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Verso la Casa Bianca

Scritto da Emanuela Medoro il 20 aprile 2016
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I vincitori della votazione avvenuta a New York martedì, 19 aprile 2016, sono Hillary Clinton per il partito democratico e Donald Trump per i repubblicani. Nel partito democratico finora sono stati eletti 2901 delegati dei 4764 complessivi.  Hillary Clinton ha vinto contro Bernie Sanders, arrivando ad un totale di 1776 delegati. Per ottenere la candidatura gliene mancano 607. Bernie Sanders rimane a 1.125 delegati, e non si arrende, in considerazione dei 16 stati che ancora devono votare. Decisivi saranno i risultati della California, con 546 delegati e della Pennsylvania con 210.

Per i Repubblicani vince Donald Trump, che arriva a 744 delegati, per arrivare alla candidatura del partito gliene mancano 493, Ted Cruz, suo principale concorrente, ne ha 559.  Finora sono stati eletti 1633 delegati sui 2472 necessari per la candidatura.

Per ora, salvo sorprese, si prevede uno scontro finale fra Hillary Clinton e Donald Trump. Hillary promette soluzioni reali per i problemi dell’America di oggi: più posti di lavoro con salari più alti, istruzione per tutti, paga per le donne uguale a quella degli uomini e una generale riforma delle leggi sull’immigrazione, per un progresso vero e duraturo. Donald Trump, invece, raccogliendo tutto l’odio razziale, culturale e politico seminato dai repubblicani contro il presidente Barack Obama a partire dal 2008, seguita ad infiammare i suoi numerosi fan con discorsi misogini e razzisti.

La vera novità di questa campagna elettorale è Bernie Sanders, che ha il coraggio di candidarsi alla presidenza definendosi socialista e parlando delle troppo crescenti disparità nella distribuzione della ricchezza. Per questo riporto un brano di un suo comizio, ascoltato in un video.

“Ciò di cui parla il Papa e che anche io voglio dire è che dobbiamo fare del nostro meglio per alleviare le sofferenze e per non accrescere le disparità di reddito e di ricchezza. Quando Lui dice che la ricchezza deve essere usata per servire la gente e non come fine, sono d’accordo con lui…Noi siamo il paese più ricco nella storia del mondo.  Se andassi per strada a chiedere alla gente: “Sapevi che il nostro paese è il più ricco del mondo?” risponderebbero: “No, faccio due o tre lavori, per 8 dollari l’ora e non so che siamo i più ricchi. Non mi posso permettere di curare i miei figli.”

Quello che il Papa dice è che la vita umana, la nostra vita, dovrebbe essere più di una semplice accumulazione di ricchezza sempre crescente. Tutti sappiamo che ora abbiamo la ricchezza e la tecnologia per fornire un tenore di vita almeno decente, a tutti. Viviamo in un mondo dove l’avidità è diventata una religione per i più ricchi, e non se ne scusano. E vedo in questo paese gente con miliardi di dollari che porta avanti politiche che renderanno i ricchi più ricchi e tutti gli altri più poveri. E penso che quello che il Papa ha fatto molto coraggiosamente, è parlare di quelli che chiama “gli espropriati”: cioè i bambini messi da parte, gli anziani soli e messi da parte, la gente che non ha abbastanza per vivere. E, di straordinaria importanza, è il fatto che Egli ha sollevato il problema dell’adorazione del danaro, dell’idolatria del danaro, che non dovrebbe essere il fine della vita umana”.

Bernie Sanders ha incontrato in privato il Papa a Santa Marta, quando ha partecipato alla Conferenza della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, per l’anniversario dell’Enciclica Centesimus Annus.

Mi pare che Bernie Sanders ora abbia un compito da portare avanti, una missione essenziale e decisiva: rendere un po’ più sensibile Hillary Clinton, gelida, tosta e pragmatica, capacissima di fare politica a livello alto e di rastrellare voti insieme a suo marito Bill, che ha verso di lei un debito di riconoscenza. Tanti anni fa, nel pieno del suo memorabile scandaletto, lei fu bravissima a difenderlo.