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Vicenda Sarah Scazzi: il cortocircuito delle menzogne

Scritto da Giuseppe Centonze il 1 dicembre 2012
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Nel processo che si sta celebrando presso la Corte d’Assise di Taranto e che sta volgendo al termine, Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della vittima Sarah Scazzi di soli 15 anni assassinata il 26 agosto 2010 e gettata in un pozzo, sono accusate di sequestro di persona, concorso in omicidio volontario e soppressione di cadavere, in quest’ultima accezione in concorso con Michele Misseri, Carmine Misseri e Cosimo Cosma. Le due donne sono tuttora detenute presso la casa circondariale di Taranto. A nulla sono valsi i vari ricorsi fatti dai loro legali per ottenerne la scarcerazione, ci sarebbe il pericolo concreto di fuga, reiterazione del reato e inquinamento del quadro probatorio.

Il sostituto procuratore di Taranto Mariano Buccoliero e il procuratore aggiunto Pietro Argentino hanno messo insieme un impianto accusatorio fatto di indizi di colpevolezza gravi, precisi e concordanti che si basano sulle dichiarazioni di alcune persone informate sui fatti, intercettazioni ambientali, tabulati telefonici, perizie e soprattutto le dichiarazioni delle stesse imputate che sono piene di ombre e il risultato a loro parere di mistificazioni della realtà. Sabrina e Cosima avrebbero ucciso la piccola Sarah per un movente complesso, un  mix esplosivo: la gelosia di Sabrina per Ivano Russo, una amico comune di Avetrana, conteso dalla vittima; una vera e propria “questione d’onore” per avere Sarah violato un segreto confidatole da Sabrina e inerente ad un rapporto sessuale non pienamente consumato tra Sabrina e Ivano, causando con ciò l’allontanamento di Ivano da Sabrina e la conseguente rabbia di quest’ultima, oltre a compromettere in tal modo gravemente in una piccola comunità come Avetrana (TA) l’onore e la reputazione non solo di Sabrina ma di tutta la famiglia Misseri; l’astio, il rancore, l’invidia di Cosima verso sua sorella Concetta dalle radici che affondano nella storia della famiglia Serrano, con Concetta adottata dallo zio e che aveva vissuto nell’agio e Cosima che aveva sofferto invece la fame insieme agli altri fratelli; questioni ereditarie legate a quanto ricevuto da Concetta alla morte dei suoi genitori adottivi e alla morte dei suoi genitori naturali.

Sabrina Misseri e Cosima Serrano nel corso degli interrogatori e delle molteplici interviste hanno fatto dichiarazioni che sono state smentite da altri testimoni, avvitandosi con le loro contraddizioni in una spirale dalla quale non sono mai riuscite a uscirne fuori, causando in tal modo secondo i pm e i giudici tarantini il cortocircuito delle loro menzogne. Secondo il gup di Taranto Pompeo Carriere che le ha rinviate a giudizio Sabrina Misseri e Cosima Serrano, pur sapendo benissimo sin dall’inizio quanto era accaduto a Sarah, sin dalle prime fasi successive alla scomparsa e poi per tutto il corso delle indagini “Hanno mentito, mentito e poi ancora mentito, spudoratamente, pervicacemente, per giunta arrivando a lanciare accuse e sospetti su persone che sapevano perfettamente essere del tutto innocenti”.

Sono davvero tante le menzogne e le contraddizioni delle due donne. Ne citeremo solo alcune per economia di spazio.

Iniziamo da Sabrina: ha sempre negato che tra lei e Ivano Russo c’era qualcosa che andava oltre l’amicizia. Poi si scopre che i due nell’arco di pochi mesi ci sono scambiati qualcosa come 4.500 sms; a suo dire il loro rapporto era una semplice amicizia, ma attraverso le testimonianze dei suoi stessi amici si accerta che era innamorata di Ivano, addirittura ossessionata dal ragazzo che faceva seguire e che controllava in ogni suo movimento, oltre al fatto che i due avevano rapporti intimi; ha sempre negato che la sera prima della scomparsa di Sarah le due cugine avessero litigato (l’oggetto del contendere era Ivano, n.d.r). Anche in questo caso viene smentita dalla  testimonianza delle sue amiche e dalla stessa Sarah che proprio la mattina della scomparsa scrive sul suo diario “Oggi ho avuto il dolce risveglio con il trapano. Ieri sera poi sono uscita un po’ con Sabrina e la sua amica Mariangela. Siamo andate in birreria per una Red Bull veloce, poi siamo tornate a casa e Sabrina come al solito si è arrabbiata perché dice che quando c’è Ivano sto sempre con lui. E ti credo. Almeno lui mi coccola a differenza sua. Potessi avere un fidanzato così! Ma vabbè tanto ci sono abituata.”; relativamente al giorno della scomparsa di Sarah dice che l’appuntamento per andare al mare non era definito. Invece lo avevano concordato la sera prima con l’amica Mariangela Spagnoletti e ribadito la mattina successiva. L’sms delle 14:25:08  inviato da Sabrina a Sarah “Preparati che andiamo al mare” appare come un chiaro depistaggio dato che l’accordo per andare al mare c’era già, le due ragazze quella mattina si erano viste e si erano date appuntamento da li a poco per andare al mare; ha sempre negato che quando è arrivata l’amica Mariangela lei si trovava già per strada e non come suo solito in casa o sotto la veranda. Anche in questo caso viene contraddetta dall’amica Mariangela e dalla sorella minore di costei Alessandra. Importante in tal senso è un’intercettazione ambientale nella caserma dei CC di Taranto mentre le due ragazze aspettavano di essere sentite nella quale Sabrina cerca in tutti i modi di far dire qualcosa di mendace all’amica Mariangela; ha sempre dichiarato che all’arrivo di Mariangela ha effettuato delle telefonate all’indirizzo di Sarah senza ricevere risposta. Quando fa queste telefonate dice che il padre Michele Misseri era sull’uscio del garage. Viene però smentita sia da Mariangela che non vede Michele Misseri in quei frangenti, che dallo stesso contadino che nella sua prima versione, ripresa nell’ultima, dice che mentre uccideva Sarah all’interno del garage il telefonino della ragazzina squillava ed era Sabrina che la stava chiamando. Non solo, Michele Misseri dice di vedere la figlia solo quando costei fa rientro dalla casa di Sarah dove si era diretta per accertarsi che non fosse ancora lì; Concetta Serrano ha dichiarato che quando Sabrina arrivò a casa sua per chiederle notizie di Sarah disse alla nipote che Sarah era già uscita ed era diretta a casa Misseri e la invitò ad avvisare i suoi genitori di fermarla se nel frattempo fosse arrivata lì. Sabrina disse alla zia che a casa sua non c’era nessuno, quando invece la madre Cosima, poi smentita, dice che invece era in casa a dormire; Sabrina alle 15:22 di quel pomeriggio maledetto chiama l’amico Alessio Pisello e lo mette al corrente della scomparsa di Sarah. Gli dice com’era vestita Sarah quando è uscita da casa. La circostanza è inquietante dato che nessuno a quell’ora ha detto a Sabrina com’era vestita Sarah quando è uscita da casa. Sabrina dichiara che non ha mai visto arrivare Sarah a casa sua, ma sa com’è vestita. Come fa a saperlo, se non per averla vista?

