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Vento di Russia

Scritto da Domenico Mattiaccia il 1 marzo 2012
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Il giorno in cui Samuel Eto’o, stella del calcio mondiale, firmò per l’Anzhi forse non sapeva dove era diretto. Era solo certo che avrebbe guadagnato tanto. Sapeva che sarebbe andato in Russia. Non sapeva che Makhachkala, la città dove ha sede la sua nuova squadra è un posto dove ricchezza e povertà si sovrappongono.

Nelle vie eleganti della città, si alternano i negozi alla moda e case diroccate. I lussuosi bar si trovano difronte a piccole negozi con insegne di cartone; la città è un mix di culture. Essendo molto vicina alla Cecenia ha un’alta l’influenza islamica che si mescola alla voglia di Europizzazione, modello Mosca.

Nella città, capitale del Daghestan, l’80% è disoccupato o fanno finta di esserlo. La corruzione è alta e le associazioni malavitose riescono a portare a termini gli affari senza tanti intoppi.

Nel gennaio 2011, il club della città, l’Anzhi venne acquistata dal miliardario Suleyman Kerimov, petroliere russo dalle grosse ambizioni. Sul modello Abramovich per intendersi.

Per la prima campagna acquisti della squadra, il generoso presidente, spese la bellezza di 5,8 miliardi con Roberto Carlos, campionissimo del passato ma con ancora tanta voglia di giocare e sopratutto di guadagnare, fiore all’occhiello della campagna. Sempre a gennaio, non lontano dallo stadio della squadra, sono state fatte esplodere due auto-bombe per colpire la polizia causando 6 morti.

Ho iniziato questo articolo, con il forse non sapeva che… Ma in realtà penso che alla fine Samuel sapesse dove sarebbe andato a giocare.

Sapeva che la squadra sarebbe rimasta al di fuori dei pericoli cittadini. Sapeva che, per motivi di sicurezza, tutti i tesserati Anzhi passavano la settimana a Mosca, per poi tornare a Makhachkala solo per le partite casalinghe, quindi 16 volte in un anno.

Mosca-Makhachkala distano circa 1500 km. Per intenderci è come se l’Inter, con sede a Milano, giocasse a Palermo le partite casalinghe. Tutti i giocatori vivono a Mosca e di Makhachkala forse non conoscono nemmeno le strade. Non ne conoscono le tradizione, la cultura. Non sanno che i matrimoni si festeggiano a colpi di mitra sparati in aria e che le magliette originali che loro indossano, costano 70 euro l’una, dove in una città che ha un tasso di disoccupazione pari al’80% e uno stipendio medio di 250 mensili, possederne una è come girare in Mercedes!

A Makhachkala ha sede la squadra, i vari gruppi dei tifosi e le squadre giovanili della società. Il centro sportivo dove si allenano i giovani Eto’o è circondato da altissime mura di protezione e il ritrovo degli ultrà è un vecchio palazzo con i calcinacci per le scale. Il presidente, per venire in contro ai numerosi problemi economici in cui versano la maggior parte dei sostenitori del club mette a disposizione un charter per i ragazzi più attivi del tifo organizzato.

Kerimov ha regalato un sogno alla gente, dove i contatti con i giocatori sono limitati a 16 volte all’anno. La gente è contenta, la squadra è competitiva. I tifosi possono festeggiare le vittorie per le strade, intonando cori per i loro beniamini, sperando che arrivino a Mosca… magari tramite il gelido vento di Russia.

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