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Una lunga vacanza

Scritto da Massimo Palazzo il 1 agosto 2012
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Un’ estate decisi di passare le vacanza in Costa Azzurra, la prima destinazione su indicazione di papà e mamma era stata Saint Tropez visitata con un amico, ora desideravo vedere Nizza e dintorni. Ci andai con la mia prima auto appena acquistata una fiat 128 verde, di certo non un colore dei miei preferiti. Nonostante ne avessi viste di più belle nei vari concessionari quella era l’ideale per i soldi che avevo a disposizione, tale era la bramosia di averne una mia che spiega colore e scelta .Quando andai a ritirarla, pur riconoscendo difetti e tanti km, ero l’uomo più felice del mondo. La prima sera girai fino a notte fonda per poter vedere la città dall’interno dell’abitacolo, il cruscotto illuminato, le frecce, i fari, ero soddisfatto perchè non mi sarei più bagnato, non avrei più sofferto il freddo, quando in seguito montai l’autoradio la mia felicità arrivò al massimo. Il giorno prima della partenza la preparai come per anni avevo visto fare a papà. Mamma quando vedeva la valigia era tragica, sembrava partissi per la guerra e fossi in pericolo di vita. Per non metterla maggiormente in ansia e farmela venire, preparavo tutto di nascosto e la avvisavo la mattina a colazione prima della partenza. Sapevo che mi voleva bene che si preoccupava non mi succedesse niente, avrebbe preferito un figlio che restasse sempre a casa, ma io ero l’opposto dei suoi desideri. Il mio programma prevedeva la visita di Nizza, la Promenade Des Anglais, Montecarlo, Cannes, misi alla frusta la piccola cavalleria della 128 e in tre ore e mezza arrivai a destinazione. Non avevo prenotato, abitudine che ho mantenuto negli anni, trovai sistemazione in un alberghetto carino e confortevole e iniziai la mia vacanza solo con tante cose da scoprire. Parlavo poco il francese, la conoscenza della lingua era ai livelli di sopravvivenza ma non mi scoraggiavo, mi ambientai velocemente, visitavo tante cose nuove non disdegnando la spiaggia e il sole. La città mi piaceva, pulita, ordinata, piena di turisti, ristoranti all’aperto, un centro commerciale molto grande, la Promenade, andai a Montecarlo, vidi il principato, il museo oceanografico, Cannes e i paesini vicini .Cercavo in ogni luogo di parlare il più possibile in francese quando rientravo in albergo, mi fermavo con il simpaticissimo portiere che era diventato il mio insegnante. Più i giorni passavano più mi divertivo mi spostavo frequentemente per visitare, per andare al mare avevo scelto una scogliera poco distante dalla promenade. Mi piaceva perchè era poco frequentata dalle famiglie con bambini, un posto da relax assoluto, sembrava di stare in mare aperto con di fronte un orizzonte infinito. Oltre allo spettacolo naturale c’erano molte belle ragazze, una in particolare. Veniva con il compagno che passava la maggior parte del tempo a pescare, mentre lei oltre a dedicarsi all’abbronzatura dipingeva e sentiva delle cassette. Guardandola a distanza avevo notato la bellezza del viso acqua e sapone e del suo corpo. Arrivava in spiaggia indossando abiti semplici, eleganti ed attillati che mettevano in risalto ogni forma, dando un tocco di grande femminilità ai movimenti del suo corpo. Non faceva nulla per vantare il regalo che madre natura le aveva dato, non era bella, era un capolavoro, un concentrato di sensualità innata, un miracolo. Per andare a bagnarsi a volte mi passava davanti e non potevo fare a meno di ammirarla, se ci fosse stata una condanna i miei occhi avrebbero meritato l’ergastolo. Passarono pochi giorni e venne da me, sinceramente non mi aspettavo questa sua visita. Stava seguendo un corso di lingua italiana con le cassette, aveva capito la mia nazionalità e mi chiese se potevo darle alcuni consigli, vista da vicino era ancora più bella, ero contento di averla conosciuta. I giorni successivi gli incontri divennero più frequenti, il suo modo di muoversi, di parlare era molto attraente. Non andavo più in spiaggia per prendere il sole, per il mare, per l’orizzonte ma per vedere lei, non mi era mai successo di provare un attrazione cosi forte , dovevo riconoscere di non essere mai stato cosi bene come da quando frequentavo quella scogliera e avevo davanti un tale capolavoro. Non so dire se fu un colpo di fulmine, i nostri sguardi e le nostre frequentazioni aumentarono, ero molto attratto dalla bellezza, dal fatto fosse straniera, che fosse più grande di me di quasi sette anni. Da parte sua, fu lei in seguito a raccontarmelo, all’inizio fu un’avventura vacanziera che diventò presto passione, era passata da un uomo che parlava poco e pescava tutto il giorno ad uno che non la faceva stare ferma un attimo che la stimolava ad andare a divertirsi che l’adorava come è giusto che fosse per un opera d’arte .