Relativamente a Cosima Serrano, madre di Sabrina, ha sempre dichiarato che il 26 agosto 2010 è andata a lavorare. Viene contraddetta però prima da Michele Misseri che dice di aver udito la moglie e la figlia litigare quella mattina, poi  da una collega di lavoro di Cosima che dichiara che quel giorno non erano riuscite ad andare a lavorare perché i mezzi erano pieni ed erano tornate a casa, infine da una vicina di casa che non vede l’auto di Cosima parcheggiata lungo la strada; Cosima dichiara che una volta rientrata dal lavoro era andata a dormire. Anche in questo caso viene smentita da un teste ritenuto dalla procura tarantina molto importante, Donato Massari, che tra le 14:00 e le 14:20 vede l’auto di Cosima nei pressi di Via Per Mare ad Avetrana andare a velocità sostenuta affiancata ad un furgone blu. Dopo qualche giorno Cosima si sarebbe presentata a casa del Massari per “invitarlo a cambiare” il colore del furgone che aveva visto da blu a bianco, dato che lei aveva riferito agli inquirenti (circostanza falsa, n.d.r.) che un suo non meglio precisato nipote aveva visto un furgone bianco che aveva preso Sarah (circostanza falsa anche questa, n.d.r.). Il fatto che Cosima dormisse quel pomeriggio viene contraddetto anche dal fioraio Giovanni Buccolieri che il 9 aprile 2011 dichiarò agli inquirenti di aver VISTO Cosima inseguire Sarah e intimarle di entrare nella sua auto, salvo due giorni dopo cambiare il suo racconto e declassarlo a “sogno”. Infine c’è una perizia del ROS che colloca in un punto ben definito del garage dei Misseri una chiamata partita dal telefonino di Cosima all’indirizzo del marito alle 15:25:04 di quel pomeriggio. Di notevole importanza sono anche le comunicazioni telefoniche avvenute tra le 10:26 e le 10:40 del 27 agosto 2010, il giorno dopo la scomparsa di Sarah, mentre sia Cosima che Sabrina erano in una zona compatibile con il pozzo di Contrada Mosca dove fu gettato il corpo di Sarah. Cosima ha dichiarato che quella mattina era andata a controllare la gradazione dell’uva in un fondo di loro proprietà in una zona diversa da Contrada Mosca, ma non ha fatto alcun accenno al fatto che con lei c’era anche Sabrina. Aggiungiamo che la mattina del 27 agosto intorno alle 11:00 sia Cosima che Sabrina fanno visita a Concetta.

Il gup Pompeo Carriere ha scritto nel rigetto della richiesta di scarcerazione delle due donne che: “Nel nostro ordinamento l’imputato ha il sacrosanto diritto al silenzio e ha anche il diritto di mentire per difendersi (non sino al punto d’accusare ingiustamente persone innocenti, perché ciò, ricorrendone i presupposti, può integrare il delitto di calunnia); ma è altrettanto innegabile che il Giudice possa e debba trarre, dal constatato e reiterato mendacio dell’imputato, elementi di valutazione al fine di apprezzarne la complessiva personalità e il comportamento tenuto, specie nell’ottica che qui rileva; e specie se, tale complessivo contegno risulti essere stato accompagnato da veri e propri tentativi dì inquinare le fonti di prova”.

Nell’udienza del 20 novembre scorso Cosima Serrano si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Sabrina Misseri invece si è lasciata esaminare. L’interrogatorio è stato sospeso e riprenderà il 26 e 27 novembre.

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