www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 216 - Aprile

facebooktwitterfacebooktwitter

Riceviamo e pubblichiamo 

Egr. Direttore Responsabile

Le scrivo quale responsabile della sentieristica del CAI Castrovillari e Presidente della Commissione OTTO escursionismo Calabria in risposta all’articolo pubblicato dal Sig. La Terza sul suo Webmagazine che chiama in causa direttamente l’operato della Sezione di Castrovillari e del CAI Regionale.

Le chiedo cortesemente di pubblicare quanto in allegato per dare voce a entrambe le parti tale che i suoi lettori possano avere un quadro completo della situazione e per meglio valutare quanto scritto dal Sig. La Terza.

Certo di un positivo riscontro le Invio i più distinti saluti
Eugenio Iannelli
Presidente Commissione OTTO escursionismo Calabria

 

*****

 Egregio Sig. Nino la Terza

Le scrivo quale responsabile della sentieristica del CAI Castrovillari e Presidente della Commissione OTTO escursionismo Calabria in quanto, considerata la sua feroce reprimenda pubblicata su Faronotizie.it, sono necessarie delle precisazioni per stabilire bene i fatti e per la ricerca precisa di eventuali responsabilità. Magari dopo aver letto potrebbe anche cambiare le sue opinioni ma al momento si rende indispensabile, da parte nostra, un chiarimento sulle modalità di quello che Le è accaduto e sulle responsabilità di chi va in montagna, seppur escursionista di provata esperienza come Lei si autodefinisce, ma proprio per questo conscio delle difficoltà che si incontrano in un luogo dove le condizioni cambiano di giorno in giorno e non parlo solo di quelle climatiche. Non gliela faccia nemmeno lunga sulle diversità tra Nord e Sud ma non sta né in cielo né in terra che il CAI o qualsiasi altra associazione o Ente siano responsabili in solido, su tutto il territorio nazionale, di tutto quello che può accadere in montagna, ma al contrario, chiunque vada in montagna dovrebbe, dico dovrebbe, essere a conoscenza del territorio che intende frequentare e quindi delle difficoltà cui può andare incontro, di conseguenza se ne assume la totale responsabilità. Di fatto la cronaca riporta sempre più frequentemente notizie di cittadini che irresponsabilmente affrontano le montagne come se fossero a Disneyland con le conseguenze che leggiamo tutti i giorni (anche in Trentino Alto Adige). E Lei non è da meno in quanto nella sua lettera auspica una “semplicistica urbanizzazione” della montagna con ringhiere di protezione per evitare gli strapiombi (ma quante ce ne vorrebbero?), “tabelle a mo’ di autostrada” e magari una “illuminazione a giorno” dei sentieri per consentire di evitare alberi e rami sul sentiero e “cadere in trappola”. Molto più comodo della fatica di pensare di mettere una lampada frontale nello zaino per le ore notturne. Ma veniamo al suo racconto che ci chiama in causa sulla segnaletica. Mi preme ricordare e specificare, considerato che ha scelto di andare in autonomia senza una Guida Ufficiale, che una buona pratica della frequentazione della montagna, che il CAI predica da diversi decenni, è l’uso di strumenti fondamentali per affrontare autonomamente una qualsiasi escursione, ovvero: carta topografica IGM (25.000, 10.000, 50.000), bussola, altimetro e se lo si può permettere un GPS, a questo punto anche la lampada frontale. Questi strumenti accompagnati da una buona pratica e conoscenza del campo di azione e da uno studio preventivo a tavolino dell’uscita garantiscono che i rischi si riducano al minimo ma non possono mai azzerarli. Infatti è notorio che il “rischio zero” non esiste, specialmente in montagna. Pertanto da quello che scrive nella sua relazione Lei non era dotato di nessuno di questi strumenti fondamentali ma si è basato solo sulle sue conoscenze del territorio, che a questo punto ritengo alquanto lacunose, e ha basato e affidato la sua vita in primis all’efficienza del suo “naso”, ai consigli dell’amico, evidentemente fuorvianti viste le conseguenze, e sulla segnaletica del CAI. Desidero fortemente ricordare, come recitano i manuali del CAI, che la segnaletica è esclusivamente di “conforto” all’escursionista ma non strumento unico e principale. La segnaletica, se presente, è di ausilio agli strumenti di cui prima e non fondamentale per la percorrenza dei sentieri. D’altronde un sentiero non può essere paragonabile ad una autostrada dove ogni 10 metri vi è un segnale. Tant’è che Lei afferma che si è affidato ai suggerimenti del suo amico Giorgio e del suo “naso” anziché consultare una carta topografica, un altimetro, un GPS. Chiaramente la mancanza di questi idonei strumenti e la mancata conoscenza del territorio non Le ha fatto nemmeno rendere conto che dopo un’ora di cammino in salita e dopo aver raggiunto un quota di circa 1500 metri (l’avrebbe potuto anche dedurre facilmente se avesse avuto quella cartina allegata all’articolo, e un altimetro, ma nella lettera non si capisce,) Le sarebbe bastato valicare e scendere a Piano Novacco che dista precisamente 2 km ma ha preferito ascoltare i suggerimenti del suo amico e affidarsi al suo “naso” con le conseguenze che ne sono derivate. Ci sarebbe tant’altro da dire ma fatte queste debite e necessarie precisazioni penso che a Lei e a un attento lettore non può essere sfuggito come le responsabilità dell’accaduto siano da ricercare da tutt’altra parte e non nella segnaletica del CAI che sicuramente non ha la presunzione di essere perfetta e necessita senz’altro di essere migliorata.

