Il Maestro Li Po mi indicò col dito la sorgente del fiume.
Ed io, senza indugio, raccolsi il mio zaino e mi diressi verso la sorgente
[ del fiume, a ritroso, inerpicandomi su per le montagne.
Ma lì v’erano ghiacciai di neve impenetrabili e il vento gelido sferzava
[ e mi feriva il volto.
Fu lì che mi arrestai, spaventato e soggiogato dal rigore dell’inverno.
Fu allora che ridiscesi il corso del fiume attraversando montagne
[ a strapiombo e verdeggianti vallate, fino ai boschi rumorosi di
uccelli, alla foce del grande fiume azzurro.
Lì saltavano a pelo d’onda storioni e salmoni e trote, come gettati alla
[ rinfusa. E i pescatori cantando e ridendo agguantavano i pesci con
le mani e li gettavano vivi nelle barche.
Fu lì che mi arrestai e sostai trasognato dalla mitezza della primavera.
E fu lì, nel bel mezzo del delta del fiume, che vidi il Maestro Li Po
[ immerso in un sonno profondo, in posizione verticale, nel mare,
eretto dalla cintola in su.
Incautamente, mi avvicinai al maestro e lo strattonai sulla tunica, ma
[ quello non trasecolò né mosse ciglio.
Allora capii il perché del rigore della sorgente e della dolcezza della
[ foce.
Da La Belligeranza del Tramonto LietoColle, Faoppio (Co) 2006