Ci divertimmo molto, verso la fine delle vacanze mi parlò chiaramente, non aveva nessuna voglia di tornare a Parigi , non poteva prendere in considerazione l’idea di non vedermi più o che questa storia dovesse finire cosi e rimanere un ricordo d’estate. Sarebbe rimasta volentieri a Nizza con me, avremmo potuto anche andare a Parigi a casa sua, potevo scegliere, per lei sarebbe andata bene qualsiasi soluzione, senza pensarci troppo accettai di fermarmi. Cosa avevo da perdere alla mia età, un’occasione del genere quanti la sognavano e a me era capitata perché me la dovevo lasciar scappare? Da parte sua la vedevo contenta, si era liberata di un peso, mi aveva sorpreso chiedendomelo ma mi aveva maggiormente stupito la bellezza della sua gioia genuina che provava nel vedere la mia soddisfazione. Avevo imparato per quel poco che l’avevo frequentata che erano sentimenti sinceri, fondamentalmente quello che ci avrebbe maggiormente guadagnato sarei stato io, le cose per me stavano prendendo un ottima direzione ma lei era soddisfatta, non era invidiosa, ne faceva un motivo di benessere anche proprio. Il problema suo era quello di essere legata sentimentalmente, ma appena la decisione fu presa lasciò il compagno, trovò un appartamento nella vecchia Nizza e ci stabilimmo li. Ero contentissimo della nuova avventura che stava cominciando, era la mia prima convivenza non pensavo, non valutavo nè rischi nè problemi, l’incoscienza dell’età non me li presentava, per lei era tutto più semplice, non aveva problemi economici e conosceva già le dinamiche. Cominciammo nel modo più naturale possibile, sembrava una fiaba, lei era al settimo cielo io al ventesimo pur mantenendo nei pochi momenti di lucidità i piedi per terra, imparavo bene la lingua, mi seguiva e correggeva gli errori, mi faceva leggere, se andavamo nei locali faceva sempre parlare me, di fronte a questa totale dedizione e alla bellezza quando non parlavamo o non ci dedicavamo alla mia crescita linguistica mi impegnavo al massimo all’ adorazione con grande piacere. Oltre ai sentimenti non era da escludere il vivere in un posto dove sembrava di essere sempre in vacanza, non faceva mai freddo, c’erano sempre turisti, andavamo in spiaggia anche in inverno. Non ci furono mai problemi tra noi, dicono che l’ amore è bello finchè è novello e francamente restò cosi per parecchio, le uniche problematiche si crearono in seguito e dovuti alla gelosia di lei, se avesse potuto l’avrebbe esercitata legandomi ma non perchè io facessi chissà cosa, era proprio un lato del suo carattere negativo e incontrollabile. Oltre alla gelosia si arrabbiò parecchio perché non la volli mai accompagnare a casa e conoscere i suoi, non capiva questo mio disinteresse . Era vero non ero interessato, volevo capisse che era lei al centro della mia attenzione non i suoi genitori o quello che aveva. Le donne maturano sempre prima, sono
d’ accordo sul fatto che lei lo fosse anche perchè maggiore di me, ma al contrario dei suoi conoscenti o ex fidanzati, io la trattai come una persona normale non come la bella da esibire e nemmeno perchè ricca, era un fattore che a lei non era sfuggito ma non sempre lo teneva presente. Non andai mai a Parigi e nemmeno lei venne a Varese a conoscere mamma, mai la presentai come un trofeo a nessun amico, non ero e non sono mai stato interessato a questo genere di cose. Intanto il tempo passava, imparavo sempre meglio il francese lei non imparava l’Italiano. Restammo parecchio tempo insieme, la gelosia peggiorava di giorno in giorno, vedeva corna in ogni luogo, bastava io andassi a trovare un amico senza di lei ed erano discussioni. In alcuni casi queste sue fisse mi portavano ad incazzature epiche in una la buttai fuori da casa sua. La seconda paranoia con il passare del tempo era il matrimonio e questa era proprio il peggio del peggio, per me allergico a questa cerimonia e alla mia giovane età. A parte queste divagazioni passammo un bellissimo periodo insieme fini come era logico che finisse perchè io ero giovane, volevo fare un certo percorso, lei ne voleva fare un altro e voleva delle certezze che io non le potevo dare. Ci lasciammo e non fu facile, il periodo seguente provocò un leggero smarrimento, ognuno ritornò alla propria vita lei continuò la sua, ricca e spensierata, dipingeva, si adoperava al massimo per mantenersi in forma, si creava hobbys, io ero all’inizio, partivo da zero. Voleva aiutarmi, un’altra dimostrazione della qualità dei suoi sentimenti, al contrario mio che provavo tanto affetto e non e’ la stessa cosa. Non essendoci ancora i mezzi di comunicazione attuali continuammo a sentirci per lettera, qualche volta per telefono, per i compleanni, le feste, poi a poco per volta ognuno prese a vivere la propria vita. Passarono vent’anni e ricevetti un dipinto a china che raffigurava la scogliera dove ci eravamo visti la prima volta, la scritta sotto ad esso specificava “il posto dove ci siamo conosciuti e che non dimenticherò mai”. lo guardai e lo rilessi tante volte e compresi una volta di più che le donne nell’esternazione dei sentimenti ci battono sempre.