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Un viaggio da… scherzi a parte

Scritto da Massimo Palazzo il 1 maggio 2015
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Quest’anno  decidiamo  di visitare un’altra isola delle Bahamas, acquistiamo i biglietti per Miami, da Miami per  Nassau e da qui  trasferimento all’isola.
Nel precedente viaggio non eravamo passati da Nassau, l’Isola dei nostri sogni era direttamente raggiungibile da Miami, questa  purtroppo no ed  innesta i problemi e l’incubo. Voliamo Iberia, Venezia Madrid, Madrid  Miami,  personale di bordo con poca voglia di lavorare, un bagno rotto, i rimanenti sporchissimi, cibo pessimo. All’arrivo a Miami abbiamo il pernottamento nell’ albergo dell’aeroporto, Francesca non sta bene, il nostro programmato giro per la città salta. Sta andando tutto storto e la  camera non è da meno, letto rotto aggiustato alla bene e meglio, lenzuola bagnate, finestre vecchissime con vetri sporchi coperte da tende brutte, come paesaggio antenne e tubi dei condizionatori . Livello dell’ aria condizionata, meno15 gradi, vasca da bagno riverniciata male, tendina per non allagare da guardami ma non toccarmi, pulizie approssimative. Scrivo il giorno dopo la recensione  su Tripadvisor e il direttore dell’ albergo offeso mi chiede  spiegazioni. Imbecille, se quasi tutti scrivono male cosa perdi tempo a chiedermi spiegazioni ? Cerca di migliorare il servizio. Non merita risposta. Stupido io a non averle lette prima. Visti i problemi di salute e il poco tempo a disposizione ci siamo adattati, c’è anche il ristorante all’interno della struttura ma dopo un sopralluogo decidiamo di soprassedere, mangiare a meno 20 non deve essere piacevole. La mattina ci svegliamo presto non vediamo l’ora di andarcene dalla camera, svolgiamo  le pratiche d’imbarco ma non riusciamo a partire, il  volo viene di continuo rimandato senza spiegazioni precise. Preoccupati per la coincidenza pomeridiana non possiamo far altro che attendere fino alle 16 quando decidono finalmente di farci  partire. Tutti incazzati per il tempo perso,   in particolar modo per la preoccupazione della coincidenza che, loro dicono, sarà  spostata fino al nostro arrivo. Non ci crediamo, arrivati finalmente a Nassau capiamo subito che la situazione non è chiara, infatti dopo lungo tergiversare ci offrono il pernottamento e cena in un albergo trasferimento incluso. Per il giorno successivo ci faranno sapere, dobbiamo attendere loro notizie in albergo. Ci trasferiamo in albergo incazzati per la giornata persa, Francesca non si è ancora ripresa e l’aria condizionata degli aeroporti e dell’hotel non aiutano di certo. Non solo noi, anche gli altri hanno maglione di lana e piumino leggero. All’ interno
dell’ albergo ci sono tre ristoranti, uno cinese e due americani misti europei. Scartiamo quello cinese, ci registriamo, abbiamo a disposizione il buffet e 60 usd pagati dalla compagnia aerea. Più che mangiare io assaggio alla ricerca di qualche cosa di commestibile, guardo i tavoli degli altri e vedo i piatti pieni abbandonati, brutto segno. Cena pessima conto 76 usd, con quale criterio non
l’ ho capito. Notizie dalla compagnia nessuna, chiedo agli altri compagni di sventura se sanno qualcosa ricevendo solo  risposte negative. Disquisiamo sul da farsi per il giorno dopo, lei sostiene sarebbe meglio andare presto in aeroporto io, siccome tre funzionari mi hanno assicurato che dovevamo aspettare loro indicazioni la penso diversamente. Prendiamo il taxi e arriviamo in aeroporto alle 8, troppo tardi hanno fatto partire un aereo alle 7/30 e chi c’era c’era. Aveva ragione lei, le donne hanno sempre ragione, imbarchiamo le valigie, lo steward ci dice che ne partirà uno alle 10/30 mostro le carte di imbarco del giorno precedente che avevano controllato  e ci avevano detto di non cambiare e aspettiamo. Alle 9/20 annoiato mi riavvicino allo steward e chiedo notizie, questo mi guarda come fossi un alieno e mi dice che l’aereo sta partendo!!! Prende il telefono e lo blocca, mi chiede le carte d’imbarco le guarda stupito controlla

