e l’ altra dopo qualche anno decise di venderlo a chi  produceva per loro il pane. Quest’ultimo oltre al negozio comperò anche il locale a fianco, rifece tutto l’arredamento e presentò  una boutique del pane con annessa pasticceria, tutto in ordine perfetto con  un profumo ancora  più stuzzicante che invogliava maggiormente ad entrare. Dopo parecchi anni una delle due sorelle, la più simpatica tornò a lavorare come commessa,  si doveva  solo occupare di servire al banco, pulizie e sistemazione della merci erano compiti di altre persone. Fu una buona intuizione quella dei proprietari richiamarla, riallacciò in breve tempo tutte le amicizie con i vecchi clienti contenti di rivederla e di ritornare a frequentare il negozio . Nel quartiere e’ rimasto l’unico  ad aver mantenuto la stessa posizione e a continuare a vendere lo stesso prodotto.