Eugenio Iannelli
Club Alpino Italiano
Presidente OTTO Escursionismo Calabria

 

 °°°°°°°°°°

In tutte le montagne frequentate da turisti più meno  capaci di andare per monti e più o meno attrezzati, esistono dei chiari cartelli che indicano i luoghi che si vogliono raggiungere, le distanze, i tempi, le difficoltà. Solo da poco è apparso anche nel Parco Nazionale del Pollino, nonostante la sua istituzione quarantennale, qualche cartello che indica quanto appena detto.

Nel luogo denunciato da La Terza, esiste la sola segnaletica, in parte internazionale, adottata anche dal CAI, che si è rivelata molto parziale, approssimativa, a tratti fuorviante, risalente, come non molti sanno, alle mappe militari austro-ungariche,  e senza altri segnali chiari di indicazione (anche di solo divieto di accessibilità ai non esperti dotati o meno di adeguata attrezzatura: EE e/o  EEA), come sarebbe stato preciso obbligo di chi si assume l’onere della segnaletica dei sentieri.

O, forse il CAI, sezione castrovillarese, pensa che le montagne siano riservata solo ai suoi aderenti e ai pretesi esperti, più che altro fungaioli della domenica, i più  senza tesserino di raccolta, che hanno la puzza sotto il naso sol a vedere qualcuno che non indossa le scarpe tecniche di ultima generazione?

Credo che sol per il ricordo delle persone che si sono perse in quei boschi per assenza di chiare indicazioni (in quello stesso luogo, 8 giorni ha vagato, alla ricerca di segnali che la riportasse su un qualche sentiero ben segnalato, una coppia di svizzeri prima di essere ritrovata da due squadre di soccorso,  come mi ha riferito una guida ufficiale che, quando si è parlato di segnaletica, ha innalzato –esangue- gli occhi al cielo ), o quelle che sono morte nel Raganello, con tanto di guida ufficiale, e per quanto ne sappiamo in assenza di cartelli di pericolo, avrebbe dovuto suggerirLe un minimo di imbarazzo e di inequivoche scuse, non una lettera dalla quale trasuda solo esecrabile presunzione.

L’altro giorno, un tassista stava per investire un pedone che attraversava fuori dalle strisce pedonali, lui lo ha puntato con l’auto e stava per travolgerlo, poi si è girato verso di me, mi  ha guardato per essere confortato,  e mi ha detto: se non attraversa sulle strisce pedonali è giusto che venga investito.

Ecco, la sua lettera mi ha ricordato quel tassista rammaricato di non avere la licenza di uccidere come 007.

Una sola domanda, per la quale si richiede una sola risposta: del CAI di Castrovillari, Lei è presidente di sezione, o altro, per diletto o per mestiere? E il responsabile lo fa per lavoro o per passione?  Ricevete dei soldi pubblici ( e se si: quanto avete sino ad oggi ricevuto dal Parco Nazionale del Pollino, dalla Regione Calabria, da quella Lucana, dalla città di Castrovillari, o altri, anche sotto forma di immobili dati in comodato gratuito, corrente elettrica a spese del contribuente etc. etc.) per la segnaletica dei sentieri e per quant’altro di Vostra competenza?

Se crede, può inviarci la relativa documentazione; Le assicuro che siamo in grado di leggerla e valutarla, senza interessati quanto inutili commenti del CAI.

Un doveroso saluto non si nega a nessuno
Avv. Giorgio Rinaldi
Direttore Responsabile