l’ elenco passeggeri e non trova i nostri nomi … non ci sono,  e non siamo i soli.  Non partiamo, dobbiamo rifare le carte d’imbarco ed  aspettare il volo delle 16,30. Faccio appello a tutta la mia buona educazione e mi trattengo a fatica, non con lui ma con il collega a fianco, una faccia da scemo di 150 kg che non ha voglia di fare niente, fa fatica a parlare non ha voglia di lavorare e, visto il nervoso lo prenderei a calci in culo fino a Venezia. Alle 16,30 ci dicono che il volo non ci sarà, cominciamo a capire che probabilmente resteremo ancora nello stesso posto un altra notte con immenso dispiacere e la rabbia che sta montando a dismisura. Nel frattempo il malcontento si è diffuso tra tutti quelli che sono nella nostra stessa situazione e super advisor, steward e ciccione faticano a fronteggiare la situazione. Alle 17,30 ci chiamano all’improvviso, quelli che sono in aeroporto da ieri hanno la precedenza, poi le famiglie con bambini. Urla di gioia, americani che si danno i cinque pronti a salire su qualsiasi mezzo pur di partire, io che convinto ringrazio il manager.  Ci spuntano la carta d’imbarco con un pennarello blu, lo trovo strano, poi incolonnati come pecore ci fanno accompagnare da un addetto sulla pista. Già il fatto di camminare sulla pista di un aeroporto sembra molto strano, con noi c’è una signora anziana con uno zaino pesante e due cani che mette nelle appositi borsoni, ci diamo da fare per aiutarla, camminiamo  parecchio, non capiamo verso cosa non vedendo niente pronto al decollo e in grado di contenere tutti. Arriviamo nei pressi di  un aereo molto piccolo con gli operai che stanno  facendo assistenza,  ci guardano esterrefatti. Dietrofront,  ritorniamo in aeroporto sempre camminando sulla pista mentre un aereo della British sta partendo,  facciamo ironicamente l’ autostop, chi stava aiutando la signora anziana con i cani  deposita le borse su una sedia a rotelle abbandonata lungo il bordo pista, pensiamo di essere su scherzi a parte. Una volta rientrati in aeroporto, ci dicono che il volo non esiste e che dobbiamo rifare le stesse procedure di pernottamento. Urla, lamentele e litigi che non servono a niente, il problema è che in mezzo a tutto questo casino i nostri bagagli sono già a destinazione. Ritorniamo all’ hotel della sera precedente con il morale sotto i tacchi, senza i ricambi e la rabbia per un altro giorno perso e pagato in un posto sicuramente paradisiaco. Per cena cambiamo ristorante, la scelta si rileverà  migliore, quest’ ultimo ha più assortimento, mangiamo molto di più della sera precedente, il conto è sorprendentemente di soli  54 usd. Chiedo per curiosità spiegazioni alla cameriera, non mi dice niente  mi cambia inspiegabilmente il conto e lo modifica alla cifra di 38 usd .Mi spiace aver fatto risparmiare quella maledetta compagnia ma non voglio disquisire ad oltranza. Mettiamo la sveglia molto presto e rimaniamo d’ accordo con il taxista che ci venga a prendere. Abbiamo provveduto a fare le nuove carte d’imbarco per risparmiare tempo e   ulteriori casini, i bagagli non sappiamo dove sono, presumo e spero a destinazione. Arriviamo alle 6,30  all’aeroporto, lo steward della prima mattina ci guarda stupiti, ridiamo mi sento un po’ Tom Hanks nel film ma  spero di non fare la stessa fine, sono abbastanza calmo ma farei fatica a sopportare un’altra giornata  come le due precedenti, Francesca e’ sul punto di esplodere e non riuscirei a quantificare i danni se ciò succedesse. La lavagna dice che il nostro volo partirà alle 08,05 invece lo steward ci chiama subito e ci imbarca in fretta e furia su un trabiccolo con altri 10 compagni di viaggio. Non ci siamo sentiti sicuri finché non siamo saliti, la nostra paura era di fare lo stesso giro turistico nel mezzo di una pista di atterraggio. L’aereo è talmente piccolo che alcune donne di colore di taglia xxxxxl non riescono né a passare tra i sedili né a sedersi.
Guardo le condizioni dell’aereo dico una preghiera e che Dio ce la mandi buona. 55 minuti di volo ed arriviamo a destinazione,  le taglie xxxxxl fanno una fatica enorme a scendere dall’ aereo,  mi prendo una culata incredibile da una passeggera incastrata tra il bracciolo e il mio sedile, pur di scendere e di terminare questo incubo  accetto. L’ aeroporto è composto da una minuscola casina  con aria condizionata a livelli stratosferici, appena entrato noto le nostre due valigie in un angolo, le prendo senza che nessuno mi controlli e dica niente, usciamo ed iniziamo la vacanza. Siamo finalmente arrivati,  godiamoci il relax e per il ritorno preghiamo Dio di non dover subire  la stessa penitenza.
La compagnia aera è la Bahamas Air, evitatela il più possibile, l’isola è Long Island un paradiso adatto a coppie in cerca di super tranquillità, poco più di 2000 abitanti che si vedono raramente gentili ed educati, spiagge enormi e vuote, traffico e delinquenza inesistenti, umidità mai percepita, capitale non individuata,  negozi di souvenir forse pronti tra 10 anni, le macchine le noleggi senza contratto,  tratti il prezzo, le restituisci quando vuoi e dove vuoi o le lasci ad altri turisti.
Il colore del mare non è paragonabile a nessun altro posto,  e’ semplicemente magnifico. Se tutte queste caratteristiche,a parte la compagnia aerea  vi sono piaciute, e’ la vostra isola.