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Fantasmi all’opera – L’imperiosa realtà dell’illusione -

Scritto da Paola Cerana il 1 febbraio 2013
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In un tempo in cui tutti sentiamo l’urgenza di condividere tutto – notizie, pensieri, emozioni – fa bene ogni tanto andare controcorrente. Fa bene ritirarsi nel chiacchierio soffuso dell’anima e prendere confidenza con i protagonisti che vi abitano, lontano dal frastuono della superficialità: lì incontriamo i nostri fantasmi interiori, quelli che spesso ci perseguitano e che si manifestano attraverso il sogno, il ricordo, la fantasia, l’immaginazione.

Quest’incontro con se stessi può avvenire anche leggendo un libro. Non uno qualunque ma uno di quelli che fanno vibrare le corde più intime della nostra psiche. Carla Stroppa, psicoanalista junghiana e autrice di numerosi saggi, ci dà quest’opportunità. Nel suo recente libro “Fantasmi all’opera”, di Moretti & Vitali, ci invita ad esplorare quei panorami nascosti, tanto vivaci e contraddittori quanto misconosciuti e sottovalutati, che emergono nella quotidianità a dispetto della nostra consapevolezza.

Chi ha già confidenza con l’afflato lucidamente poetico della scrittrice sa di potersi abbandonare con fiducia a questo viaggio introspettivo, perché se intrattenersi con i fantasmi del nostro sottofondo psichico può essere destabilizzante, d’altro canto aiuta a renderli amici, complici di un’emersione creativa fatta di luce e colori.

In tutti noi albergano quest’inquietanti personaggi che vengono da un passato spesso tormentato: “Li guardiamo, li tocchiamo, li accogliamo con curiosità e persino affetto … alcuni sono intrinsecamente furbi, dotti, altri sono goffi e tremebondi, altri ancora sono così sofferenti e disperati che arrancano qua e là alla cieca; in ogni caso stanno cercando tutti la patria da cui sono stati esiliati.”

L’analisi – abbeverandosi anche al pozzo della letteratura, della fiaba, del gioco, della poesia e dell’arte – aiuta a smascherare questi fantasmi trasformandoli da demoni a déi, attraverso un’emancipazione creativa ed estetica. Comprendere che la psiche umana si nutre d’illusione tanto quanto di realtà significa fare pace con se stessi e realizzarsi fino a diventare quello che effettivamente si è vocati ad essere. Perché dai i propri disordini emotivi può sbocciare quella creatività, tanto inattesa quanto salvifica, che ci riscatta dalle nostre paure e dall’incapacità di superarle.

Certo, il cammino della propria individuazione non è né semplice né breve. Tuttavia, accade che in certi momenti della vita ci si senta talmente alla deriva, che questo cammino diventa inevitabile. Sbattuti a ridosso di un bivio oltre il quale la strada si biforca, il senso della propria identità e la prospettiva del futuro si confondono e l’Io rischia d’esser traghettato verso il buio, anziché verso la luce. In questa liminalità psichica è tutt’altro che facile decidere quale ramo scegliere. Spesso sono forze sotterranee a spingere l’agire cosciente, per questo è bene sapere riconoscere i fantasmi all’opera dentro di noi che giocano a confonderci e a ingannarci. A volte, si ha la sensazione che ad ogni piccolo passo in avanti si produca un temibile contraccolpo. Un contraccolpo che origina dal dubbio di sbagliare e che crea uno straniante senso di colpa difficile da elaborare, perché in quel senso di colpa così vivo, così graffiante si mescolano cose vere e cose false, illusione e realtà. Tuttavia, arrivati a un certo punto, il cammino è ineluttabile. E non è neppure scontato che si possa riprendere la via del ritorno, perché niente resta uguale a prima dopo aver osato avventurarsi tanto oltre e, come dice Jung, si rischia di diventare solo “ombre per il mondo di sopra.”

Eppure, da questo mondo di sotto si può riemergere forti di una nuova autenticità.

Carla Stroppa lo racconta con un pathos disarmante e coinvolgente, anche attraverso le storie di alcune pazienti rinate una seconda volta, nella cui anima ci si può velatamente rispecchiare. Pazienti rinate grazie all’analisi e alla presa di coscienza che l’Illusione, con i suoi molteplici fantasmi, è una parte irrinunciabile della psiche. Così come lo è di quella straordinaria avventura senza certezze che è la vita, la nostra vera irrinunciabile opera d’arte.